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Approda in Commissione cultura il dibattito sul ritorno a scuola secondo le indicazioni contenute nell'ordinanza del Presidente della Regione Spirlì

il consigliere massimiliano battaglia
02 feb 2021

La Commissione Cultura di Palazzo dei Bruzi, presieduta dal consigliere comunale Massimiliano Battaglia, ha dedicato un'apposita seduta al dibattito in corso sul ritorno a scuola degli studenti, secondo le indicazioni contenute nell'ordinanza emanata nei giorni scorsi dal Presidente facente funzioni della Regione Calabria Nino Spirlì.

La discussione è stata sollecitata al Presidente della commissione cultura Battaglia dalla Presidente della commissione consiliare sanità Maria Teresa De Marco. Ospite dell'organismo consiliare, il dirigente scolastico del Liceo Classico “Bernardino Telesio”, Antonio Iaconianni, che nei giorni scorsi aveva scritto una lettera al Presidente della Regione Spirlì per chiedere la prosecuzione della Didattica a distanza al posto del rientro in presenza, a causa dell'emergenza sanitaria ancora in atto.

Dopo l'introduzione del Presidente Massimiliano Battaglia, i lavori della commissione hanno fatto registrare l'intervento della consigliera Maria Teresa De Marco (Presidente della commissione sanità) che ha espresso perplessità e preoccupazione soprattutto in ragione degli assembramenti cui danno luogo i ragazzi fuori dalla scuola. “Circostanza quest'ultima – ha sottolineato De Marco - che rende la scuola meno sicura, anche a causa di un sistema di trasporto degli studenti che non è in grado di tutelarli pienamente”.

Nel suo intervento il preside del Liceo “Telesio” Iaconianni ha ricordato le ragioni della sua lettera a Spirlì, “nata – ha detto - dalla preoccupazione della distribuzione della popolazione studentesca (1100 alunni) che trovano posto in 52 aule, con meno di un metro quadrato ad alunno, in situazione di normalità. Con le misure di prevenzione al 50% - ha aggiunto Iaconianni - è ovvio che questo rapporto sale, ma siamo pur sempre a meno di due metri quadrati ad alunno per classe. Difficilmente si riescono a contenere i ragazzi per 5 o 6 ore, costretti come sono ad indossare le mascherine e a restare fermi al loro posto per le misure disegnate a terra in corrispondenza dei banchi.” Iaconianni ha ribadito che non c'era tutta questa fretta per rientrare in presenza, attesa la presenza di una pandemia che esige che la salvaguardia della salute sia al primo posto. “La scuola – ha aggiunto il preside del “Telesio” -è presenza e va vissuta, ma in sicurezza”. Il dirigente scolastico del Telesio aveva chiesto al Presidente Spirlì di sviluppare ulteriori elementi di riflessione e di valutazione ai fini della decisione finale che ha poi prodotto l'ordinanza che demanda ogni libertà di decisione alle famiglie, scegliendo tra presenza e Dad. “La Dad – ha ribadito Iaconianni – resta una grande opportunità. Immaginiamo cosa sarebbe accaduto senza la possibilità di fruire della didattica a distanza. Si sarebbe verificato il più grande lockdown dell'istruzione di tutti i tempi. E' importante uscire da questa pandemia con il minor danno possibile. Bisogna stare molto attenti, specie tenendo conto della consistenza della nostra popolazione studentesca”. Il primo giorno di rientro a scuola il Telesio ha fatto registrare una bassa presenza. “Un altro messaggio – ha aggiunto Iaconianni - lanciato dalle famiglie e dal territorio. Le famiglie e i ragazzi hanno paura. Su 550 che dovevano essere ammessi (il 50% della popolazione scolastica) si sono registrate poco meno di 100 persone. Hanno fatto regolarmente lezione, un quinto a scuola e quattro quinti a casa. In questo momento – ha aggiunto il preside del “Telesio”- bisognava continuare con la DAD al 100% . La confusione è nata dall'interpretazione del contenuto dell'ordinanza, perché le classi dovevano comunque andare al 50%. E' la scuola che deve pensare poi a dei piani verticali di recupero per compensare ciò che si è perso. C'è stata un'organizzazione frettolosa”. Il provvedimento del Presidente Spirlì è stato, invece, condiviso dal Presidente della commissione cultura Massimiliano Battaglia che, da medico e da padre, ha sottolineato che “la situazione è in evoluzione e la speranza è che si possa tornare pienamente alla didattica in presenza e in sicurezza. La scuola per quanto può essere sicura, alla fine non lo è”.

