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Emergenza Covid-19 al centro dell'odierna seduta del Consiglio comunale

aula del consiglio comunale
28 apr 2020

Quasi interamente dedicata all’emergenza Covid-19 la seduta del Consiglio comunale, riunitosi questa mattina sotto la Presidenza di Pierluigi Caputo. Anche in questa occasione il Consiglio si è riunito con parte dei consiglieri in presenza in aula e parte collegati in videoconferenza, secondo i criteri fissati dal Presidente del Consiglio comunale, con provvedimento del 1° aprile scorso, e con l’utilizzo della piattaforma Skype. La discussione sull’emergenza sanitaria è stata preceduta da un breve intervento del consigliere comunale Massimo Lo Gullo che ha chiesto la parola, in apertura di seduta, per chiedere all’aula di esprimersi sulla sua proposta di affidare all’avvocatura comunale un mandato ad agire legalmente nei confronti di Vittorio Feltri per le dichiarazioni, ritenute offensive, pronunciate nei giorni scorsi nei confronti del Sud e quindi dei calabresi e della stessa comunità cosentina. Lo Gullo ha proposto che, in caso di soddisfazione della pretesa risarcitoria, l’indennizzo venga devoluto dal Comune di Cosenza a qualche associazione impegnata nell’azione di contrasto all’emergenza coronavirus. La proposta del consigliere Lo Gullo è stata approvata all’unanimità. Quindi è iniziata la discussione vera e propria sul primo punto all’ordine del giorno illustrato dal consigliere Giuseppe D’Ippolito che lo aveva proposto a nome del gruppo consiliare Fratelli d’Italia. D’Ippolito ha chiesto al Presidente del Consiglio comunale di voler ascoltare, prima di determinarsi con una posizione, anche politica, il dibattito. “Il dibattito – ha precisato D’Ippolito - dovrà fornire soluzioni, proposte e sviluppi interessanti”. L’esponente di Fratelli d’Italia ha ricordato le diverse interpellanze a risposta scritta sottoposte all’attenzione del Sindaco e della Giunta “cui – ha detto - non sono state ancora date risposte”. Quindi, non prima di aver inoltre ricordato il lavoro propositivo svolto dalla commissioni consiliari competenti, si è riservato di riprendere la parola al termine della discussione. Subito dopo è intervenuta la Presidente della Commissione sanità Maria Teresa De Marco dalla quale è venuta la proposta di far sì che l’aula ricordasse adeguatamente il sacrificio dei medici, infermieri, operatori socio sanitari e farmacisti che hanno pagato con la vita la loro esposizione al virus nell’esercizio della professione. “Un tributo intollerabile – ha detto Maria Teresa De Marco – e troppo alto”. Quindi la Presidente della commissione sanità ha rimarcato che “sin dall’inizio della pandemia ci siamo attivati per invitare in commissione il dottor Mario Marino per capire cosa stava accadendo. Ciascuno di noi ha dato il suo contributo per come ha potuto”. De Marco ha riferito poi alcuni dati medici che a suo giudizio rappresentano la base per fare chiarezza e da cui poter iniziare una riflessione sulla Fase 2. “Pur nella sua drammaticità – ha sottolineato la Presidente della Commissione sanità – l’emergenza coronavirus ha segnato un punto di svolta nella pratica clinica, rivoluzionando le conoscenze e mettendo a dura prova la solidità del sistema sanitario. Ha modificato il rapporto medico-paziente e con esso gli approcci terapeutici e comportamentali. L’ondata epidemica che ha caratterizzato la Fase 1 – ha aggiunto De Marco nel suo intervento – ha indotto radicali trasformazioni nelle corsie degli ospedali, negli ambulatori pubblici e privati, negli studi dei medici di base. Ed è stato proprio il medico di base ad essere coinvolto nei cambiamenti più clamorosi, ma è stato lasciato solo, senza protocolli e a mani nude. Noi dobbiamo adesso arrivare preparati alla Fase 2. I numeri, seppur forse non del tutto realistici, hanno inserito la Calabria tra le regioni meno colpite. Ecco perché – ha aggiunto Maria Teresa De Marco – dobbiamo mantenere alta l’attenzione Nella Fase 2 le occasioni di trasmissione del virus saranno molte di più e noi dobbiamo prepararci alle inevitabili conseguenze. Il rischio zero non esiste. Per agire occorre sapere quanti casi si verificano ogni giorno e dove si distribuiscono”. E Maria Teresa De Marco ha individuato alcuni cardini per avviare la cosiddetta Fase 2: “protezione, sanificazione, tamponi e test sierologici. Se in Ospedale non riescono a soddisfare le esigenze del territorio, si dia l’autorizzazione ai laboratori”. Tra i punti importanti De Marco indica, inoltre, “il distanziamento sociale, con il rispetto delle misure di igiene individuale, lo stabilizzarsi di una immunità naturale in una parte della popolazione e la stagionalità, nel senso che il virus dovrebbe prediligere l’inverno. Solo l’immunità ci protegge, ma non ne conosciamo la durata per cui dovrà essere monitorata nel tempo, il tutto in attesa del vaccino. Alcuni studiosi parlano di un ritorno del virus in autunno, soprattutto nel Centro Sud e noi dobbiamo prepararci anche per questa eventualità. La politica ha l’obbligo di mettere al centro della propria azione il cittadino/paziente. E’ nostro compito organizzare la fase 2 in maniera analitica, senza lasciare nulla al caso”. E propone “un’operazione sanitaria di massa che prevede test sierologici a tappeto per tutti i cittadini. Come medico, prima ancora che come consigliere comunale, ritengo che i tamponi e i test sierologici siano fondamentali per comprendere la diffusione del coronavirus e avere altre informazioni rilevantissime sull’immunità di gregge”. Tra le altre proposte della Presidente della commissione sanità, anche la realizzazione di un Covid Hospital che dovrà essere una struttura indipendente in grado di gestire anche in futuro un’emergenza sanitaria di questo tipo. “Come consiglio comunale dobbiamo – ha concluso Maria Teresa De Marco – spingere sulla Regione e sollecitare la Presidente Santelli a redigere un piano d’azione compatto, affinché predisponga un sistema efficace di monitoraggio epidemiologico territoriale per identificare e isolare ogni nuovo caso, spegnendo sul nascere l’emergere di nuovi focolai. L’aspetto sanitario però non prescinde da quello sociale ed umano. E’ arrivato il momento di dare voce a chi non ne ha ed operare per il bene comune”.

