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Entrano in Consiglio comunale Francesco Caruso e Francesco Perri. Il Consiglio approva un documento in materia di sanità

04 lug 2013

 Il Consiglio comunale di Cosenza, presieduto da Luca Morrone, ha proceduto alla surroga di Carmine Manna e Massimo Lo Gullo, nominati assessori dal Sindaco Mario Occhiuto. Al loro posto sono entrati a far parte dell’assise consiliare i primi dei non eletti della lista del PdL, rispettivamente Francesco Caruso e Francesco Perri.
Per entrambi il benvenuto e l’augurio di buon lavoro da parte del Sindaco –intervenuto subito dopo la surroga per dare formale comunicazione della revoca della precedente Giunta e della nomina di quella attuale, con relativa ridistribuzione e/o integrazione delle deleghe – del Presidente del Consiglio comunale e dei colleghi consiglieri che hanno preso parte alle discussioni che si sono sviluppate nel corso dei lavori sui punti trattati.
In particolare, su inversione dell’Ordine del Giorno, si è dibattuto sulla problematica dei criteri di scelta degli scrutatori, sollevata dal consigliere di IDV Domenico Frammartino, il quale ha posto la necessità che la commissione elettorale privilegi il criterio del sorteggio. Firmatario dell’OdG, Frammartino – affermando di non essersi sentito ben rappresentato dal collega Ambrogio, componente della commissione elettorale in quota minoranza – ha parlato di “nomine lottizzate che diventano sempre più strumento di ricatto della politica verso i cittadini elettori. Ritengo che tornare al sorteggio, come già successo in molti Comuni italiani, compresa la città capoluogo della Calabria – ha detto - sia segnale di buona politica e di discontinuità anche con il recente passato, utile a recuperare la fiducia della cittadinanza e porre fine a un evidente malcostume”.
La questione ha aperto un lungo dibattito al quale hanno preso parte diversi consiglieri, sia di maggioranza che di minoranza, tanto da far concludere al capogruppo del PSE Giuseppe Mazzuca, uno degli ultimi a prendere la parola, che “in momenti particolari e delicati della vita dell’ente non ci si può fermare per due ore a discutere del nulla. Qualunque documento si possa presentare su questo argomento, è inutile”. L’affermazione del consigliere di minoranza è scaturita dalla presa d’atto che la problematica in questione – come confermato anche da un parere del Segretario Generale dell’ente, datato 2011 – è disciplinata da una legge statale che demanda alla commissione elettorale la scelta e la nomina degli scrutatori. Soltanto un accordo unanime tra i membri della stessa (proporzionalmente divisi tra maggioranza e minoranza) può determinare la scelta di un criterio diverso dalla nomina diretta, quale il sorteggio. Sulla medesima lunghezza d’onda, gli interventi dei consiglieri Sergio Nucci (“convengo che le cattive abitudini dovrebbero essere rinnegate, ma mi aspetto che tanta solerzia e rigore vengano praticati 365 giorni all’anno”); Marco Ambrogio (“con buon senso, se tutta la commissione lo vorrà, il PD è disponibile al sorteggio”); Michelangelo Spataro (“non ritengo che questa attività sia così clientelare da garantire una elezione. Chiedo il parere del Segretario generale poiché penso che non possiamo cambiare le leggi dello Stato”); Giovanni Cipparrone ("mi auguro che stasera si possa addivenire a una soluzione democratica ma, laddove non si possa adottare il sorteggio, invito Ambrogio ad accogliere le rimostranze del consigliere Frammartino”); Claudio Nigro (“penso che siamo tutti d’accordo sulla non accettabilità del metodo di nomina, che è molto discrezionale. Ma non possiamo fare a meno di rispettare la norma”); Cataldo Savastano (“mi appello ai componenti della commissione per trovare insieme un accordo affinché si possa arrivare al sorteggio tra le persone che hanno più bisogno”); Carmelo Salerno (“diamo la possibilità alla commissione di autoregolamentarsi. Se c’è una legge che da la potestà alla commissione elettorale, sarebbe meglio che la commissione valutasse la pratica, stabilendo i criteri di trasparenza e imparzialità”); Andrea Falbo (“è vero che il Consiglio comunale non può modificare una norma dello Stato ma può superarla approvando una delibera, come già avvenuto in un Comune del centro-nord”); Lino Di Nardo (“sono d’accordo su un’azione maggiormente trasparente, ma penso che la commissione elettorale debba agire all’unisono. In caso contrario si continuerà come prima”); Enzo Paolini (“la legge è questa, demando al Presidente del Consiglio e al Segretario la richiesta di parere all’ufficio legislativo del Ministero”). Il punto si è ritenuto esaurito con la discussione, risultando irricevibile la proposta di votazione di un Odg, pervenuta da Frammartino, per dare un indirizzo alla commissione elettorale, stante l’autonomia decisionale attribuitale dalla legge.
