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imparare la democrazia a scuola

10 ott 2008

 

Vivere la cittadinanza a scuola. Anno pedagogico nel segno della Costituzione. Ieri iniziativa dell'Assessorato alle politiche educative e dell'ANCI

 

Un vero e proprio patto fra la città e la scuola. Un impegno comune degli adulti nei confronti delle giovani generazioni alle quali va instillato il germe della conoscenza della nostra Carta costituzionale per imparare tra i banchi di scuola la democrazia e comprendere fino in fondo le regole da rispettare e i comportamenti corretti da adottare nella vita di tutti i giorni che trovano la loro fonte di ispirazione nei principi posti a base della civile convivenza.

Sono queste le direttrici lungo le quali si muovono le iniziative assunte dall'ANCI per il "Settembre pedagogico", appuntamento divenuto ormai fisso, sin dal 2004, e che accompagna come una consuetudine consolidata l'inizio dell'anno scolastico.

La città di Cosenza il cui Sindaco Salvatore Perugini è Presidente dell'Anci Regionale e Vicepresidente dell'Anci Nazionale, ha aderito pienamente all'iniziativa, anzitutto con un momento di discussione e confronto, promosso dall'Assessore alle politiche educative Maria Lucente, sul tema "Vivere la cittadinanza a scuola", ospitato ieri nel salone di rappresentanza di Palazzo dei Bruzi, ma anche con una serie di azioni successive che saranno portate avanti nelle scuole della città e della provincia e che connoteranno l'intero anno pedagogico.

All'incontro di ieri a Palazzo dei Bruzi hanno partecipato il Sindaco Salvatore Perugini, l'Assessore alle politiche educative Maria Lucente, il Vicepresidente della Giunta regionale della Calabria Domenico Cersosimo, Caterina Gammaldi della segreteria nazionale del CIDI e Felice Capone, direttore dell'Ufficio studi e programmazione dell'Ufficio scolastico provinciale di Cosenza.

Apprezzamento per l'iniziativa è stata espressa dal Sindaco Perugini che ne ha esaltato la sua propensione a "rafforzare i vincoli tra la scuola con la sua autonomia e gli enti locali, individuando una serie di temi di attualità da sviluppare nel corso di tutto l'anno scolastico."

Perugini ha messo in evidenza le notevoli difficoltà nelle quali si dibatte attualmente la scuola, sia con riferimento ai processi formativi che per quanto si riferisce al mantenimento dei livelli occupazionali.

"Oggi ci si dovrebbe appassionare di più - ha detto il Sindaco - sui contenuti della programmazione scolastica e sulla necessità di varare un progetto di riforma serio. La tendenza, invece, è completamente opposta. Ad ogni cambio di maggioranza politica il primo settore che viene aggredito è la scuola. Vivere la cittadinanza oggi - ha aggiunto ancora Perugini - è il problema dei problemi. Non sono un nostalgico della vecchia educazione civica, ma i ragazzi oggi conoscono poco la Costituzione. Credo che alcuni capisaldi dei processi formativi non vadano smontati, ma adeguati. Vanno assimilate le regole della civile convivenza e nelle scuole bisogna parlare delle riforme che hanno attraversato la nostra Costituzione, a cominciare dal titolo V."

L'intervento del Sindaco era stato preceduto da una introduzione dell'Assessore alle politiche educative Maria Lucente.

"Vivere la cittadinanza - ha esordito la Lucente - è un tema antico, non obsoleto", ricordando la battaglia condotta da Aldo Moro nel 1947 per far sì che la Carta costituzionale entrasse nel piano didattico delle scuole. "Dai tempi di Don Milani - ha affermato ancora l'Assessore - la scuola era finalizzata a trasmettere i valori della nostra Costituzione. La democrazia deve essere per noi un fine che diventa un metodo. Senza un apprendimento quotidiano si va affermando la "democrazia per assuefazione" che può portare alla noia, alla indifferenza. Pertanto - ha proseguito la Lucente - vivere la cittadinanza diventa di una attualità ineludibile."

L'assessore Lucente non è per niente soddisfatta di come stanno andando le cose oggi e delle sortite del nuovo Ministro della Pubblica Istruzione. "Quella che si sta portando avanti è solo un'operazione penosa di vintage. Ci vogliono far recuperare abiti vecchi, tenuti in naftalina, come il maestro unico, il grembiule ed il voto, e ci impongono di indossarli, facendoci sentire culturalmente poveri, straccioni e professionalmente frustrati e mortificati." Per l'Assessore Lucente "la scuola ha vissuto i suoi momenti migliori quando ha dato gli stessi strumenti comunicativi e cognitivi agli alunni delle classi sociali meno agiate, quando ha moltiplicato le competenze professionali ed arricchito la sua proposta formativa. Per non smarrire i principi ai quali ci siamo sempre ispirati dobbiamo moltiplicare le nostre energie.

Ecco perché quello appena apertosi sarà un anno pedagogico che ci dovrà vedere impegnati a difendere la democrazia nella nostra scuola e nel nostro Paese".

Per il Vicepresidente della Giunta Regionale Domenico Cersosimo "la scuola è la speranza costituzionale all'uguaglianza. Se ben fatta è un ascensore e può cambiare i nostri destini."

Ma la nostra scuola per il Vicepresidente della Giunta regionale non sempre insegna a rispettare le regole.

Cersosimo ricorre alla citazione del libro del Prof.Robert Putnam, "La tradizione civica nelle regioni italiane" per dire che "la Calabria è la regione dove regna la sregolatezza" e dove c'è molto meno senso civico che al Centro Nord,a causa del suo sottosviluppo. "La sregolatezza dei calabresi - sottolinea ancora Cersosimo -non dipende dalla storia lunga, ma dalla matrice delle opportunità correnti."

Il vicepresidente della Giunta regionale non ha dubbi: "la scuola è il regno delle regole, dove l'individuo comincia a strutturarsi, ed è molto importante perché è l'agenzia formativa e la palestra delle regole." Alla scuola Cersosimo affida le residue speranze di cambiamento della Calabria, considerandola uno dei punti di forza per il cambiamento: "bisogna lavorare molto sulla scuola non solo come produttrice di competenze e conoscenza, quest'ultima la vera leva dell'economia contemporanea. Noi abbiamo un compito in più che è quello di costruire i cittadini e questo obiettivo potremo raggiungere solo se la scuola sarà veramente inclusiva".

E citando l'ultimo libro di Daniel Pennac paragona la classe ad un'orchestra dove tutti provano a suonare, ciascuno con il proprio strumento, da quello più importante al più semplice triangolo, la stessa sinfonia.