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La tomba del Re Alarico

25 mag 2009
La tomba di Alarico: mito o realtà storica? Forse il mistero sarà presto svelato grazie all’interessamento del Comune di Cosenza. La individuazione della sepoltura del re visigoto e del suo tesoro, che tradizione orale e storica indicano sotto l’alveo del Busento, potrebbe essere la scoperta del secolo, ma, chissà perchè, non riesce a coagulare l’attenzione delle autorità competenti. Eppure, già da diversi anni esiste una segnalazione suggestiva, quella di due fratelli cosentini con la passione dell’archeologia i quali si dicono certi che si trovi celato in una località di Mendicino il sepolcro del re visigoto, morto di malaria nel 410 d.c. nei pressi di Cosenza, dopo aver saccheggiato Roma da cui aveva portato con sè grandissimi tesori. I due fratelli sono tornati recentemente alla carica inviando una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministro dei Beni culturali. Il direttore generale del Ministero dottor Mario Serio ha a sua volta chiesto alla Soprintendenza Archeologica per la Calabria le valutazioni di competenza. Ma la strada, complicata peraltro da una strana vicenda giudiziaria, appare ancora lunga. "Il luogo dove iniziare gli scavi -scrivono i fratelli cosentini- non è più ampio di 25 metri quadri, uno scavo semplice che in qualsiasi nazione civile sarebbe già stato fatto da un pezzo. Invece in Italia, a distanza di nove anni dalla scopetra, tutta la vicenda rimane celata o, per meglio dire, insabbiata". A scrollare la sabbia ci vuole ora provare l’Amministrazione comunale di Cosenza, che ritiene che una simile opportunità storica non può più attendere accertamenti che sarebbero stati doverosi già da tempo. Validi supporti alla decisione sono l’esame della documentazione, tra cui compaiono relazioni incoraggianti da parte di qualificati studiosi di archeologia, ed un sopralluogo sui posti effettuato dall’assessore Eva Catizone e dall’ingegnere capo Franco Collorafi insieme a tecnici comunali. La prospettiva di un risultato positivo, insomma, è ritenuta attendibile, sia pure con tutte le prudenze che simili casi impongono. Il capoluogo bruzio sta valutando la possibilità di presentare una proposta per uno studio di fattibilità degli scavi, da finanziare attraverso i fondi strutturali comunitari, dei quali si decide in questi giorni la destinazione al tavolo aperto dalla Regione con gli enti locali. Verrà sostenuta, pertanto, la segnalazione secondo cui "il punto di partenza della ricerca - come scrivono i due fratelli alle autorità romane - è una grande croce scolpita nella roccia, visibile ad occhio nudo per un raggio di circa 10 chilometri. Il luogo è denominato "Rigardi", toponimo aulico gotico-anglosassone, che significa Iguardare verso con devozione e rispetto/I." Ancora, i due fratelli informano che difronte alla croce si aprono due grotte, una delle quali contiene segni di quello che sembrerebbe un antico altare. Il suolo risulta qui scavato ed al posto della roccia vi è sabbia. Proprio qui sotto potrebbe trovarsi la tomba di Alarico. (13.07.99) a name=contirosso