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In Consiglio comunale si parla di una facoltà universitaria in città e della movida di piazza Santa Teresa

consiglio comunale 1 febbraio
02 feb 2016

Presieduto da Michelangelo Spataro, il Consiglio comunale di Cosenza ha affrontato il punto all’Ordine del Giorno – sottoscritto da ben 29 consiglieri – inerente l’istituzione nella città capoluogo di un dipartimento universitario.
Ha introdotto il consigliere primo firmatario Sergio Nucci (Polo Civico Buongiorno Cosenza) che, in prima battuta, ha evidenziato come il gran numero di firme, la quasi totalità del Consiglio, “significhi che esiste nell’ambito del Consiglio una sensibilità diffusa sulla problematica. E' ineludibile che Cosenza abbia perso ruoli e funzioni, perché non sono state realizzate politiche attrattive e alcuni centri nevralgici sono stati spostati dal capoluogo impoverendo il nostro tessuto sociale, economico e produttivo. Alla luce di questo decremento di attività direzionali, e anche di un decremento abitativo, ci siamo interrogati su quali potessero essere i rimedi, tutto ciò che servirebbe a far tornare Cosenza a quella che era un tempo. Fra le cose che riteniamo possano diventare volano di sviluppo del capoluogo pensiamo meriti un posto di eccellenza un polo universitario, polo di aggregazione di tanti giovani che in questi anni ha arricchito la città di Rende, rendendola più attrattiva rispetto a Cosenza che invece avrebbe storia, arte, prospettive e possibilità tali da diventare essa stessa un polo culturale universitario di primo livello. È chiaro che Cosenza non può rivendicare un ruolo senza trovare nell’UniCal un punto di ascolto. Ma non abbiamo mai trovato nell’UniCal la volontà di venire incontro a questa esigenza, pur contando tra i suoi docenti tanti cosentini. Basterebbe un segnale di apertura da parte dell'università per aprire un nuovo scenario per la nostra città. Allora, la richiesta di questi 29 consiglieri è che si cominci a pensare di destinare alcuni immobili storici al centro universitario, che alcuni palazzi possano diventare patrimonio per l’UniCal. Per fare questo ci vuole una forte volontà politica e la disponibilità dell’università stessa, solo la cooperazione tra la città e l’UniCal può portare a una sintesi positiva”.
Qual è allora la proposta? “Rendiamo operativo un gruppo di lavoro, composto anche da consiglieri, e gettiamo così le basi perché un lavoro serio si possa realizzare, che magari può diventare una realtà nella prossima consiliatura”.
Salvatore Perugini (PD) ricorda i tanti consigli comunali “che si sono susseguiti nei vari quinquenni e hanno affrontato questa discussone giungendo ad un deliberato col quale è stato sollecitato quello che oggi noi risollecitiamo. Penso che bisognerebbe fare una riflessione sul fatto che l’università è sfuggita a questa discussione, manifestando una posizione di chiusura verso questo tema. Non possiamo dimenticare la storia e la genesi di questa università, nata negli Anni 70 con la precisa scelta politica di istituire in questo territorio un'università residenziale, il campus, ma riferito ad un segmento di istruzione universitaria che erano le facoltà ad indirizzo tecnologico e ingegneristico. Nel tempo quell’idea è stata implementata, inserendo corsi di laurea che nulla hanno a che vedere con l’impostazione originaria. Oggi c’è quasi tutto tranne medicina, e quel tema della residenzialità si è un po' annacquato se è vero che molti risiedono fuori dalla cinta universitaria. Quando le cose cambiano, e anche in meglio, bisognerebbe stimolare una discussione che affronti anche il tema di portare nella nostra città un corso di laurea, eppure la reazione del mondo universitario è di segno contrario. Non si può vivere nel chiuso dei recinti, io credo che la delibera di oggi debba essere strutturata in modo che si dia una grande investitura al Sindaco della città perché incalzi l’università ad aprire una discussione, poi gli esiti li vedremo, le compatibilità si verificheranno. Il problema è di sensibilità che oggi devono incrociarsi”.