E’ stato poi il turno del capogruppo del PD in Consiglio comunale Damiano Covelli. Covelli ha auspicato l’elaborazione di un documento comune, senza distinzione di schieramenti, che vada nella direzione di tracciare un percorso per meglio rispondere all’emergenza. “Siamo stati fortunati in Calabria e a Cosenza – ha sottolineato Covelli. Se non ci fosse stata la brutta pagina di Villa Torano l’avremmo anche superata meglio. Se, però, avessimo avuto situazioni più terribili, avremmo avuto più difficoltà. Il problema non è stato risolto ed è per questo che è giusto rispettare le regole, evitare assembramenti ed uscire solo in caso di necessità. Mi sento di ringraziare i calabresi e i cosentini – ha aggiunto il capogruppo del PD - per la risposta data alle indicazioni del governo”. E un senso di particolare riconoscenza Covelli lo ha indirizzato agli operatori sanitari “che hanno lavorato in prima linea”. “Per quanto riguarda la politica, abbiamo segnalato che gli enti locali avrebbero potuto fare di più e meglio la parte loro spettante. Ci sono stati piccoli comuni che hanno impegnato risorse. Anche l’Azienda ospedaliera ha aperto un conto corrente per l’acquisto di attrezzature e quel conto non è stato chiuso. E’ importante prevedere risorse per la sopravvivenza di tante famiglie cosentine. I dati in nostro possesso – ha aggiunto Covelli – ci dicono che dopo lo stanziamento dei fondi per l’erogazione dei buoni spesa, sono arrivate al Comune 2600 domande e di queste ne sono state soddisfatte poco più di mille. A fronte di 2600 domande possiamo dire di aver soddisfatto circa il 40%. C’è ancora la necessità di fare di più. Chi ha avuto già i buoni spesa, oggi è di nuovo in condizioni emergenziali. Chi non li ha avuti, versava in una situazione di pregressa emergenza e continua ad esserlo. La povertà è in aumento dappertutto. Il tessuto sociale già debole, si è indebolito ulteriormente. C’è bisogno – ha detto ancora Damiano Covelli – di una risposta più attenta da parte dell’Amministrazione comunale per aiutare quelle famiglie che risultano più esposte. La risposta non c’è stata, né nei fatti, né nelle sollecitazioni da parte di tutti i consiglieri. Le associazioni hanno lavorato molto, aiutando le famiglie più bisognose. Non c’è stata risposta neanche dalla Regione Calabria. E’ vero che il governo ha stanziato dei fondi, ma forse sarebbe stato più giusto dare un reddito di emergenza, anziché un buono spesa una tantum. Se la giunta comunale avesse adottato provvedimenti di stanziamento di risorse, avremmo votato a favore di una proposta del genere. Avremmo voluto che la stessa solerzia dimostrata per lo stanziamento di 25 mila euro per l’acquisto di attrezzature necessarie allo smart working, fosse stata manifestata anche per le famiglie bisognose. Avremmo sfidato anche la Corte dei conti. Non ci avete messo in condizione di farlo. Vorremmo anche conoscere quante risorse sono arrivate con il conto corrente aperto dal Comune”. Infine Covelli ha chiesto il riconoscimento di un bonus di 100 euro in più in busta paga per i lavoratori del Comune e delle cooperative che hanno costantemente assicurato il servizio durante l’emergenza coronavirus.

