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Consiglio comunale: sull'AMACO la minoranza vuole la rimozione del Presidente ed il commissariamento ma il documento è dichiarato irricevibile. Abbandona l'aula al momento del voto e viene meno il numero legale

consiglio comunale 3 giugno
24 lug 2015

 Il Consiglio comunale di Cosenza si è riunito sotto la presidenza di Luca Morrone.
Quale prima questione all’Ordine del giorno, il sindaco Mario Occhiuto ha riferito all’aula l’esito della Commissione di Inchiesta su piazza Bilotti che, nominata dal Sindaco nell'aprile 2012 su istanza di otto consiglieri, ha passato al vaglio la procedura amministrativa seguita per il Concorso di Idee per la sistemazione di piazza Bilotti. Della Commissione hanno fatto parte i consiglieri Nucci, Quintieri, Salerno, Formoso e Frammartino, quest'ultimo con funzioni di Presidente. Nella relazione, approvata nel mese di febbraio di quest'anno, la Commissione ha rilevato una serie di irregolarità e di inadempienze procedurali. “In definitiva – ha commentato il Sindaco Occhiuto - emerge un quadro inquietante, atti illegittimi sia dal punto di vista formale che sostanziale. La sostanza è che, dove originariamente era previsto solo un concorso di idee con risorse da trovarsi successivamente e dare vita ad un progetto esecutivo, sono state spese somme che coprivano quelle stabilite per il concorso di idee ma che successivamente sono lievitate fino a 900mila euro, per un progettoche non è stato nemmeno approvato da una Giunta. Il dato mette in evidenza quale sia stato il modo di governare questa città.
Di un'opera per piazza Fera, oggi Bilotti, c'è traccia finanche nei verbali dei Consigli degli anni 50/60, se ne è sempre parlato ma senza mai avere la volontà di realizzarla, fino all’epoca di Mancini in cui si sono spesi 900mila euro per un progetto che non era realizzabile. Noi, in soli tre anni, siamo passati dall’idea al finanziamento, abbiamo fatto l'appalto di un’opera, per la sua realizzazione e per la sua gestione. Tutto in un unico appalto. Caso unico in Italia, in tre anni siamo passati dall’idea ad un’opera di cui si parla da 50 anni e per la quale è stato speso un milione di euro circa senza fare nulla. L'opera che stiamo realizzando noi arricchirà questo Comune di 20 milioni di euro senza aver speso soldi delle casse comunali, bensì fondi strutturali”.
Il consigliere Domenico Frammartino (IdV), nel ringraziare tutti i componenti della Commissione e l'avvocato Rosselli per il supporto ai lavori della Commissione, ha affermato che “alla luce del risultato si avverte quante ragioni ci fossero nell’iniziativa voluta da Sergio Nucci. La Commissione ha riguardato nove quesiti che i consiglieri comunali ponevano e abbiamo verificato che l'iter amministrativo è stato poco lineare, per non dire altro. Nella vicenda amministrativa abbiamo indagato, abbiamo sentito tante persone, dipendenti e dirigenti che ci hanno dato una idea di questa vicenda amministrativa. Se in ogni quesito si guardano le risposte, non sono tranquillizzanti.
Non posso però non dire che la non linearità continua, con riguardo all’ultimo quesito, quello sulle tariffe professionali che non ha avuto risposte. Più volte abbiamo fatto pervenire al Sindaco una richiesta di integrazione, avremmo gradito uno spettacolo in meno e un esperto in più per supportarci su questa risposta che resta con un punto interrogativo. Sono comunque convinto che si darà alla città un’opera di qualità, lo spero per i cittadini e per i commercianti che hanno sofferto il disagio dei lavori”.
Il consigliere Frammartino ha aperto poi una parentesi sull'episodio che ha coinvolto il consigliere comunale di Padova appellato come terrone dal sindaco leghista. “Una affermazione – ha detto Frammartino - che suona come intollerante e razzista. Va indirizzato un atto di solidarietà a questo consigliere comunale, credo che il Consiglio comunale di Cosenza debba censurare questa caduta di stile del primo cittadino di Padova”.
Anche il consigliere Sergio Nucci (Polo Civico Buongiorno Cosenza) ha ricordato la richiesta “di essere affiancati da un tecnico, non essendoci competenze specifiche all’interno della Commissione, offendo così alla fine una relazione parziale che comunque evidenzia delle lacune. La Commissione di piazza Fera aveva necessità di un parere esperto. Devo dire che a quel tempo si potevano affidare incarichi di progettazione senza che le opere fossero finanziate. Oggi non è più consentito, se si dà l'incarico l’opera deve essere finanziata. Ognuno di noi s’è fatta un'idea di come vengono spesi i soldi delle pubbliche amministrazioni. Non era nostro compito esprimere un giudizio morale. Avremmo voluto esprimerlo compiuto e tecnico, ma l’assenza di una presenza specializzata non ci ha consentito di farlo”.