Anche Francesco Perri (PdL) sottolinea il gran numero di firme che accompagna la richiesta di Ordine del Giorno, “segno che la stragrande maggioranza vuole che questa questione aperta conosca un esito. A Cosenza sono stati fatti tanti torti, e sulla questione università ricordo che ci furono degli impegni: Cosenza doveva avere l'università residenziale, Reggio Calabria la sede del Consiglio regionale, Catanzaro era il comune capoluogo. Nel corso degli anni questa università non è più di tipo residenziale ma è diventato altro. Questo è il momento giusto per ricordare che Cosenza e i suoi cittadini guardano con grande interesse all’area urbana e la primogenitura di Rende sta stretta a tutti. Come Amministrazione dobbiamo rimediare a questo torto. Se l’Amministrazione si fosse concentrata ad aprire un colloquio con l’Università della Calabria qualche risultato forse l’avremmo ottenuto. La nostra richiesta quindi è più che legittima; significherebbe anche accedere a fondi europei per recuperare parti significative del tessuto degradato del centro storico e nello stesso tempo creare tante opportunità di lavoro, favorire quell’indotto che è legato alla presenza dell’università. Se ciò non fosse, provocatoriamente dico: Cosenza istituisca una sua università”.
Per Maria Lucente (PD) “da moltissimi anni questo argomento di una integrazione culturale forte tra UniCal e territorio cosentino, è stato affrontato, incalzato, con momenti di concretezza che poi sono svaniti. Si individuavano anche spazi da ristrutturare, credendo davvero che si potesse realizzare una forma di integrazione con alcune facoltà o anche col rettorato, perché l’università fosse anche cosentina. Poi, soprattutto negli ultimi anni, è arrivata la stanchezza patologica, non abbiamo ripreso l’argomento perché l’università ha sempre trovato forti resistenze, di tipo organizzativo, le ritengo pigrizie. Ma noi come Amministrazione non abbiamo fatto abbastanza per riprendere questo tema, per incalzare , anche con una modalità nuova, più convincente. Sono scemati anche i rapporti culturali, ho visto una forma di separazione forte, pericolosa per la città di Cosenza. Lasciamo un segno forte, cerchiamo di reagire a una sorta di paralisi che qualcuno ci ha posto davanti. Sta a noi riattivare le sensibilità. Bene dunque a una commissione di lavoro, che non sia solo di consiglieri ma anche di persone staccate dalla politica, con l’università. È un tema sul quale la Calabria non può mollare”.
Giovanni Perri (PSE) interviene a completamento della proposta, “l’UniCal – ha detto - per come costituita ha un dipartimento che potrebbe trovare la sua collocazione più giusta e culturalmente adeguata, il dipartimento di studi umanistici. In prospettiva, poiché è evidente che allo stato attuale si dibatte sul polo sanitario, dico che se si dovesse realizzare, l’università potrebbe prendere più corpo con una futura facoltà di medicina”.
Anche Michelangelo Spataro (Forza Italia) ricorda “una delibera di Consiglio che andava proprio in questa direzione, di insistere sulla delocalizzazione dell’UniCal, di una facoltà nel centro storico. Il problema è da ricercare nel campanilismo che non ha portato e non porterà ad avere una parte dell’università in città perché non c’è questa volontà. Atteso che la Regione ha promesso la costruzione del nuovo ospedale, possiamo pensare di supportare l’idea della facoltà universitaria di medicina. Stasera possiamo dire qualsiasi cosa, ma mai una facoltà già esistente sarà trasferita a Cosenza.
Marco Ambrogio (PD) non rinuncia in apertura a ritornare sulla questione delle quote rosa, “oggi è il 70° anniversario del voto alle donne, ne approfitto per ricordare al Sindaco che deve ancora rispettare la sentenza sulle quote rosa”. Sull'argomento università, “credo che nessun consigliere sia contro la nascita di una facoltà universitaria nel centro storico. Però oggi confondere le idee con la nascita di un ospedale non mi sembra opportuno. Stasera stiamo discutendo di un’altra cosa, dico al Sindaco di riprendere una delibera della giunta precedente quando con il collega Napoli facemmo un protocollo con l'università per insediare nel centro storico una scuola di italiano per stranieri. Quello potrebbe essere un inizio. Sono comunque d’accordo con la proposta di Nucci”.