L’istituzione di una Consulta di emergenza, per aiutare la città ad affrontare la Fase 2 dell’emergenza è stata poi proposta nel suo intervento dalla consigliera comunale Bianca Rende. “Il giudizio sulla gestione comunale dell’emergenza – ha detto Rende -non può che essere negativo. Dobbiamo ringraziare gli assistenti sociali e la struttura organizzativa, ai quali voglio dare la mia solidarietà dopo il deprecabile gesto di ieri (gli atti di vandalismo nella sede del welfare a via degli Stadi), il corpo dei vigili urbani e i dipendenti che, anche in questo frangente cosi problematico, sono riusciti ad assicurare i servizi di base (gli assistenti sociali, peraltro, senza essere pagati per diversi mesi). Un grazie ai cittadini – ha aggiunto Bianca Rende - che hanno rispettato in maniera esemplare tutte le prescrizioni, consentendo così il contenimento del contagio. Ma questo non può cancellare il giudizio negativo: l’Amministrazione non ha assunto alcuna iniziativa a Cosenza, da sempre guida politica della Calabria, che fosse di esempio per gli altri comuni, limitandosi ad un ruolo di mera gestione dei fondi governativi. Anche nel quasi nulla che si è fatto, la gestione dei buoni – ha proseguito Rende - l’Amministrazione è riuscita a far rilevare una grande confusione riguardo ai beneficiari, confusione aggravata dalla esclusione di ogni coinvolgimento della commissione consiliare competente. Personalmente avrei ritenuto ben più trasparente una gestione affidata al terzo settore che ben conosce la mappa del bisogno cittadino, e sottratta alla personalizzazione politica. Ma ormai, cosa fatta capo ha. Guardiamo al futuro: ed in relazione a questo chiediamo le intenzioni dell’Amministrazione in merito ai bisogni tutt’altro che evasi. Dalla relazione dell’Assessore, apprendiamo che sono stati erogati 1011 buoni, a fronte di circa 2600 domande. Il bisogno finisce qua?- si chiede la consigliera Rende . Come si affronterà il bisogno residuo che abbraccia una fascia larghissima e allarmante di popolazione? Altri comuni hanno già proceduto al 2° avviso. In commissione si è discussa la possibile costituzione di un fondo da alimentare con fondi plurimi: penso, ad esempio, che vada fatta la giusta pressione nei confronti della Regione”. Ed ha indicato in altri soggetti possibili da coinvolgere i soggetti bancari del territorio e la fondazione Carical. Bianca Rende ha rimarcato l’assenza di una “iniziativa chiara e responsabile dell’Amministrazione comunale”. “Se siamo stati poco intraprendenti nella fase 1 – dice - non possiamo consentire di esserlo nella fase 2 che rischia di trasformarsi in una carneficina sociale e di posti di lavoro, se non opportunamente governata da tutti i livelli amministrativi. L’Amministrazione dovrebbe avere l’umiltà e l’intraprendenza di confrontasi insieme all’opposizione con il sistema economico e produttivo della nostra città, costituire una consulta di emergenza con la società civile di cui dovrebbero far parte sindacati, rappresentanze degli imprenditori e dei professionisti” Rende chiede inoltre l’apertura di un’interlocuzione formale con la Regione per la ripresa dei cantieri che sbloccherebbero strozzature nella circolazione e darebbero una boccata di ossigeno all’economia cittadina. “Non è certo inutile – sottolinea ancora - ripetersi che l’emergenza sanitaria esplosa ha ribadito la necessità non più rinviabile di una nuova infrastruttura sanitaria, efficiente e tecnologicamente avanzata”. E a questo proposito chiede al Sindaco di accelerare l’interlocuzione con la Regione per la realizzazione del nuovo Ospedale “prima che i soldi vadano persi”. La consigliera Rende ha inoltra chiesto notizie circa il programma per la ripartenza, in termini di corse e spazi per il trasporto Pubblico Locale. “Una bella sfida per AMACO – ha proseguito - che dovrebbe essere coinvolta in un progetto di riorganizzazione dei tempi della città, differenziati ad esempio nelle aperture, per evitare assembramenti”.