Rinviato il quinto punto, “Regolamento comunale per la tutela degli animali”, in quanto non ancora licenziato dalla competente commissione consiliare, si è proceduto alla trattazione di quanto rimasto da evadere del sesto punto, ossia lo “stato del reparto di pediatria dell’Ospedale dell’Annunziata”. Sulla questione, il primo firmatario Marco Ambrogio, richiamando la convenzione tra la Regione Calabria ed l’Ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma, ha sollecitato il Sindaco alla convocazione della Conferenza dei Sindaci sull’argomento. “Non siamo contrari a convenzioni con importanti istituzioni – ha affermato - ma non possiamo dimenticare che il nostro reparto di pediatria è di tutto rispetto”. Allo stesso modo il consigliere Enzo Paolini (PSE) ha dichiarato “da tempo diciamo che ci vuole una Conferenza dei Sindaci per il fatto che le risorse assegnate ai cittadini cosentini sono risucchiate altrove, e i servizi essenziali della città di Cosenza sono devastati da una politica sanitaria che guarda all’impoverimento del servizio sanitario cosentino al fine di favorire una emigrazione verso altri siti. Questa del reparto di pediatria dell’Annunziata, che è una eccellenza, è questione da agitare nella Conferenza dei Sindaci, la convenzione con il Bambin Gesù potrebbe essere salutata con soddisfazione se portasse in Calabria formazione, protocolli sanitari, e non la venuta di medici che si scelgono i pazienti e se li portano a Roma”. Giovanni Perri (PSE) ha parlato di “risorse dirottate su altri territori mortificando le professionalità che operano nelle nostre strutture. L’elenco delle patologie che verrebbero trattate sono quelle normalmente già trattate dalla nostra pediatria. Chiedo che il documento produca davvero degli atti concreti per battere i pugni dove serve”. Sergio Nucci (Polo Civico Buongiorno Cosenza) ha espresso il timore che si produca “un altro documento per il documentificio. Il Presidente della Giunta regionale continua ad avere nei confronti di Cosenza un atteggiamento ostile. È il caso di impegnarci in una pratica che non troverà ascolto? Chiedo ai colleghi che hanno riferimenti importanti nella Regione di intervenire affinché la nostra città riacquisti il peso che merita”. Carmelo Salerno (Lista Scopelliti) ha accolto “la parte propositiva del documento ma non condivido la critica gratuita. Il sistema sanitario in Calabria non funziona, ha sempre prodotto un servizio inefficiente, che ha comportato l’esodo verso altre regioni, un sistema che fino a due anni fa aveva prodotto un debito che nemmeno si conosceva. Quando però si fa una riflessione sulla politica del Presidente della Regione e si dice che isola Cosenza, si strumentalizza. E lo dico sulla base di un dato che è il consenso popolare. E in Calabria, nonostante delle scelte impopolari fatte dal presidente Scopelliti, il centro destra recupera consenso, vincendo in realtà in cui ci sono stati provvedimenti in materia di sanità particolarmente impopolari. Sono anche d’accordo su un Consiglio comunale aperto che coinvolga chi ha ruoli di gestione e ruoli di programmazione, perché vengano ad esporci dati oggettivi, gli unici che in materia di sanità hanno un valore”. Francesco Perri (PdL) ha rimproverato agli “amici della sinistra di avere la memoria corta. Il governo nazionale è stato costretto a nominare un commissario, nella figura del Presidente della Regione, ed il piano rientro è di Loiero, per i 500 milioni di debito che Scopelliti ha ereditato. Quindi è un merito per Scopelliti essere riuscito a invertire la tendenza del debito che è sceso a poco più di 160 milioni di euro. Il documento presentato può essere accolto se rientra in un clima di collaborazione, mettendo da parte polemiche nei confronti del Presidente. I fondi per Cosenza ci sono e continueranno ad esserci, rivolgersi all’esterno per esperienze qualificate non può essere visto come un elemento negativo ma come una possibilità di arricchimento per il nostro nosocomio”.
Il documento, presentato dal consigliere Enzo Paolini (PSE) è stato approvato dai presenti, con il solo voto contrario del consigliere Francesco De Cicco. Nel documento il Consiglio comunale auspica che la collaborazione con L’Ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma “sia finalizzata in concreto alla istituzionalizzazione in Calabria di pratiche ospedaliere e di protocolli terapeutici sinora assenti ovvero alla ulteriore crescita formativa delle professionalità locali in modo da ridurre in maniera consistente l’emigrazione sanitaria ed i cosiddetti viaggi della speranza”. Il documento impegna inoltre il “Sindaco di Cosenza alla convocazione di una conferenza dei Sindaci avente all’ordine del giorno anche questa problematica”.
Dopo questo punto, su richiesta del consigliere Commodaro, approvata all’unanimità dall’aula, il Consiglio è stato rinviato ad altra data, da fissare già nella Conferenza dei Capigruppo convocata per venerdì 5 luglio.

Autore: Annarita Callari