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Precisazione del sindaco Eva Catizone: sono ottimi i rapporti con la signora Vittoria Vocaturo Mancini

05 giu 2005
(5/6) (UfficioStampa) - “Mi vedo costretta ancora una volta a prendere la penna, per far fronte ad un’esigenza di verità e di chiarezza, rispetto ad un episodio, completamente inventato, riportato questa mattina da un quotidiano locale.” Lo ha affermato il Sindaco in replica ad un articolo pubblicato oggi da un organo di stampa locale e che riferisce di un episodio che si sarebbe verificato ieri a Palazzo Arnone durante la conferenza riguardante la donazione alla città di Cosenza di una delle due statue in bronzo provenienti dalla collezione privata di Carlo Bilotti.
“Prima ancora che un Sindaco – precisa la Catizone – mi ritengo una persona perbene che ha ricevuto dalla sua famiglia una buona educazione. Mai mi sarei sognata di non salutare o di salutare freddamente la signora Vittoria Vocaturo Mancini alla quale mi legano rapporti di grande stima ed affetto.
Ciò che un giornale locale oggi riferisce è, pertanto, quanto di più fantasioso si possa scrivere.
Con la signora Vocaturo Mancini – sottolinea ancora il Sindaco Catizone - ho conversato amabilmente sia prima che dopo la conferenza di Palazzo Arnone, a testimonianza degli ottimi rapporti che esistono tra di noi e che oggi ribadisco con forza, smentendo quanti, con accanimento e gratuita superficialità, vorrebbero far passare a tutti i costi la linea delle cattive relazioni con la famiglia Mancini.
Il problema serio, che non va sottovalutato, né sottaciuto, è che certa stampa locale anziché dedicarsi, con l’obiettività che deve contraddistinguere l’esercizio della professione giornalistica, al racconto dei fatti e della verità, preferisce, invece, forse per far vendere qualche copia in più, concentrare le proprie energie sul pettegolezzo e sul gossip. Nel caso specifico, poi, quel che è più grave è che si tratta di pettegolezzi completamente inventati e destituiti di ogni fondamento.
Non ci sembra questo – prosegue il Sindaco – un modo corretto di fare giornalismo.
Meglio avrebbe fatto l’articolista a valutare bene i fatti prima di scrivere delle palesi inesattezze. In questo modo si sarebbe informato anche dell’identità della signora in prima fila che altri non era se non la signora Tina Bilotti, moglie di Carlo Bilotti, il nostro concittadino, amante dell’arte, che vive negli Stati Uniti e che, donando alla città di Cosenza due statue di particolare pregio e consentendo in settembre una straordinaria mostra dei massimi esponenti della pittura novecentesca, che attinge esclusivamente alla sua collezione privata, ha compiuto un gesto senza precedenti e mai verificatosi prima d’ora. Forse di questo si sarebbe dovuta occupare certa stampa, anziché esercitarsi nel pettegolezzo privo di fondamento e di bassa scuola. Ma c’è sempre tempo per rimediare e frequentare lezioni di bon ton e gossip a denominazione d’origine controllata alla scuola di Lina Sotis. Provare per credere.”