Altra proposta è stata quella di chiedere fondi per la realizzazione dei tamponi per chi deve riprendere a lavorare, per individuare non solo i positivi, ma anche chi nel frattempo si è negativizzato. “Decine di comuni stanno procedendo in questo senso”. Un ulteriore pensiero la Rende lo ha rivolto ai ragazzi “che sono, insieme agli anziani, le prime vittime di questa pandemia. Se moltissimi anziani hanno perso la vita, loro hanno perso la spensieratezza. Il nostro Comune come intende stargli vicino? L’art. 29 della Costituzione riconosce alla famiglia una posizione preminente nella società italiana e l’art. 3 della Costituzione recita che bisogna rimuovere gli ostacoli sociali ed economici e non possiamo dimenticarlo proprio in un momento in cui si stanno acutizzando i divari fra le famiglie. Da domenica, in Spagna chi ha meno di 14 anni può uscire al massimo per un’ora al giorno e un adulto può accompagnare fino a tre bambini e ragazzi. Ora che i genitori torneranno al lavoro – si chiede ancora Bianca Rende - come si pensa di organizzare la vita dei piccoli? Sono temi cruciali, sui quali una amministrazione non può non interrogarsi. E’ stata, inoltre, ignorata dall’Amministrazione la condizione delle centinaia di cittadini cosentini rimasti bloccati fuori regione. A quei cosentini, mentre governo nazionale e regionale alzavano le frontiere, ci siamo rivolti? Abbiamo fatto sentire le nostre proposte e la nostra vicinanza? Non mi risulta. Ed è grave, perché sono quegli stessi cittadini ai quali ci rivolgiamo per il consenso e a cui dovremmo dare il buon esempio. Loro, rispettando le regole, sono stati all’altezza della inattesa situazione che stiamo vivendo. Noi lo siamo stati?”.

Il consigliere Vincenzo Granata, in apertura di intervento, ha espresso apprezzamento per la strategia di contrasto al coronavirus adottata dalla Presidente della Giunta regionale Jole Santelli. Granata ha, inoltre, apprezzato le decisioni assunte dal Sindaco Occhiuto, sin dal primo affacciarsi dell’epidemia, come l’annullamento anticipato della Fiera di San Giuseppe o la chiusura tempestiva dei centri anziani comunali e tutte le successive decisioni prese dal primo cittadino facendo ricorso al suo potere di emanare ordinanze contingibili ed urgenti. Apprezzamento Granata ha espresso anche nei confronti dell’Assessore al welfare Alessandra De Rosa, “onnipresente in ogni situazione creata dall’emergenza coronavirus in ambito sociale”. “Penso – ha aggiunto Granata - che chi è stato vicino alla gente bisognosa abbia fatto sicuramente il proprio dovere ed è questo che ha fatto Alessandra De Rosa, manifestando esaustività nelle azioni che ha condotto. In questa Fase 2 – ha aggiunto inoltre il consigliere Granata - dovremo convivere con il profilo emergenziale”. Quindi ha chiesto chiarezza alla Regione, portando ad esempio quello che è accaduto in queste ore. “L’assessore regionale al bilancio non ha inserito la posta di bilancio idonea a garantire i servizi pubblici essenziali (idrico e quello relativo ai rifiuti). E a questo proposito ha espresso preoccupazione chiedendo con chiarezza che nel bilancio regionale figurino le somme appropriate affinché ai servizi pubblici essenziali sia garantita continuità. Quindi Granata ha toccato un’altra questione, quella del sequestro di Piazza Bilotti, anche se l’argomento – come ha ricordato il Presidente Caputo – non figurava all’ordine del giorno. “Dopo 4 anni- ha detto Granata - dopo il solerte impulso di qualche parlamentare della Repubblica italiana, c’è stato il sequestro di Piazza Bilotti. Scendiamo in piazza – ha aggiunto rivolgendosi all’assemblea- E’ inconcepibile – ha detto inoltre Granata - che se le intercettazioni telefoniche risalgono al 2016, si arrivi al sequestro nel 2020. Il parcheggio di Piazza Bilotti è di tutti i cosentini. Chiediamone subito il dissequestro. Dopo il 4 maggio avremo un’altra situazione negativa in città. Piazza Bilotti è di tutti. Con la ripartenza, la sua chiusura è un danno per tutta la città”.