A questo punto, una breve replica del Sindaco ha evidenziato “che non esiste la norma che impone che ci sia il finanziamento prima di redigere un progetto. Anzi, in genere si fanno i progetti preliminari proprio per ottenere i finanziamenti. In questo caso, sono state rilevate cose gravi dalla Commissione, è scritto chiaramente che è stato fatto un concorso di idee di 20mila euro e ne sono stati saldati 900mila, senza alcuna gara rispetto ai requisiti richiesti da una somma così alta. Tutto senza una delibera di giunta”.
Per Marco Ambrogio (PD) “è una cattiva abitudine del Sindaco rimarcare cattivi comportamenti delle giunte precedenti. Oggi accusa l'Amministrazione Mancini che non mi pare sia stata inoperosa, e dell’architetto Caruso, che vinse il concorso di idee, ricordo bene che si è offerto gratuitamente a questa Amministrazione per rimodulare il progetto che in verità è assai simile.
Mi soffermo invece su altre opere: l'isola pedonale, il parco acquatico, San Domenico, via Arabia, che non sono ascrivibili alla sua Amministrazione ma proprio ai suoi predecessori. È vero quando dice che al di sopra di alcune soglie i lavori debbano essere assegnati con gare ad evidenza pubblica, sarà allora gentile da rispondere al quesito posto alcuni giorni fa dal consigliere Falcone circa i 190mila euro senza gara per il crollo nel centro storico. Le chiedo formalmente di rispondere all’interrogazione”.
Interviene ancora il Sindaco Occhiuto per precisare “Non sono io a parlare male delle amministrazioni precedenti. Questo concorso di idee è stato bandito da giunta Manciniper una certa somma che era giusta. L’affidamento successivo non mi pare sia del Sindaco Mancini. È stato affidato un progetto esecutivo senza procedura di gara. Non sono andato ad indagare su chi l'abbia fatto.
Per completare le piscine del parco fluviale abbiamo dovuto trovare un altro finanziamento anche se l’Amministrazione precedente le aveva già inaugurate. E per via Arabia non mi pare ci fosse un progetto di fontane. Per quanto riguarda il crollo, l’emergenza consente il ricorso a procedure di tipo semplificato che il dirigente dio certo avrà seguito con precisione”.
Per Francesco Perri (Popolo delle Libertà) “i tempi delle Commissioni di inchiesta sono sempre preoccupanti. Io personalmente, quando Mancini propose quest’opera nel piano delle opere pubbliche, non ci credetti. Pensavo a qualcosa di meno impegnativo, di più fruibile e che non causasse grandi disagi. Mancini poi si ricredette.
Credo che l’Amministrazione debba fare qualcosa di più in termini di trasparenza, per vedere meno opere che vengono affidate in cottimo fiduciario e somme urgenze per cifre troppo alte. Se l’Amministrazione punta al patrimonio progettuale non è sbagliato e io sono tra quelli che si augura che piazza Bilotti venga portata a compimento. Non si può pensare che quando un consigliere muove una osservazione, lo faccia per creare ostacoli. Un progetto di idee lo lancio per il centro storico”.
Ancora una volta prende la parola il Sindaco Occhiuto per affermare che “più volte ho scritto ai dirigenti segnalando l'opportunità di non ricorrere spesso al cottimo fiduciario, ci sono situazioni che se programmate evitano il ricorso a questo tipo di procedura. Questo non può valere però per un crollo, una frana o situazioni di emergenza che si verificano”. Tornando a piazza Bilotti il Primo Cittadino ribadisce che “ nella relazione non c’è nulla che riguardi l'architetto Caruso ma i rilievi sono per l’Amministrazione. Noi non abbiamo ritenuto di ricorrere a quel progetto che era assolutamente diverso. Su piazza Riforma, invece, ho chiesto all'arch. Caruso di fare delle varianti.
Una città non cambia in pochi anni – ha concluso Occhiuto – e noi a dire il vero abbiamo accelerato i tempi e generato dei cambiamenti visibili. In tutti i processi di gestione della città abbiamo fatto scelte importanti, a volte anche impopolari. Cosenza si afferma come città che riqualifica i suoi spazi, Cosenza è una città che nel centro storico ha restaurato tutti gli edifici pubblici. Tutto è perfettibile ma quello che abbiamo fatto in pochi anni è evidente”.
Prima di proseguire con i successivi punti all'Ordine del Giorno, il Consiglio comunale ha osservato un minuto di raccoglimento per la scomparsa di Gigi Marulla. Rinviato poi il terzo punto, quello sulla istituzione nel capoluogo di un dipartimento universitario, per l'assenza di numerosi consiglieri firmatari, si è proceduto alla trattazione del punto sulla situazione dell'AMACO alla luce della lunga relazione prodotta dal MEF, con inversione dell'Ordine del Giorno proposta da Ambrogio e approvata dall'aula.
