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Un'attesa Traviata chiude la Stagione Lirica del Rendano

elena rossi
28 mag 2013

È carico di attese il finale della Stagione Lirica del teatro Rendano che propone una delle opere cult del melodramma italiano, tra le più amate dal pubblico, La Traviata di Giuseppe Verdi.
Ma non è certo e non è solo la popolarità del titolo a fare di questo ultimo atto della Stagione operistica, firmata da Isabel Russinova, un appuntamento più che atteso. Un grande ruolo lo gioca chi a Cosenza – giovedì e venerdì prossimi (30 e 31 maggio, ore 20.30) – vestirà i panni di Violetta Valéry, dando voce e corpo ad uno dei più intensi personaggi femminili che l’Opera ci abbia regalato.
È il soprano Elena Rossi che re-incarna la Violetta verdiana - ispirata alla Margherita Gautier, “La Signora delle Camelie”, splendido ritratto letterario uscito dalla penna di Alexandre Dumas. Un ruolo che l’artista emiliana, che molto ha di Verdi nel suo ricco repertorio, interpreta da qualche anno. Al Coccia di Novara una delle sue ultime Traviata, nel 2011, è stata così commentata: “Elena Rossi è Violetta Valéry”; e quel mix perfetto tra tecnica e sentimento che ognuno di noi si aspetta dinanzi all’Opera, tanto più se densa di passioni come La Traviata, pare si ritrovi tutto in questo soprano che – scrivono ancora – “scioglie il cuore”.
Altri ancora sono gli elementi che alimentano le nostre aspettative, cominciando dalla direzione registica di Artemio Cabassi – prestigiosa firma dell’alta moda – che dal suo debutto nella lirica ha griffato - come scenografo e costumista (lo fa anche in questa Traviata) e poi nella regia, per la quale ha avuto un battesimo di rango, una Bohéme con Pavarotti – produzioni di grande successo.
Sul podio ci attende il M° Stefano Giaroli, bacchetta dell’Orchestra delle Terre Verdiane che lui stesso ha fondato nel 2003 per valorizzare giovani musicisti provenienti principalmente dall’Emilia Romagna. Questa Orchestra Sinfonica si caratterizza attualmente come una delle più vivaci e dinamiche realtà orchestrali presenti sul territorio emiliano, ed annovera, tra le sue fila, elementi di spicco che collaborano con prestigiose Orchestre nazionali ed internazionali.
È un legame particolare quello che Giaroli ha con “La Traviata”, confessa che è la sua opera preferita, intanto perché “ha segnato molti anni fa il mio debutto come direttore d’opera” ma soprattutto per “l'immediatezza e la comprensibilità di questo lavoro. L'assenza di fronzoli, l'invenzione continua, la teatralità di ogni nota e di ogni parola, fanno di Traviata un'opera che non richiede alcuna preparazione per essere apprezzata. Ma attenzione! – avverte il M° Giaroli. La ‘facilità’ di questa musica nasconde una conoscenza che solo i geni assoluti sanno avere, e credo che in questo nessuno possa rivaleggiare con Verdi”. Altro motivo di predilezione sta “nella modernità di questo lavoro. Non dimentichiamo che Traviata appartiene (assieme a Trovatore e Rigoletto) alla celebre ‘trilogia popolare’. Non più Re, Condottieri, Nobili o Inquisitori, ma una prostituta d'alto bordo, una zingara ed un buffone di corte.
Ebbene, fra questi tre soggetti Traviata è la più svincolata dal contesto storico, la più spoglia da stilemi d'epoca. Potessi esserci, non mi stupirei che fra 150 anni qualcuno dicesse le stesse cose”.
Pugliese il coro “Città della Musica di Lecce”, protagonista del famoso brindisi di Traviata che, però, non sarà l’unico della serata. Lieti i calici che il direttore artistico Isabel Russinova avrà il piacere di offrire al pubblico, per un arrivederci alla prossima Stagione, nel foyer del teatro prima dell’inizio dello spettacolo.
 

Autore: Annarita Callari