Il ritorno alla normalità è stato poi auspicato dal consigliere Marco Ambrogio. “E’ una richiesta che abbiamo a cuore – ha detto nel suo intervento- e speriamo di tornarvi a breve. Reputo, però, ingiusto che si punti il dito su una parte politica piuttosto che su un’altra. Quando analizziamo quello che finora è stato fatto – ha aggiunto - non c’è da plaudire nessuno, perché ognuno ha fatto la sua parte. Dire che nulla è stato fatto nella propria città, equivale a dire che si è stati chiusi in casa e non ci si è accorti di quello che è stato fatto”. Ambrogio ha rivolto un ringraziamento particolare alla Polizia municipale e all’intero settore welfare, “anche in virtù di quello che è successo ieri” (gli atti di vandalismo). Sui buoni spesa ha ricordato inoltre che la valutazione delle commissioni ha dovuto esaminare richieste che sono state presentate più volte dagli stessi nuclei familiari ed anche da chi percepisce il reddito di cittadinanza e di inclusione. Gli assistenti sociali hanno lavorato notte e giorno. Quindi ha sollecitato l’Assessore De Rosa ad affrontare in commissione la questione delle Cooperative Don Bosco e Adiss. Ambrogio ha inoltre rivolto un pensiero particolare ai tanti medici e paramedici caduti sul campo e all’impegno delle associazioni del terzo settore. Sempre sui buoni spesa, ha chiesto che la parte dei fondi che è residuata, circa 60 mila euro, possa essere stanziata per quelle associazioni che stanno lavorando per la distribuzione di pasti e la consegna della spesa a domicilio alle famiglie bisognose. Quindi ha ricordato la sua proposta per far nascere in città un ospedale da campo. “L’emergenza sembra superata – ha detto Ambrogio - ma il Covid è un nemico invisibile”. Ambrogio ha guardato anche a come si è mossa in questa fase la Regione, ricordando i 18 milioni di euro stanziati dal bilancio regionale per l’emergenza sanitaria. “Quella che stiamo attraversando – ha aggiunto - non è solo una crisi sanitaria, ma anche economica e sociale. E se i medici e le task force stanno facendo un buon lavoro, anche la politica deve scendere in campo. La consigliera Apicella ha avviato in commissione la discussione su come ripartire, ma per la ripartenza vera servono azioni più concrete”. Ambrogio ha riferito, inoltre, di una riunione avuta con i commercianti di Piazza Bilotti. “Sono disperati, dopo la vicenda del sequestro della piazza – ha detto. Sottoporrò all’aula – ha anticipato il consigliere Ambrogio – un documento per far sì che l’autorità giudiziaria possa disporre l’immediato dissequestro di piazza Bilotti. La politica deve remare dalla stessa parte onde evitare sciacallaggi di ogni sorta. Piazza Bilotti appartiene a tutti. Abbiamo piena fiducia nella magistratura, ma chiediamo di poter dire la nostra. Un sequestro non può avvenire dopo 4 anni. I commercianti si sentono colpiti due volte, dall’emergenza e dal sequestro”. E conclude il suo intervento formulando una proposta, quella di dare a tutti i commercianti, per uscire dalla crisi, la possibilità di continuare a pagare il suolo pubblico ma con lo spazio esterno raddoppiato o triplicato per rispettare il distanziamento, ma senza accumulare altre perdite. Infine, con soddisfazione, Ambrogio ha annunciato all’aula che non si sarebbe più discusso in Consiglio l’ordine del giorno sulla chiusura dell’Ufficio postale di Portapiana, in quanto, grazie alle varie sollecitazioni delle associazioni e l’attenzione che alla questione avrebbe dato l’assemblea cittadina, dopo un mese e mezzo l’ufficio ha stamattina riaperto i battenti.

Il consigliere Carmelo Salerno, intervenuto subito dopo, parla di “normalità diversa e che lo sarà forse anche a partire dal 4 maggio. Riacquisiremo un piccolo margine di libertà, ma c’è chi parla anche di 24 mesi di convivenza con la pandemia, per cui dobbiamo imboccare la strada della grande responsabilità. Non bisogna indossare casacche, se non quella dei cittadini. Se siamo tra le regioni dove il contagio è stato più basso, lo dobbiamo ai nostri concittadini. Ecco perché indosso la loro maglia. E’ necessario essere giusti e ricordare cosa è successo dai primi giorni. La Regione Calabria – ha aggiunto Salerno - da poco guidata dalla Presidente Santelli, ha adottato provvedimenti che hanno protetto il territorio. E’ stata la prima regione a chiudere le scuole e la prima, insieme alla Campania, a chiudere i confini. Un provvedimento opportuno, nonostante ciascuno di noi abbia parenti al Nord. Abbiamo sentito la presenza dell’istituzione e le istituzioni hanno fatto il loro dovere, anche a costo di adottare provvedimenti in contrasto con il governo centrale”. Carmelo Salerno ha rivolto un pensiero commosso a tutti coloro che hanno operato per salvarci la vita. Siamo tutti più consapevoli che la sanità pubblica è quella che salva la vita. La sanità privata svolge un ruolo importante, di supporto, ma la sanità pubblica richiede investimenti. Bisogna, dunque, ripensare il meccanismo del rapporto tra Stato, regioni ed enti locali”. Riguardo alla ripartenza Salerno sottolinea ancora che “da Conte mi sarei aspettato qualche parola in più sui giovani, sulle scuole, sulle università e sul turismo, settore tra i più colpiti. Si sta facendo il massimo. Ma aspettiamo anche l’impegno diretto del Comune che deve reperire fondi per dare un segnale ai cittadini di Cosenza. Noi dobbiamo prevedere fondi per far fronte ad un’emergenza”. E per questo ha rivolto un’accorata richiesta al Sindaco Occhiuto. “Il Comune deve dare dimostrazione di presenza. Non penso che nessuna Corte dei Conti possa dire nulla se si stanziano soldi per questa causa. E’ necessario far ripartire la macchina”. “Quando ci si adopera per il bene comune – ha sottolineato nell’intervento successivo il consigliere Enrico Morcavallo - non esistono colori o partiti politici. Dobbiamo responsabilmente agire con la consapevolezza di chi deve dare risposte ai cittadini. E’ un momento difficile per il nostro Paese e la nostra comunità, ma si corre il rischio di smarrire la bussola in questa tempesta sanitaria, sociale e psicologica Le cose da fare sono tante e bisogna farle in fretta. Occorre ritrovare le motivazioni e individuare soluzioni immediate, riscoprendo le proprie motivazioni profonde. Il Comune è il primo gradino per il cittadino. La politica non è una scienza esatta, non lo è mai stata, ma ha la capacità di andare oltre”.

