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L'orchestra lirico-sinfonica del "Rendano" attesa dal "Rigoletto". Parla il Direttore Giovanni Pelliccia

giovanni pelliccia
20 feb 2012

Ultimi posti disponibili al botteghino del Teatro “Rendano” per la “prima” del “Rigoletto” in programma venerdì prossimo 24 febbraio (ore 20,30) ed in replica domenica 26 febbraio (ore 17,00).
Ieri, domenica, e sabato si è registrata un’impennata nella vendita dei biglietti e si va verso il sold out.
Le rappresentazioni del “Rigoletto” di venerdì 24 e di domenica 26 febbraio saranno precedute, mercoledì 22 febbraio, alle ore 19,00, dall’anteprima per le scuole.
Domani, martedì 21 febbraio, alle ore 18,00, l’opera di Verdi sarà presentata nella sala “Quintieri”, nel corso di un convegno dal titolo “Egemonici e subalterni” – Rigoletto come metafora tra deboli e potenti, tra gli inermi e gli arroganti del potere, tra rassegnazione e delirio di onnipotenza.
Vi parteciperanno, oltre al direttore artistico del “Rendano” Albino Taggeo e al direttore d’orchestra Giovanni Pelliccia, il regista Francesco Antonio Castaldo, il cast artistico e soprattutto il prof.Carlo Serra, docente di Estetica Musicale all’Università della Calabria, il maestro Paolo Mechelli, docente di storia della musica al Conservatorio “Giacomantonio” di Cosenza e lo storico del teatro e dello spettacolo Carlo Fanelli, anch’egli docente dell’Università della Calabria. Coordina Pia Tucci, storica della musica.
A guidare nel “Rigoletto” l’orchestra lirico-sinfonica del Teatro “Rendano” sarà il Direttore d’orchestra Giovanni Pelliccia che è anche Direttore Musicale del Teatro "Rendano". Sarà lui a prendere ancora una volta per mano l’organico degli orchestrali, composto nell’occasione da 53 elementi in tutto : 22 fiati e 31 archi.
Molti dei musicisti provengono dal Conservatorio “Giacomantonio” di Cosenza. Gli altri, a ben rappresentare tutto il Sud, da Sicilia, Puglia, Campania, Abruzzo e Basilicata.
Giovanni Pelliccia ha dato un contributo determinante alla formazione della nuova Orchestra lirico-sinfonica del Teatro "Rendano",nata nel novembre del 2011 e da lui già diretta nel “Nabucco”, l’opera con la quale il 2 dicembre 2011 si è inaugurata la stagione lirica del teatro di tradizione cosentino.
Background di tutto rispetto quello del direttore d’orchestra Giovanni Pelliccia.
Figlio del violinista Arrigo Pelliccia, proviene da una famiglia di consolidata tradizione musicale. Nato e cresciuto a Roma, trapiantato in Puglia dove è rimasto dopo avervi tenuto un concerto, da circa vent’anni vive a Bari. Diplomatosi in pianoforte e direzione d’orchestra al Conservatorio S.Cecilia di Roma, ha studiato anche composizione con il Maestro Gino Marinuzzi jr.
Ha lavorato tantissimo con l’Orchestra sinfonica della provincia di Bari, dirigendo concerti sinfonici nelle principali città italiane, ma anche all’estero e ha condotto diverse trasmissioni radiofoniche per Radiotre. Una in particolare, “Ballate con noi”, risale a quindici anni fa, ma è ancora ben impressa nella sua memoria. Una trasmissione nella quale si ascoltava e si commentava la musica, cosiddetta di sala, come il ragtime, il foxtrot od il valzer, calata in un contesto di musica classica. Ma l’impegno più attuale di Giovanni Pelliccia, accanto a quello di docente di direzione d’Orchestra al Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli è il nuovo corso impresso al “Rendano” di Cosenza dopo essere stato coinvolto dal direttore artistico Albino Taggeo nella direzione dell’Orchestra lirico-sinfonica.
In questi giorni che separano dalla “prima” sta mettendo a punto gli ultimi dettagli del “Rigoletto” superando quelle difficoltà di esecuzione che ogni opera lirica presenta.
“Le difficoltà del “Rigoletto” rispetto al “Nabucco” – confida – sono insite nel fatto che mentre il “Nabucco” è una sorta di bassorilievo, dove la coralità è presente dall’inizio alla fine, nel Rigoletto, invece, siamo di fronte ad un’opera nella quale ciò che prevale è la psicologia dei personaggi. Ne consegue che l’orchestra sia più filigranata e l’accompagnamento diventi quasi cameristico, molto più attento a quello che è il momento scenico e al dialogo espresso dai personaggi. E questa è la difficoltà che bisogna superare.”
Pelliccia trova particolarmente emozionante dirigere un’orchestra di giovani ed un cast vocale altrettanto giovane.
“La giovane orchestra del “Rendano” non conosce la routine, perché non ha ancora l’esperienza di un’orchestra stabile. Questo è un aspetto estremamente positivo perché consente a tutti – io per primo - di costruire qualcosa insieme con l’Orchestra (molti non hanno mai eseguito il “Rigoletto”) e io stesso sono sollecitato a scoprire cose nuove”
L’opera verdiana richiede inoltre una notevole concentrazione.
“Il Rigoletto – avverte Pelliccia - richiede un’attenzione, finanche sui minimi dettagli, non ci si può concedere distrazioni. Anche quando sembra che l’Orchestra non abbia importanza, deve stare sempre attentissima all’accompagnamento delle arie. Nel Rigoletto ci sono momenti musicali straordinari, persino negli accompagnamenti dei recitativi.” E mentre cura gli ultimi dettagli dell’esecuzione, non nasconde l’ambizione e l’orgoglio di poter dire : “adesso esiste qualcosa che tra 5 anni altri potranno prendere e continuare a sviluppare. Ma perché questi risultati arrivino ci vuole un respiro più ampio. Ripartendo quasi da zero con una nuova modalità è chiaro che c’è bisogno di un lasso di tempo ragionevole che ti permetta di cominciare a mettere a posto le cose che andavano messe a posto, fare un bilancio di questo primo anno e vedere le cose che non sono andate bene e che devono essere corrette.
Un passaggio indispensabile per poter poi continuare in questo lavoro di costruzione cercando di non fare il passo più lungo della gamba. Se fai le cose devi sbagliare, ma devi avere anche l’intelligenza di capire gli errori che fai.”

Autore: Giuseppe Di Donna