Tra gli interventi successivi, quelli dei consiglieri Francesca Cassano, Carmelo Salerno, Bianca Rende, Giuseppe D'Ippolito e Gisberto Spadafora. In disaccordo con l'ordinanza di Spirlì si è detta Francesca Cassano. “Perché – ha spiegato - ha creato tanta confusione ed anche disparità nella metodologia della didattica. Alcune classi sono rimaste vuote ed alcune al 50% in presenza e al 50% in Dad. C'è stata un'eterogeneità di comportamento sia da parte degli alunni che degli insegnanti. Non può- ha sostenuto Cassano - essere demandato alla sensibilità del genitore se i ragazzi possono o non possono andare a scuola e quali rischi possono correre.” La consigliera Cassano si è detta favorevole alla chiusura della scuola per un altro periodo di tempo, “specie – ha precisato - in una fase così delicata in cui bisognava stare più attenti e continuare la Dad, che permette, se è completa, di raggiungere buoni risultati. Se è per metà, diventa più problematico e il compito arduo”. Quella di Spirlì per Cassano “è stata una scelta populistica. Non penso sia stato un modo giusto di affrontare il problema”. Non condivide l'ordinanza di Spirlì anche il consigliere comunale Carmelo Salerno che la vede “come un ulteriore tassello di un mosaico ben chiaro. Quando si è trattato di scuola – ha aggiunto - si è sempre cercato, da parte dei diversi livelli istituzionali, di demandare ad altri le decisioni. Adesso si è demandato ai genitori e ai dirigenti scolastici”. Per Salerno avrebbero dovuto decidere le istituzioni, perché le istituzioni dovrebbero avere i dati scientifici più precisi per decidere se una scuola è sicura o meno”. Salerno non è d'accordo nel definire populista il provvedimento del Presidente della Regione “perché non bisogna dimenticare quel che è accaduto con i Tar in tutta Italia, in quanto le ordinanze emanate dai sindaci e dallo steso Spirlì sono state tutte impugnate, in un sistema normativo che nel complesso è molto caotico e confuso. I Tar hanno sempre accolto tutti i ricorsi dei genitori che volevano la didattica in presenza. Considero quello di Spirlì uno strumento dato ai genitori per decidere autonomamente rispetto all'impossibilità di decidere diversamente. C'è un punto che dà forza a questa ordinanza – ha aggiunto Salerno - e che la pone in qualche modo al riparo da eventuali impugnazioni: ai genitori che dovessero presentare ricorso sarebbe eccepito un difetto di interesse”. Il consigliere Giuseppe D'Ippolito ha insistito sul nodo trasporti, primo step per garantire la sicurezza degli studenti. “Il vero problema – ha detto - non è tanto la scuola, ma il trasporto. Avevamo chiesto più volte di valutare, insieme al Presidente dell'Amaco, quali potevano essere le misure da mettere in campo, alla ripresa delle scuole. Oggi questo non è stato fatto. Qualcosa potremmo fare”. Divergente rispetto alle altre posizioni, quella della consigliera comunale Bianca Rende. “Non sono d'accordo con chi ha detto che la scuola debba continuare a distanza, per il mese di febbraio. La situazione non cambierà affatto. Il piano vaccinale è molto a rilento e quindi la scelta va fatta fino alla fine della scuola. E' importante – ha sottolineato Rende - riprendere una normalità di vita e nella didattica per i ragazzi che soffrono moltissimo e che molto spesso ricorrono all'assistenza di psicologi. C'è una situazione di grande smarrimento dei ragazzi dovuta alla chiusura della relazionalità sociale”. Per Bianca Rende “l'ordinanza di Spirlì è stata un abominio, ma anche per quelle famiglie che vogliono che i loro figli rientrino in presenza. Quello di Spirlì è stato un atteggiamento di retroguardia. Non si può delegare alle famiglie una scelta che non può spettare a loro, perché la scuola è pubblica ed è una competenza dello Stato. Molto di più si sarebbe dovuto fare sul piano della prevenzione nelle scuole, vaccinando il personale scolastico. La soluzione non può essere quella di scaricare sulle famiglie il peso di una scelta che non può toccare loro. La scuola non può funzionare come un menu à la carte”. A questo proposito una posizione dissenziente, rispetto alle dichiarazioni di Rende, ha assunto il Presidente della Commissione Battaglia per il quale “l'ordinanza è un'apertura alla democrazia. D'altra parte, non ha vietato a chi voleva rientrare in presenza di farlo”. Comprende le perplessità espresse, ma non le condivide, il consigliere Gisberto Spadafora. “Sulla Dad – ha precisato - si sono dette tante cose. In un marasma istituzionale come quello che stiamo vivendo, con provvedimenti legislativi che vanno in un senso e quelli regionali che vanno in un altro, i provvedimenti del Tar che sovvertono le decisioni degli amministratori locali, credo – ha aggiunto Spadafora - che Spirlì abbia adottato una soluzione di compromesso rispetto alle esigenze della cittadinanza regionale in questo momento. La sua ordinanza – ha aggiunto Spadafora - va a contemperare le esigenze di tutti e potrebbe reggere ad eventuali impugnative dinanzi al Tar”. Poi, come Presidente della commissione trasporti, ha ricordato la riunione in Prefettura durante la quale è stato stabilito un Piano dei trasporti, di concerto con la Provincia e con i rappresentanti del Comune e dell'Amaco, e che stabilisce, con riferimento al trasporto pubblico locale, il raddoppio delle linee, già dal mese di settembre, e una capienza massima nella misura del 50%. Aspetti che saranno approfonditi proprio in commissione trasporti domani, alla presenza dell'Assessore alla mobilità Spataro e dell'ing.Ferraro di Amaco. Sul punto, in chiusura di commissione, è nuovamente intervenuto il preside del Liceo “Telesio” Iaconianni che ha sottolineato la presenza solo di qualche corsa in più, ma non del raddoppio delle linee negli orari di ingresso e di uscita dalla scuola.

Autore: Giuseppe Di Donna