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"La nuova sfida riformista : Cosenza alla guida della Regione"

26 mag 2009
"Nel centrosinistra occorre avere la capacità di guardare avanti, superando le vecchie logiche dell'autoreferenzialità ed avendo un atteggiamento più aperto e meno chiuso verso l'esterno." Lo ha affermato il Sindaco Eva Catizone intervenendo questa sera al Cinema Modernissimo all'incontro promosso dal PSE sul tema "La nuova sfida riformista : Cosenza alla guida della Regione". "Ci piace coniugare - ha aggiunto la Catizone - il binomio tradizione e innovazione, laddove per noi tradizione significa riferirsi al riformismo ed in particolare alla scuola di Giacomo Mancini, mentre l'innovazione è quella che ci contraddistingue anche generazionalmente. Per un nuovo riformismo che rappresenti veramente la sfida degli anni a venire - ha proseguito ancora il Sindaco - occorre partire da Cosenza e da quello che in questi anni ha rappresentato e cioè un modello di buon governo, una sorta di isola felice. E' importante, però, avere anche grandi ambizioni e grandi idee a favore del bene comune. Per questo - ha aggiunto la Catizone - non siamo entrati nel Consiglio di Amministrazione della "Cosenza Acque", mentre altri in fila indiana hanno fatto a gara per entrare. Per lo stesso motivo, abbiamo avuto il coraggio di fare delle scelte e di assumere posizioni chiare e nette, mettendo in pratica l'etica della responsabilità. La grande sfida del futuro si muove sul terreno dei servizi, quelli che la collettività si attende legittimamente ed altrettanto legittimamente reclama con forza. Quella dell'acqua è per noi una battaglia di civiltà, come lo è stata quella dell'elisoccorso e come lo dovrà essere quella dei trasporti e dei rifiuti. Nelle more della realizzazione della metropolitana leggera, se mai si realizzerà, occorrerà pensare ad un trasporto pubblico da e per l'Università più efficace ed efficiente, a costo che sia su gomma, ma purchè sia di qualità. Così nel settore dei rifiuti - ha aggiunto il Sindaco - se la città è sporca perché la società che gestisce il servizio non funziona bene, bisogna avere il coraggio di dirlo, senza reticenze. Infine le politiche culturali. Stasera si apre ufficialmente "Invasioni", il nostro fiore all'occhiello. A chi ha avanzato critiche e dubbi diciamo che "Invasioni", a parte la qualità indiscussa degli spettacoli, è il veicolo grazie al quale i cittadini si riprendono la propria città con le sue piazze e le sue strade. Tra i temi che abbiamo più a cuore c'è poi la riqualificazione economica e sociale dei quartieri popolari i cui abitanti hanno riavuto la possibilità, grazie anche alla battaglia combattuta quasi in solitudine dal Sindaco di Cosenza, di prendere nuovamente il treno per Paola. C'è bisogno, insomma - ha concluso il Sindaco - di un nuovo approccio alla politica che non deve avere come obiettivo più quello dell'occupazione degli spazi di visibilità, ma unicamente il benessere della collettività. Nel Mezzogiorno c'è bisogno di una nuova classe dirigente che non si piange addosso, ma che sia capace di rialzarsi e di fare. Per questa strada impareremo a tracciare nuovi scenari non solo per restare al Governo della città e della Provincia, ma per arrivare al governo della Regione, dove prima eravamo e dove oggi non siamo più". All'incontro di questa sera, introdotto dal segretario provinciale del PSE, Salvatore Magarò ed al quale sono intervenuti anche il vicepresidente dell'Amaco, Carmelo Salerno e l'On.Giacomo Mancini che ha concluso i lavori, ha preso parte anche il Vicesindaco Giuseppe Leporace. "Esiste per chi amministra - ha detto Leporace - il dovere della concretezza. A Cosenza dopo un anno di Amministrazione possiamo presentare alcuni primi consuntivi, ovviamente parziali e necessariamente da integrare, ma già significativi ed idonei ad una valutazione nei fatti del nostro essere riformisti, europeisti e moderni. Questo primo consuntivo - ha aggiunto il Vicesindaco ed assessore alle politiche urbanistiche - è dato anzitutto da un modo di amministrare caratterizzato da una chiara separazione tra gestione affidata ai tecnici e programmazione, indirizzo e controllo riservati agli organi politici. Riteniamo che la commistione tra politica e gestione possa creare pregiudizi o ritardi nell'azione amministrativa ed è per questo che abbiamo ritenuto di ritrarci dalla gestione, magari anche rinunciando a rendite di potere o di clientele, ma sicuramente privilegiando l'efficacia, efficienza ed imparzialità di un'azione amministrativa moderna, veramente riformista, in linea coi tempi. Tra i programmi elaborati - ha proseguito Leporace - il PSU, presentato insieme al Comune di Rende, è forse quello strategicamente e contenutisticamente più importante. Se ne parlerà molto in futuro perché il PSU è all'inizio di un percorso che condurrà alla nascita di una grande città, senz'altro la più importante e funzionale della Calabria. Con il PSU, con il quale abbiamo intercettato insieme a Rende circa 70 miliardi di fondi comunitari, abbiamo letteralmente inondato la Regione Calabria di progetti ed iniziative già cantierabili, dando dimostrazione di capacità progettuale e di spesa. Nonostante questo sforzo, però, è da un anno che aspettiamo che la Regione si pronunci. C'è un ritardo che non è più accettabile, per noi amministratori, ma soprattutto per i cittadini. Eppure nel PSU ci siamo sforzati di inserire progetti che puntano all'uomo ed allo sviluppo della qualità della vita. E' il caso del Planetario e del Museo della Scienza o, ancora, del maneggio sulla riva destra del Parco Fluviale. I nostri progetti sono progetti d'area, non pensati, cioè campanilisticamente solo per Cosenza, ma per l'area urbana e per tutta la Regione. Altri sforzi notevoli si stanno compiendo. Si pensi ai nostri interventi nel lavoro e nel sociale con l'esperienza delle Cooperative. Anche nelle scelte urbanistiche siamo guidati da un disegno unitario sottostante per rendere omogeneo il centro con la periferia evitando ogni discrasia. Sulla questione dell'acqua - ha concluso Leporace- occorre sgomberare il campo da ogni equivoco. Non si tratta di scegliere tra pubblico e privato, né si tratta di svendere l'acqua ai privati, perché la proprietà resterà sempre pubblica, così come il controllo e l'indirizzo rimarrà nelle mani dei Sindaci. Si tratta, invece, di scegliere tra una strada più lineare che coincide con l'efficienza e l'economicità del servizio, rispetto ad una scelta che presenta incertezze a livello normativo, che non dà garanzie e che è destinata a finire tra due anni con una sorte incerta per gli stessi lavoratori."