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Cerimonia di premiazione, al Cinema Italia-Tieri, della V edizione del concorso di cortometraggi e scrittura creativa riservato ai licei e agli istituti tecnici e promosso da "Teatro in note"

un momento della premiazione della manifestazione
04 giu 2018

Ultimo atto per la V edizione del concorso di cortometraggi e scrittura creativa promosso dalla Cooperativa “Teatro in Note” e che ha potuto contare anche quest'anno sul sostegno dell'Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Mario Occhiuto che ha giudicato attualissimo e di particolare interesse il tema prescelto “Il vuoto e il pieno: tra dipendenza e solitudine”. Ed è su questo tema, sulle vecchie e nuove dipendenze, che si sono dovuti misurare i giovani studenti dei licei e istituti tecnici della città che, con la parola e le immagini, sono stati chiamati a descrivere il disagio, la sofferenza e la solitudine indotte dalle diverse forme di dipendenza. La cerimonia di premiazione si è tenuta al Cinema Italia-Tieri e a fare gli onori di casa è stata la Presidente della Cooperativa “Teatro in Note”, Vera Segreti, infaticabile motore e ideatrice di tutta la manifestazione. In rappresentanza del Sindaco Mario Occhiuto, trattenuto fuori città da impegni istituzionali, il saluto dell'Amministrazione comunale è stato portato dalla consigliera comunale Alessandra De Rosa, Presidente della Commissione cultura di Palazzo dei Bruzi che, negli ultimi anni, ha sposato pienamente il progetto di “Teatro in note”.
Agli studenti che hanno gremito il Cinema Italia-Tieri, Alessandra De Rosa ha lanciato un significativo monito: “Non lasciatevi spaventare dai sacrifici della vita perché solo attraverso i grandi sacrifici si riesce ad apprezzare la vera bellezza dell'esistenza e a creare una comunità”. Sul progetto di “Teatro in Note” la De Rosa ha aggiunto che “le nuove forme di dipendenza sono lo specchio di un forte allarme sociale, un urlo sordo frutto del tempo in cui viviamo. Ed è così che la solitudine diventa quasi un porto sicuro in cui rifugiarsi e trovare riparo dai vacui bombardamenti dell'era globale. Attraverso il concorso di Teatro in Note i giovani possono riacquistare piena fiducia e coscienza di sé per piantare i semi del dialogo e trasformare la solitudine in ricerca interiore”.
Non agevole il compito della qualificata giuria che ha dovuto scegliere i primi tre classificati ed attribuire il premio della critica sia nella sezione scrittura creativa che in quella riservata ai cortometraggi. Il focus sulle dipendenze ha spaziato, sia nei corti che nei racconti, dall'abuso di alcool alle droghe, dalla ludopatia al gioco d'azzardo, dallo shopping compulsivo alla dipendenza dal cibo.
Ai risultati conclusivi, tutti di buon livello, si è giunti dopo mesi di lezioni-laboratorio a scuola, con l'affiancamento di esperti, per forgiare gli scrittori e i videomakers del domani e far raccontare loro, attraverso la parola scritta o le immagini, storie di terribili dipendenze.
Dai racconti, frutto del laboratorio di scrittura creativa, è stata ricavata anche quest'anno una pubblicazione che li racchiude tutti, grazie alla casa editrice “Ilfilorosso” di cui è Presidente la professoressa Luigina Guarasci che ha partecipato alla cerimonia di premiazione definendo i racconti dei ragazzi delle scuole “non mere esercitazioni letterarie, elaborate tanto per partecipare. I racconti – ha detto – risultano essere molto belli, perché veri, autentici. Alla descrizione delle dipendenze cosìddette tradizionali, i giovani studenti hanno saputo affiancare quella sulle dipendenze più nascoste e sotterranee”.
Ed ecco i premi. Per la sezione scrittura creativa, primo classificato Andrea Battaglia (dell'Istituto “Quasimodo-Serra”) con il racconto “Controller” che affronta, in maniera originale, il tema della dipendenza dai giochi. Al secondo posto, ex aequo, “Solitudine allo specchio” di Marco Caputo, del Liceo “Fermi” che restituisce al lettore un senso di inquietudine e molti spunti di riflessione, e “Ciò che riesco a vedere...” di Daniele Cellini, del Liceo Artistico. Un racconto visionario, quest'ultimo, dalla forte tensione narrativa. Al terzo posto, ancora un ex aequo tra il racconto, pieno di speranza, “La Danza fredda” di Selene Miracco, dell'Istituto Alberghiero e “Sconosciuta” di Annalucia Pecora dell'Istituto “Pezzullo” che narra, in modo alquanto originale, la dipendenza dagli smartphone dal punto di vista del cellulare. A chiudere il palmares della sezione scrittura creativa, “La mia vita in uno specchio” di Martina Pirolo del Liceo “Fermi”, un racconto ben scritto e ben strutturato.
Nella sezione cortometraggi si sono affermati, al primo posto, ex aequo: l’ Istituto Quasimodo-Serra e l’Istituto Vinci-Nitti , rispettivamente per i cortometraggi “ La vita non è un azzardo” e “Oltre”. Il premio al corto “La vita non è un azzardo” è stato attribuito per aver sviluppato compiutamente il tema della ludopatia, attraverso una narrazione che risente di una corretta impostazione, sia con riferimento alla regia che ad una solida sceneggiatura, certamente non frutto di improvvisazione. Il premio a “Oltre”, realizzato dagli studenti dell’Istituto Nitti-Da Vinci, è stato, invece, assegnato per aver trattato e sottolineato il tema delle dipendenze con il ricorso ad una forma poetica, quasi lirica, che contrappuntata da una colonna sonora perfettamente in sintonia, anche se non originale, rappresenta la chiave di lettura per trasmettere a chi osserva un messaggio forte, ma lanciato quasi con leggerezza.
Secondo posto al corto, “Prima di cadere”, girato dai ragazzi del Liceo Artistico, In questo lavoro, le immagini e le inquadrature risultano essere ben calibrate e riflettono adeguatamente il disagio e la sofferenza procurati dai disturbi dell’alimentazione e dalla dipendenza da cui è affetta la protagonista. Il terzo posto se lo è aggiudicato l'Istituto “Pezzullo” per il corto “Lucignolo”, nel quale affiorano un apprezzabile impegno generale e lo sforzo di chi ne ha diretto la fotografia. Il premio della critica per i corti è stato, infine, vinto dai ragazzi dell'Istituto “Alberghiero” per il corto “Empty”, per la sua matrice documentaristica, quasi d'inchiesta, molto vicina a quelle opere che vanno sotto il nome di documentari di creazione e che oggi rappresentano una forma cinematografica molto apprezzata.








 

Autore: Giuseppe Di Donna