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Mercoledì 10 gennaio al Rendano il quinto capitolo di "Amore Sbarrato", il progetto teatrale con i detenuti della casa circondariale

il regista adolfo adamo in amore sbarrato dello sc
08 gen 2024

Giunge al suo quinto capitolo il progetto “Amore sbarrato”, ideato e promosso, dal 2014, dall’attore e regista cosentino Adolfo Adamo e che anche quest’anno vedrà la luce grazie alla sinergia e collaborazione instaurata tra l’Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Franz Caruso e la Casa circondariale “Sergio Cosmai” diretta da Maria Luisa Mendicino. L’obiettivo è, da un lato, quello di abbattere, attraverso la funzione sociale e catartica del teatro, lo stato di invisibilità dei detenuti, accorciando le distanze tra il mondo esterno e l’universo carcerario, e, dall'altro, favorire il reinserimento del detenuto e la risocializzazione, attraverso i percorsi rieducativi e riabilitativi previsti dai trattamenti penitenziari dei quali la cultura ed il teatro in particolare rappresentano elementi fondamentali.

Il quinto capitolo di “Amore sbarrato” sarà quest'anno lo spettacolo “Nessuno escluso” testo che il regista Adolfo Adamo ha scritto ispirandosi liberamente a “I demoni” di Fedor Dostoevskij. L'appuntamento è per mercoledì 10 gennaio, alle ore 18,00, al Teatro Rendano. In scena, insieme ad Adolfo Adamo, ci saranno dieci ospiti della casa circondariale “Sergio Cosmai” di Cosenza con la partecipazione straordinaria, per la prima volta nella loro veste di attori, dell'avvocato Carmelo Posteraro e della psicologa Libera Reale. In scena con loro anche l'attore Carmelo Giordano.

Come spiega nelle note di regia lo stesso Adolfo Adamo "Nessuno escluso trae spunto dalla visione della drammatica e sconcertante attualità del celebre romanzo di un gigante della letteratura, come Fedor Dostoevskij, per mettere a nudo, lasciando parlare il demone che è in ognuno di noi, la fragilità dell'uomo e la sua inquieta consapevolezza di essere ''doppio'' e di incarnare l'eterno contrasto fra luce ed ombra, ragione ed istinto, bene e male. L'evocazione, tanto dei demoni '”russi” del passato – dice ancora Adamo - quanto dei demoni del presente, rende possibile una contrapposizione da cui emerge la sostanziale differenza fra gli uni e gli altri. I demoni di Dostoevskij, nonostante le nefandezze compiute, sono letteralmente surclassati dai demoni moderni, rispetto ai quali conservano la capacità di provare quel pudore e quella vergogna che, ad oggi, sembrano un ricordo lontano. Il peso della schiacciante superiorità del male dei nostri tempi – chiarisce ancora l'attore e regista - è raccontato dall'incedere dei personaggi, dal riferimento alle violenze della nostra società e ad una crisi dei valori morali sempre più accentuata ed esacerbata dall'ingerenza dell'Intelligenza Artificiale, capace di manipolare - attraverso i suoi algoritmi - la coscienza umana. A dominare la scena è la rappresentazione del male eticamente inteso e dell'umanità intera, non la discriminante distinzione tra buoni e cattivi. In quanto umana, ogni creatura può inciampare nell'oscurità della propria coscienza e rivelare la propria fallibilità. I demoni abitano in tutti noi, "nessuno escluso": è significativo che a ricordarcelo siano proprio gli ospiti della casa circondariale, alle cui voci vibranti di sofferta consapevolezza spetta il compito di veicolare questa verità”.

Autore: Giuseppe Di Donna