Nella replica il Sindaco Mario Occhiuto torna sulla circostanza che tutte “le giunte precedenti hanno sempre rincorso l’Università della Calabria perché potesse aprire delle facoltà o quanto meno dei corsi nel centro storico. E non è mai avvenuto. Abbiamo trovato sedi date in comodato che erano state praticamente abbandonate, senza produrre alcun tipo di risultato rispetto alla rivitalizzazione del centro storico. In sostanza è stato un obiettivo perseguito ma che non ha avuto esito. Perchè in realtà possiamo fare tutti i documenti che vogliamo ma dall’altra parte non c’è questa volontà. Dall’ex Rettore all’attuale, a molti docenti, tutti hanno bocciato questa possibilità, con ragionamenti anche comprensibili. L’UniCal è stata concepita come un campus, in parte residenziale, con tutti i servizi, quindi è una sorta di isola in cui tutti si sentono nella loro dimensione. In questi cinque anni ci siamo inventati tante cose, ridando centralità alla città, ma non dimentichiamo che nel territorio di Rende c’è una università con 35.000 persone che di per sé creano un indotto, ma senza un sistema di collegamento unico e realmente efficiente. Una città si sviluppa in un periodo abbastanza lungo, chi ha immaginato di localizzare l’università in quell’area di Rende, ha immaginato uno sviluppo verso nord. Se spostiamo un elemento attrattore spostiamo anche lo sviluppo di una città perché le scelte urbanistiche hanno delle conseguenze, una di queste è stato lo svuotamento del centro storico, seppure con la positività di aver creato un’area urbana. Se gli amministratori al contrario avessero immaginato di fare l’università all’interno del centro storico, oggi avremmo avuto 35mila persone nel centro storico di Cosenza con le abitazioni occupate, gli immobili ristrutturati, tanti locali aperti e tutto ciò che commercialmente doveva soddisfare le esigenze degli studenti. Sono scelte. Vogliamo fare un tavolo? Ma l’università non si sposterà mai. Perché c’è un campus già consolidato con, in aggiunta, il problema dei trasporti. Oggi invece parliamo dell’ospedale. La Regione ha il compito della programmazione, di definire i contenuti, la scelta urbanistica è del Comune. A Vagliolise non c’è un’area per un ospedale, immaginate invece una facoltà di medicina sul vecchio sito con un ospedale riqualificato. Significherebbe avere all’interno del tessuto cittadino una grande contenitore, se spostiamo queste funzioni diamo un colpo mortale alla città. Questo è l’unico modo per portare una facoltà in città, a ridosso del centro storico. Altre modalità sono state perseguite negli anni ma non ci si è riusciti perché per la tipologia del campus non sono praticabili”.
A Carmelo Salerno (Forza Italia) il compito di leggere il documento bipartisan. Prima ancora il consigliere forzista ha però detto rispetto alle sollecitazioni del Sindaco “che non dobbiamo essere così pessimisti. Se vogliamo che nasca una facoltà o un dipartimento dell’università nel centro storico, lo dobbiamo chiedere. Che non ci si sia riusciti in passato non deve bloccare il percorso. Sull’ospedale, condivido la riflessione del Sindaco, però gli dico di tenere presente che l’ospedale non è solo un organo vitale di Cosenza città ma dell’intera provincia. Con ciò non voglio prendere posizione sull’ubicazione ma quando pensiamo a un ospedale, con una università, con altre cose al suo servizio, dobbiamo pensare anche ad elisoccorso e ad un sistema viario che lo rendano realmente fruibile a tutta la provincia.
Il documento, approvato subito dopo all'unanimità, “istituisce un gruppo di lavoro composto da tre consiglieri di maggioranza e tre di minoranza che affianchino il Sindaco, per valutare tutti gli aspetti didattici, organizzativi e logistici, e renda operativa l’istituzione nella città capoluogo di un polo universitario (nella specie un Dipartimento o un corso di laurea) nei modi e nei termini che saranno concordati tra le parti. Il Consiglio comunale dà mandato al medesimo gruppo e al Sindaco di effettuare una puntuale ricognizione di eventuali soggetti interessati alla realizzazione dell’ambizioso progetto”.

Si è passati dunque al punto successivo su piazza Santa Teresa, centro della movida cosentina dopo i lavori di riqualificazione. Sono cosa nota le lamentele di tanti residenti nei confronti dei diversi locali che insistono sull’area, forte elemento attrattore per un gran numero di giovani, soprattutto nel weekend, con disagio a carico dei residenti sia per il rumore che per il parcheggio selvaggio e l’inciviltà di alcuni che lasciano i rifiuti nella piazza. Ad introdurre il consigliere primo firmatario Sergio Nucci (Polo Civico Buongiorno Cosenza). “E' un Ordine del giorno molto datato – ha detto - e molto trattato dalla stampa. Ci saremmo dunque aspettati dei correttivi invece la questione rimane attuale perché nulla è stato fatto. È una zona della città in cui una sorta di anarchia determina delle problematiche importanti.