 

Per la consigliera Francesca Cassano “Quello che stiamo vivendo oggi non ha precedenti. Pensavamo di avere delle certezze granitiche (incrollabili) sui nostri modelli di vita ed invece ci siamo accorti che non controlliamo nulla. Dopo questa pandemia le citta’, le case che non abbiamo mai frequentato tanto come in questi giorni, gli uffici, le piazze, i centri culturali, i luoghi di aggregazione, non saranno più gli stessi. Neanche il mondo del lavoro sarà più lo stesso. Bisognerà – ha aggiunto Francesca Cassano - rendere gli ambienti interni più salubri e sicuri. Più spazi, più barriere anti-virus e pulizie più frequenti. Negli Stati Uniti si sta già testando un nuovo concetto di design chiamato "Six feet office": percorsi a senso unico all'interno dell'ufficio consentiranno di mantenere le persone a una distanza di sei piedi (circa un metro e 80 centimetri). Ma dopo un periodo, anche abbastanza lungo, di smarrimento, di perdita di riferimenti scientifici, economici e sociali bisognerà ripartire reinventando e riorganizzando le relazioni sociali, economiche e territoriali”. Importantissimo è per la consigliera Cassano “il ruolo dei Comuni perché è a livello comunale che si conoscono le criticità del proprio territorio, le sofferenze e i disagi dei propri cittadini, i punti di forza e di debolezza della propria macchina burocratica. E per rafforzare il ruolo dei Comuni – sottolinea ancora Cassano - ci vuole solidarietà e sinergia tra le istituzioni locali. Purtroppo la nostra Regione, a differenza delle altre Regioni d’Italia, ha affrontato la pandemia, senza coinvolgere Comuni e Province anche solo in termini di conoscenza e trasparenza. La stessa sinergia che auspico possa avvenire d’ora in poi, perché finora è stata assente, anche tra Sindaco, giunta ed intero Consiglio Comunale perché questa situazione emergenziale va affrontata con il supporto di tutti, maggioranza e opposizione. 

Oggi – ha detto ancora la consigliera Cassano -serve garantire più protezione civile, infrastrutture ospedaliere e sanitarie, servizi essenziali, trasporti sicuri ed efficienti e piattaforme in grado di garantire tutti i servizi on line”. E a questo proposito la consigliera Cassano ha suggerito l’applicazione di una forma di economia circolare organizzando, come Amministrazione comunale, una raccolta di computer e tablet coinvolgendo gli studi professionali e le aziende che per esigenze lavorative rinnovano spesso il loro parco tecnologico. “Le stesse attrezzature – ha spiegato Cassano - potrebbero essere donate ai ragazzi delle nostre scuole che, per motivi economici, non hanno la possibilità di fare didattica a distanza. Occorre – ha aggiunto - rafforzare i servizi sociali ed il volontariato per non lasciare sole le fasce più deboli. Finora siamo stati in grado di fronteggiare la pandemia perché nella nostra terra non ci sono stati picchi di criticità e la diffusione è stata debole (anche per il comportamento responsabile dei cittadini). Ma la domanda che ognuno di noi si è fatto e si fa ogni giorno è: cosa sarebbe accaduto se anche qui la diffusione avesse raggiunto i livelli di alcune Regioni del nord? Sarebbe stata una catastrofe, con una sanità territoriale smantellata e le criticità del nostro ospedale che ben conosciamo. Anche per questo la realizzazione del nuovo ospedale non può concedersi ulteriori ritardi. I luoghi di aggregazione e le grandi arterie infrastrutturali si sono svuotati e probabilmente non torneranno più affollati come prima e ciò vuol dire che bisogna dare ancora più attenzione ai quartieri più periferici, alle barriere architettoniche, ai parchi pubblici e alle piazze presenti in città evitando che la vita sociale ed economica si concentri tutto su un solo corso cittadino. In tutto questo non dobbiamo dimenticare che noi viviamo già in una Regione, in una città che affronta continuamente situazioni emergenziali che si trascinano da anni: emergenza idrica con penuria maggiore in alcuni quartieri, emergenza abitativa, emergenza rifiuti, emergenza sanitaria, emergenza cimiteriale, emergenze che sono lì, sempre dietro l’angolo, e la cui risoluzione non é più procrastinabile. E’ vero – ha concluso Cassano - nulla sarà più come prima, ma potrebbe essere meglio perché quando si è costretti a fermarsi fisicamente sono le idee a camminare più veloci. Sta a noi trasformare questa crisi in opportunità”.

