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Gran galà lirico-sinfonico dell'Epifania al Teatro Rendano e domenica 8 gennaio concerto del Conservatorio "Giacomantonio"

05 gen 2012

Primo appuntamento del nuovo anno per la 52ma stagione lirica del Teatro “Rendano” di Cosenza, domani, venerdì 6 gennaio, alle ore 20,30.
In programma, il Gran galà lirico-sinfonico dell’Epifania, protagonista l’Orchestra lirico-sinfonica del Teatro “Rendano”, alla sua terza uscita ufficiale dopo il “Nabucco” di Giuseppe Verdi che il 2 dicembre ha inaugurato la stagione lirica del teatro di tradizione cosentino ed il concerto di musiche da film del 30 dicembre scorso.
Per l’occasione, la giovane Orchestra del “Rendano” sarà diretta dal maestro Donato Sivo e sarà affiancata dal soprano Maria Pia Piscitelli e dal tenore Francesco Anile.
Particolarmente ricco e accattivante il programma, con l’esecuzione di alcune delle più celebri arie operistiche tratte dai maggiori autori del melodramma italiano, da Rossini a Donizetti, da Verdi a Puccini, da Mascagni a Leoncavallo.
Sarà l’ouverture dal “Barbiere di Siviglia” di Gioacchino Rossini ad aprire il gran galà dell’Epifania. Subito dopo ancora Rossini con “Giusto ciel in tal periglio” (dall’Assedio di Corinto) cui farà seguito l’Ouverture dal “Don Pasquale” di Gaetano Donizetti. Il programma proseguirà con “Casta diva” dalla “Norma” di Vincenzo Bellini. Omaggio a Giuseppe Verdi con l’Ouverture della “Traviata” e con l’Ouverture da “La Forza del destino”, che sancirà la conclusione del concerto.
Prima dell’epilogo, spazio a Giacomo Puccini con la celebre “Nessun dorma”, dalla “Turandot”, l’intermezzo dalla “Manon Lescaut” e “Mario, Mario” dalla “Tosca”.
In scaletta, inoltre, “Vesti la giubba” da “Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo e l’intermezzo dalla “Cavalleria Rusticana” di Pietro Mascagni.
E al “Rendano” prosegue anche la stagione di musica da camera. Il prossimo appuntamento è fissato per domenica 8 gennaio, alle ore 20,00, nella Sala “Quintieri”. Ne sarà protagonista “Il melologo”, genere musicale nato nel XVIII secolo che unisce la musica con il parlato.
Il concerto, dallo stesso titolo, è promosso dal teatro di tradizione cosentino in collaborazione con il Conservatorio “Stanislao Giacomantonio”. “Da una ricerca interdisciplinare all’interno del Conservatorio – spiega Maria Luisa Bigai, docente del “Giacomantonio” e voce recitante nel concerto di domenica - è nata la sperimentazione sulla scena di pagine musicali comunemente poco frequentate.”
E’ il caso della “Schon Hedvig” (La Bella Edvige) di Robert Schumann, con testo di Friedrich Hebbel, di “Lenore” di Ferenc Liszt, su testo di Gottfried August Bürger, e del “Cristallo di Rocca” di Nino Rota, tratto dal racconto omonimo di Adalbert Stifter.
Sono queste le pagine musicali e parlate al centro del concerto di domenica 8 gennaio nella Sala “Quintieri” del “Rendano”.
Le musiche di Schumann e Ferenc Liszt saranno eseguite al pianoforte da Ilaria Ganeri con la voce recitante di Maria Luisa Bigai.
Un vero e proprio ensemble eseguirà, invece, le musiche del “Cristallo di Rocca” di Nino Rota: Daniela Troiani al flauto, Paolo Montefusco al violino, Francesco Solombrino alla viola, Valeria Carnicelli al violoncello, Enrico Corapi al contrabbasso e Antonella Calvelli al pianoforte. Voce recitante, sempre Maria Luisa Bigai.
“Questo repertorio molto singolare e poco conosciuto – spiega ancora la Bigai – ebbe ampio sviluppo a partire dal Settecento, soprattutto nell’area cultural-musicale mitteleuropea. La sonorità della parola, le sue potenzialità ritmico-intonative spingono la musica ad assecondare ed espandere i significati poetici e drammatici del testo, verso una dimensione che bilancia e sfida la parola verso il suono e la sonorità verso la narrazione. Il terreno del melologo risulta una lente d’ingrandimento che evidenzia lo stile compositivo delle personalità che vi si espressero.
Lo speciale rapporto testo-musica che sta al centro del concerto – sottolinea, infine, Maria Luisa Bigai – ha reso necessario tradurre dal tedesco e adattare i testi in italiano per assecondare la forma metrica dettata dagli accenti musicali e restituirli nella loro specificità.”





 

Autore: Giuseppe Di Donna