Ho sempre pensato ad un Sindaco come ad un padre di famiglia, che con pazienza ed equità si comporta nei confronti dei propri figli, e con un animo tale da non generare sospetti di favoritismi. Glielo dico Sindaco con grande onestà intellettuale, perché invece di intervenire e cercare dei rimedi ha alimentato questo conflitto tra esercenti e residenti. Lei non ha garantito il rispetto delle leggi e aveva l’autorità per farlo. Durante i lavori del sagrato di Santa Teresa c’era stato l'impegno dell’Amministrazione ad apportare dei correttivi sui parcheggi. Il grande afflusso notturno di giovani ha ormai trasformato il sagrato in un parcheggio, così come avviene sull’isola pedonale nei giorni festivi. Aveva promesso che ci sarebbe stato una sorta di divieto di accesso dalle 20 alle 8 del mattino. I cittadini vi avevano creduto e disattendendo gli impegni ha alimentato il conflitto. Ora cosa intende fare per tutelare gli uni e gli altri, residenti e commercianti? Ci troviamo di fronte ad un non rispetto delle norme e allo scarso rispetto dei cittadini. Se c’è la possibilità di arrivare a delle soluzioni che possono compenetrare i diritti dei cittadini e degli esercenti, si faccia subito.
Per Giovanni Perri (PSE) ci si trova di fronte “ancora una volta al mancato rispetto delle regole, e dovrebbe essere facile soprattutto per chi decide di vivere un momento di socializzazione, farlo secondo le regole della civile convivenza. Chi amministra ha il dovere dell’autorevolezza morale, di instillare nelle giovani generazioni il senso di educazione civica. Dall’incuria, dalla sporcizia, da tanti segni di degrado ai quali ci si abitua, tutto diventa normale. E non va bene, le soluzioni devono essere degli atti di governo, e non un voler salvare capre e cavoli per accontentare tutti. Almeno a fine consiliatura ci si metta mano e si governi questo fenomeno.
Massimo Commodaro (Mario Occhiuto Sindaco) ringrazia invece “i giovani imprenditori che hanno creato una bella realtà come il distretto della movida di Santa Teresa. Sono persone che hanno investito, che hanno creato qualcosa di importante. Non dobbiamo confondere l’errore di qualche singolo con il sistema in generale. La conflittualità con i residenti nei termini in cui se ne sta parlando, io non l’ho mai vista. Certamente gli eccessi vanno stigmatizzati. Facciamo allora un tavolo di concertazione tra Amministrazione, esercenti e residenti.
Marco Ambrogio (PD) “Non vogliamo andare contro una categoria, i commercianti di santa Teresa hanno avuto sicuramente il merito di aver creato un punto di incontro nel cuore della città e anche in un particolare momento storico in cui il baricentro era spostato verso la città di Rende. Però sono stato uno dei firmatari dell’Ordine del Giorno perché la politica deve intervenire a bilanciare i due interessi, quelli dei commercianti e quelli dei residenti. Sposo l'idea del tavolo di concertazione ma sarebbe anche superfluo se ci fosse l’intervento dell’Amministrazione. Aggiungo invece qualcosa sul tema della sicurezza, a distanza di due anni dalla nostra richiesta ancora le telecamere in centro città non sono state ripristinate. Diamo anche più sicurezza a commercianti e residenti”.
Per Francesco Perri (PdL) “non v’è dubbio che la città debba essere grata a quegli imprenditori che hanno inteso investire in termini economici e favorire occasioni di socializzazione. Per la nostra città significa ricchezza e crescita, però le nostre famiglie hanno diritto di essere tutelate. Dobbiamo trovare il modo di garantire la loro serenità. Noto per esempio che non c’è controllo, allora chiediamo anche la presenza delle forze dell’ordine. Credo che questo vogliano gli abitanti. L’invito al Sindaco è che accolga queste richieste”.
Nella replica il Sindaco Mario Occhiuto, manifesta subito la propria disponibilità ad accogliere l'appello dei consiglieri, “in realtà ho sempre cercato di intendere il mio mandato come un buon padre di famiglia tant’è che più volte ho incontrato i commercianti e anche i residenti. Ogni volta che sono passato da quell’area ho sollecitato l’intervento della polizia municipale laddove ho ravvisato degli abusi. Tutte le azioni svolte in quell’area sono riferite a un quadro normativo che esiste e che va rispettato. A me risulta che sono state fotte molte contravvenzioni e non solo da parte della Polizia Municipale, tant’è che alcuni locali hanno adeguato la insonorizzazione, così come ho cercato di mettere d’accordo commercianti e residenti invitandoli a costituire un comitato unico nel quale autoregolamentarsi. Abbiamo anche istituito una pattuglia di controllo nella fascia serale. Evidentemente però il problema persiste per cui prendo a cuore l’appello del Consiglio, interverremo ulteriormente. Per quanto attiene la questione della videosorveglianza, informo che c’è stata una riunione in Prefettura ma dipende tutto dal Ministero, noi abbiamo persino dato la disponibilità dell'Amministrazione a impegnare una somma per la revisione e la manutenzione delle telecamere”.
Esaurita questa discussione, su richiesta del consigliere Nucci, il Consiglio è stato rinviato a nuova convocazione.




Autore: Annarita Callari