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Vaccini: la Commissione consiliare sanità approva all'unanimità un documento di forte denuncia. Chiesta la costituzione di parte civile del Comune negli eventuali procedimenti che potrebbero scaturire dalle inchieste sulla sanità

maria teresa de marco
12 mar 2021

La Commissione consiliare sanità, presieduta dalla consigliera comunale Maria Teresa De Marco, esaminata ed approfondita la grave situazione emergenziale legata alla nuova recrudescenza della pandemia da Covid-19, denuncia con forza una serie di inadempienze e criticità con riferimento soprattutto alle procedure seguite dall’Asp per garantire la somministrazione dei vaccini alla popolazione, attesa la situazione di disorganizzazione, di caos generalizzato e di violazione, in diversi casi, del diritto dei cittadini a ricevere un trattamento uguale per tutti. Nello stigmatizzare quanto sta accadendo nella città di Cosenza ed essendo precipuo dovere delle istituzioni intervenire a sostegno e a tutela dell’insopprimibile diritto dei cittadini alla salute, la Commissione sanità ha deciso, sui temi dibattuti, di assumere una posizione forte e dirompente. Non è più possibile restare in attesa e tollerare situazioni al limite della sopportabilità, quando gli eventi precipitano, senza che vengano individuate soluzioni apprezzabili, e quando in gioco c'è la salute dei cosentini e di tutti i calabresi. Anche quanto accaduto a seguito del ritiro improvviso di alcuni lotti di vaccino Astrazeneca, con 173 cosentini, insegnanti ed altro personale di un istituto scolastico della città, che si erano sottoposti alla somministrazione nella struttura dell’ospedale militare da campo dell’Esercito, merita un approfondimento e, se del caso, un’attenta indagine conoscitiva, atteso che le stesse persone sono state opportunamente poste in stato di osservazione per scongiurare ogni rischio per la loro salute. Ci troviamo di fronte all’urgenza di procedere nel più breve tempo possibile ad una vaccinazione di massa e questo obiettivo è, però, messo in seria discussione da una ormai cronica incertezza circa la disponibilità di dosi sufficienti per tutti, in considerazione del fatto che allo stato, pur ricevendo, dalle autorità centrali, assicurazioni sull’arrivo in Calabria di dosi di vaccino tali da soddisfare il fabbisogno della popolazione, all’atto pratico queste dosi sembra non siano completamente disponibili. La Calabria è attualmente al terz’ultimo posto nella graduatoria nazionale delle regioni che stanno provvedendo alla somministrazione dei vaccini. Il piano covid è stato rimandato indietro dal Ministero della salute e il commissario straordinario alla sanità della Regione non è stato ancora in grado, accumulando ritardi a ritardi, di elaborarne uno nuovo. Inoltre, si scontano anche le carenze di personale medico ed infermieristico con rallentamenti sempre più preoccupanti. In assenza di un’organizzazione adeguata e di indicazioni certe sulle priorità da seguire, il rischio che si corre - ed episodi di questo genere si sarebbero già verificati - è che la somministrazione dei vaccini avvenga a beneficio di chi è più furbo e più scaltro e può contare sugli amici degli amici. Al contrario, le procedure hanno bisogno di certezze e linearità e non di scorciatoie in grado di agevolare chi è abituato, con la compiacenza di qualcuno, a saltare le file. In un contesto del genere i cittadini sono sempre più disorientati e privi di una bussola da seguire, anche in considerazione del fatto che ai numeri telefonici indicati dall’Asp quasi sempre non risponde nessuno o le linee risultano per lungo tempo intasate, né va meglio sulle piattaforme allestite per fronteggiare l’emergenza. Alla luce di quanto esposto, con riferimento soprattutto ai cosìddetti “furbetti” del vaccino, la Commissione consiliare sanità, all’unanimità, chiede al direttore sanitario dell’Asp, attraverso un documento formale che lo impegni a fornire nel più breve tempo possibile risposte adeguate, di sapere quali siano i criteri che si stanno adottando per le vaccinazioni e nel contempo, di conoscere i criteri del tracciamento del lotto che è stato ritirato in via precauzionale e quali misure di osservazione e di intervento sono state assunte nei confronti dei 173 vaccinati all’ospedale militare da campo. Sulla necessità di garantire ai cittadini il diritto alla salute ed alla prevenzione non faremo sconti a nessuno. C’è, poi, una questione etica sulla quale la commissione sanità è e sarà assolutamente intransigente. Le recenti inchieste, di febbraio e dell’altro ieri, della Procura della Repubblica sulla sanità a Cosenza, ferma restando la posizione assolutamente garantista della commissione consiliare, non può lasciarci indifferenti ed inoperosi. Quali che siano gli esiti, nell’eventualità di un seguito processuale, la commissione sanità anticipa che il Comune dovrà costituirsi parte civile chiedendo, altresì, per equivalente, il sequestro delle somme agli indagati che dovessero risultare colpevoli di reato. Il Tribunale della libertà ha revocato le misure nei confronti degli ex direttori generali, ma ha confermato la gravità indiziaria, in ordine all’inchiesta avviata dalla Procura. Occorre avere un sussulto e risvegliare le coscienze, altrimenti non si potrà uscire da una situazione così drammatica.

La costituzione di parte civile del Comune nel processo che scaturirà nella vicenda dell'Asp deve rappresentare l’approdo coerente del lavoro svolto dalla commissione sanità in questi anni e la sua naturale evoluzione che ha sempre messo a nudo le disfunzioni verificatesi nell'erogazione dei servizi territoriali e delle prestazioni sanitarie. Parimenti, il Comune dovrà costituirsi parte civile qualora vengano accertati abusi rispetto alla titolarità del diritto di sottoporsi alla vaccinazione. Anche in questo caso, qualora questi abusi arrivino a diventare processi penali, anticipiamo l'intenzione del Comune di costituirsi parte civile. Altrimenti, il silenzio può apparire come sintomo di colpa o di complicità che assolutamente non può riguardarci. Bisogna schierarsi concretamente dalla parte dei cittadini e dei medici onesti. E fare una distinzione tra i medici di base che hanno dato la disponibilità a vaccinare e ad inviare l'elenco dei pazienti e quelli che si sono rifiutati, tra coloro che hanno rispettato il turno per i propri pazienti e quelli che si sono fatti autorizzare anticipatamente. Tra chi lavora nell'interesse della cittadinanza e chi invece lo fa per tornaconto personale. Sono queste le risposte che la Commissione sanità del Comune di Cosenza chiede nell’immediato, riservandosi, laddove necessario, di avanzare la richiesta di convocazione di un Consiglio comunale e provinciale congiunto e aperto, nel rispetto delle norme anti covid, alla cittadinanza ed alla partecipazione della deputazione dei parlamentari calabresi. Allo stesso modo chiede, prima possibile, un incontro con il Commissario Straordinario per la Sanità in Calabria, dott.Guido Longo.