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il 30 settembre alla Città dei Ragazzi gli studenti dialogano con il pm Vincenzo D'Onofrio e don Ennio Stamile

locandina iniziativa cittŕ dei ragazzi
29 set 2014

La Città dei Ragazzi (Società Teca, Cooperativa Don Bosco e Cooperativa delle Donne) inaugura il nuovo anno scolastico con un incontro dedicato alla prime classi delle scuole superiori di Cosenza. Martedì 30 settembre, a partire dalle 9.30, più di 200 studenti dell’Istituto alberghiero “Mancini”, del Liceo statale “Lucrezia della Valle”, del Liceo scientifico “Scorza” e del Liceo scientifico “Fermi” incontreranno Vincenzo D’Onofrio, p.m. della DDA di Napoli e Don Ennio Stamile, parroco di Cetraro. Il primo è noto per essere – secondo le rivelazioni di un pentito – il bersaglio numero 1 dei Casalesi, da eliminare con un bazooka, a causa della “particolare durezza” dimostrata nelle udienze e per il “particolare accanimento, da distruzione di massa” nei confronti dei clan camorristici. Il secondo è un prete speciale, che a messa esorta i fedeli a non essere omertosi e a denunciare – in un paesino della costa tirrenica dove la ‘ndrangheta è sfacciatamente presente – e che per questo, dopo il danneggiamento della propria auto, di recente si è visto recapitare una testa di maiale mozzata con in bocca un pezzo di stoffa a mo’ di bavaglio. Lui, imperterrito, continua a spronare i fedeli a denunciare il malaffare in tutte le sue forme. Cita Martin Luther King: “La disumanità dell’uomo verso l’uomo non si materializza soltanto negli atti corrosivi dei malvagi. Si materializza anche nella corruttrice inattività dei buoni”. Convinto che occorra affermare ovunque la cultura delle responsabilità e dei doveri individuali, che sia una priorità educativa, dove ciascuno deve fare la sua parte, il contrasto non solo dell’omertà e della collusione, ma pure del disimpegno e della ricerca del “favore”.
Il titolo dell’incontro s’ispira a una iniziativa simile. “Facciamoci i fatti loro” era uno striscione realizzato dagli studenti delle superiori di Pomigliano, in occasione della commemorazione della strage di Capaci. Spiega il magistrato D’Onofrio che se le mafie proliferano nel nostro Paese è perché siamo cresciuti tutti, fin da piccoli, con un basilare principio da seguire e a cui ubbidire: “farsi i fatti propri”, nella piena convinzione che così si viva meglio e più a lungo. Senza immaginare che proprio quel farsi i fatti propri è il pilastro su cui fondano il loro potere le mafie, quelle strettamente criminali, quelle economiche, quelle istituzionali. Quel girarsi dall’altra parte facendo finta di non vedere, per poter un giorno dire di non aver visto, ha fatto sì che l’Italia sia il Paese della Mafia; l’unico Paese al mondo che ha dovuto introdurre un delitto (quello di associazione mafiosa) che tutti gli altri Paesi non conoscono. La controprova? – chiarisce ancora D’Onofrio - l’Italia è il paese che ha il record mondiale di magistrati uccisi dalle organizzazioni criminali. Magistrati che per mestiere devono “farsi i fatti degli altri”.
Da qui il titolo dell’incontro cosentino, un “impicciarsi” come antonimo necessario alla logica del farsi i fattacci (di solito si usa parola più colorita) propri.
Per qualche giorno al cubo giallo della Città dei Ragazzi sarà visitabile la mostra “Segnaletica. L’immagine coordinata della ‘ndrangheta” del designer calabrese Gianluca Seta.

Per ulteriori informazioni info@cittadeiragazzi.net tel. 347.3943852