Un intervento tra il tecnico e il politico quello del consigliere Massimiliano Battaglia, di professione medico ospedaliero. “Non dobbiamo sottovalutare la Fase 2 – ha detto Battaglia - per il rischio di contagio. Il fatto che sinora siamo stati fortunati, non deve farci illudere. Fin quando non arriverà il vaccino, dovremo continuare ad evitare gli assembramenti”. E a questo proposito Battaglia ha chiesto un passo indietro per proseguire la chiusura delle attività commerciali la domenica e il sabato pomeriggio, anche incentivando la possibilità di fare la spesa nei rioni e nei quartieri, nei negozi di vicinato. Altre proposte di Battaglia sono l’estensione a tappeto dei tamponi, per individuare i soggetti già infetti e i portatori sani ed un controllo sulle strutture alberghiere.


Per il consigliere Gisberto Spadafora “nessuno deve scadere nel populismo. Occorre riflettere sul senso della politica, sull’arte di amministrare e di ascoltare le istanze dei cittadini. Questo è il momento in cui dobbiamo dimostrare che non ci sono divisioni e di perseguire lo stesso obiettivo. Fino ad ora gli amministratori hanno dato dimostrazione di ampia capacità Una regione che riesce ad ottenere la ribalta internazionale su un giornale autorevole come il “New York Tmes” indicando nella Presidente Santelli un modello che è stato in grado di arginare l’epidemia in corso, è quanto dire”. Spadafora ha ricordato la commissione attività economiche e produttive di ieri con la Presidente Annalisa Apicella e l’Assessore Pastore nella quale si è parlato della ripartenza, sviluppando i temi che dovranno essere affrontati d’ora in avanti. Infine, ha chiesto al Sindaco e alla giunta di reperire altre risorse per le famiglie in difficoltà.

Al termine del dibattito, come preannunciato, ha tirato le somme della discussione il consigliere Giuseppe D’Ippolito che ha, raccogliendo anche la sollecitazione dell’opposizione, rivolto un invito all’Amministrazione comunale, di reperire nuove risorse da destinare all’emergenza sociale, in sede di bilancio riequilibrato. “In questo momento – ha detto D’Ippolito - c’è bisogno di più coraggio. Non ci sarebbe bisogno di sottoporsi al giudizio della Corte dei conti. Il Comune è l’ente di prossimità più vicino e noi dobbiamo dare delle risposte. All’inizio forse si è perso un po’ di tempo. Ritengo davvero che il Consiglio debba essere rimesso al centro dell’azione amministrativa per cercare di trovare soluzioni anche concrete. Occorre valutare la possibilità di impegnare la giunta ad adottare una variazione di bilancio che riguardi i sussidi riferiti al welfare”. E’ quindi intervenuto il Sindaco Mario Occhiuto che ha ricordato come l’Amministrazione comunale si sia subito attivata in prima linea, al primo affacciarsi dell’epidemia, con importanti provvedimenti: a cominciare dall’ordinanza con la quale sono stati raddoppiati i posti letto di malattie infettive e pneumologia e “per i quali il commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera, Giuseppina Panizzoli, mi ha ringraziato”. “Raddoppiando i posti a malattie infettive, sono stati curati molto bene non solo gli ammalati di Cosenza, ma anche quelli provenienti dalla provincia. Sono stato l’unico sindaco che ha fatto un’ordinanza di questo tipo. Non ho fatto il sindaco sceriffo, con l’obiettivo di chiudere tutto, ma la città di Cosenza ha avuto meno contagi a livello regionale. Con un’altra ordinanza, adottata in anticipo con freddezza e lucidità, abbiamo annullato la Fiera di San Giuseppe. Così come con estrema tempestività abbiamo emanato l’ordinanza per la chiusura anticipata dei centri comunali per anziani, quando ancora non si parlava dei contagi nelle RSA. Siamo stati tra i primi ad attivare il Centro Operativo Comunale con il coordinamento della Protezione civile ed il protocollo d’intesa con le associazioni del volontariato che ha consentito di dare servizi alle famiglie bisognose. Abbiamo contribuito, con somme di bilancio – ha aggiunto Occhiuto - alla distribuzione dei pacchi alimentari insieme alle associazioni. Sui buoni spesa, adottando la soluzione dei ticket, abbiamo avuto più buoni spesa per le famiglie. Sono arrivate più di 2600 domande, circa 640 appartengono a beneficiari del reddito di cittadinanza, altre 160 sono state mendaci. Gli uffici stanno verificando le altre perché è giusto verificare. Abbiamo fatto, insieme all’Assessore Pastore, delle proposte alla Regione per la Fase 2. Per Ernst & Young, Cosenza – ha detto ancora Mario Occhiuto - è tra le città italiane dove sarà più facile ripartire, perché abbiamo meno contagi e perché ci siamo mossi prima in tutta una serie di buone pratiche. Abbiamo investito sulle piste ciclabili, sulle reti ecologiche, sui percorsi benessere. E siamo nelle condizioni di far vivere la città nella nuova fase, in modo graduale, mediato e distanziato. E possiamo dare – ha aggiunto il Sindaco - ai commercianti e agli esercenti più spazi nelle nostre piazze e nelle aree pedonali. Anche nel trasporto pubblico stiamo studiando soluzioni adeguate perché si tratta di idee sulle quali avevamo già investito. Per esempio abbiamo già appaltato un servizio di bike sharing . Non riduciamo, pertanto, la narrazione ad un ragionamento sul sussidio. Nessun comune d’Italia ha immaginato di dare sussidi. Tutti i comuni si troveranno in difficoltà. Ed è per questo che tutti i comuni attraverso l’Anci hanno richiesto ulteriori trasferimenti. Tutti i comuni sanno che non possono far fronte ad attività dirette, tanto più quelli che versano in situazioni di dissesto o predissesto. Dobbiamo concentrarci sulla capacità di proporre idee. Il nostro sarà un contributo di azioni o operazioni creative non legate a una politica di assistenza che è necessaria, ma che non compete ai comuni”. Dopo il Sindaco è intervenuta l’Assessore al welfare Alessandra De Rosa che è entrata nel dettaglio delle azioni messe in campo dal settore politiche sociali per fronteggiare l’emergenza. La De Rosa ha ringraziato soprattutto tutti gli operatori dei servizi sociali, “ragazzi che si sono messi in gioco esprimendo al massimo la loro professionalità. Tutto questo lavoro non si sarebbe potuto realizzare senza di loro”. Quindi ha fornito dei dati spiegando anche i criteri che sono stati seguiti. Al settore welfare sono pervenute 2600 domande. Alla data del 24 aprile risultano inviati buoni spesa a 1.011 nuclei familiari. 160 risultano le domande mendaci, 300 le pratiche incomplete o con incongruenze da valutare singolarmente, 116 quelle trasmesse da non residenti, 640 quelle pervenute da beneficiari di reddito di cittadinanza. 100 sono state quelle prodotte da nuclei familiari che dichiarano di possedere più di 7 mila euro sul conto corrente e di aver percepito più di 250 euro nel mese di marzo. “Le domande dei beneficiari del reddito di cittadinanza – ha detto De Rosa- non le abbiamo completamente scartate. Cercheremo di capire cosa si può fare. Faremo le valutazioni del caso”. Subito dopo l’intervento dell’Assessore De Rosa, il consigliere Lo Gullo ha chiesto alla titolare della delega al welfare di farsi portavoce con l’Assessore al welfare della Regione per sbloccare i contributi fitto casa che non vengono erogati dal 2017. Inoltre Lo Gullo ha chiesto ai parlamentari della circoscrizione calabrese di destinare un contributo alle famiglie bisognose sul conto corrente dedicato aperto dal Comune. Subito dopo, sono stati depositati alla Presidenza due ordini del giorno sul futuro di Piazza Bilotti per l’immediato avvio della procedura di dissequestro. Damiano Covelli ha proposto poi di non presentare sull’emergenza Covd-19 alcuna risoluzione dando incarico alle commissioni bilancio e sanità di pervenire ad una soluzione unitaria che possa inglobare tutte le idee e le proposte scaturite dal dibattito. L’invito di Covelli è stato accolto sia dal consigliere Salerno che dal consigliere D’Ippolito. Si tornerà in Consiglio per votare la proposta condivisa. L’altro ordine del giorno sulle problematiche del cimitero di Cosenza è stato rinviato su richiesta del Consigliere Lo Gullo.

Autore: Giuseppe Di Donna