Lo stesso consigliere del PD, primo firmatario, ha sviluppato la relazione introduttiva nella quale ha elencato, sufficientemente nel dettaglio, tutti i “pesanti rilievi mossi dal MEF in termini di incarichi e consulenze, anomalie in ordine alla disciplina contrattuale ed al trattamento retributivo del direttore, indebiti pagamenti di oneri finanziarti, mancato invio alla sezione regionale di controllo della Corte dei Conti delle consulenze superiori a 5000 euro, le criticità nell’affidamento di appalti, di forniture di beni e servizi, il mancato espletamento di gare e delle dovute procedure comparative per il noleggio dei parcometri, il mancato rispetto della normativa relativa a Consip. Abbiamo più volte sollevato la questione economico- finanziaria e amministrativa di Amaco SpA. Troppi da parte vostra i silenzi e la sottovalutazione del problema. Oggi ci viene dimostrato che quei nostri interventi erano fondati, tant’è che il MEF fa una relazione di 101 pagine dove muove rilievi pesantissimi nei confronti dell’Amaco. E questa relazione, firmata dal Ragioniere di Stato, viene inviata anche alla Autorità Nazionale Anticorruzione.
Dopo i rilievi del MEF il Presidente attuale dell’Amaco non può continuare a infangare il nome della città di Cosenza, per cui chiedo ai consiglieri di andare incontro al Sindaco e di metterlo nelle condizioni di rimuovere il Presidente per le gravità appena denunciate e mettere al suo posto un commissario o comunque la personalità più giusta.
Sergio Nucci (Polo Civico Buongiorno Cosenza) “La relazione appena letta viene redatta da un organismo terzo, che è il MEF, lontano dalle vicende comunali, dalle appartenenze politiche. Questo è il resoconto di una attività di indagine che sottolinea una serie di criticità. Di fronte a quelle accuse è doverosa da parte del CdA una replica o una sorta di giustificazione, ed è auspicabile che queste osservazioni arrivino nell’aula consiliare.
Tanti appunti come consiglieri li avevamo già mossi ma non essendo coinvolti direttamente in quella gestione si correva il rischio di parlare per sentito dire. Ora il MEF riporta e censura. Credo sia dovere da parte di tutto il Consiglio approvare la richiesta del consigliere Ambrogio, perché il nostro compito è vigilare su come vengono fatte le cose in questa comunità. Approvare la richiesta non significa emettere una sentenza, ma chiedere con forza che questi signori dicano la loro. Mettere la testa sotto la sabbia ci mette nelle condizioni di essere tacciati di comportamenti omissivi”.
Per Giuseppe Mazzuca (PSE), “rispetto a un documento che arriva dal Ministero dell'Economia non possiamo far finta di niente. Qualora queste problematiche fossero gravi, così come sembrano, penso che una importante e significativa determinazione dobbiamo prenderla, come Consiglio, deve prenderla il Sindaco e la Giunta. Da tempo il management dell’Amaco non è all’altezza del compito affidato, la nomina dell’arch. Capalbo non ha migliorato nulla anzi ha aggravato la situazione. Quindi la proposta del consigliere Ambrogio deve essere accolta per far sì che l'Amaco venga riportata ai livelli che merita. La richiesta di commissariamento deve essere accolta da tutti per il bene dell’Amaco”.
Francesco Perri (Popolo delle Libertà) ricorda che “negli accordi politico-programmatici del 2011 l'incarico di presidenza dell'Amaco doveva essere assegnato all’allora PdL, che aveva visto nella mia persona il nominativo da segnalare. Ringrazio che non sia andata così perché la situazione descritta è allarmante, e nasce da quelle incrostazioni che si creano nelle strutture amministrative degli enti locali e sub locali, che non tengono conto né delle leggi né nei dettati della Pubblica Amministrazione. Oggi il MEF ha presentato una relazione piena di rilievi. Non bisogna ignorare queste situazioni altrimenti si rischia di diventarne complici. Il consiglio comunale non richiama a sé la nomina di un commissario, quella è una scelta del Sindaco, ma un commissario può riportare serenità nell'Amaco, anche tra il personale dipendente che non ha sempre la forza di denunciare soprusi e illegittimità. Inoltre ricordiamo che se i bilanci dell'Amaco sono in rosso, sarà il Comune di Cosenza a doverli sanare”.
Per Giovanni Perri (PSE) “se la relazione del MEF è un grido di allarme, il silenzio che ne è conseguito è assordante. Grazie ad Ambrogio per averlo squarciato, perché ha significato la comprensione a tutti noi di una mole di dati molto importante. Da che parte vogliamo stare? Si presume l’innocenza di tutti ma l’assenza di risposte fa pensar male. Quindi il Sindaco, autorevolmente deve rimuovere ogni ostacolo che fa permanere su questa azienda delle ombre inquietanti. Compresi gli ostacoli che bloccano il lavoro della commissione di inchiesta”.
Unico intervento di segno contrario, quello del capogruppo di Forza Italia, Michelangelo Spataro. “Ho un compito arduo atteso che gli interventi precedenti sono andati in un'unica direzione, che sono secondo me una montatura forzata rispetto al documento del MEF. Si enfatizza molto questa sigla e forse non ci sono nemmeno i presupposti perché il MEF potesse svolgere questa indagine. Nella foga dei colleghi ho ravvisato più un imbroglio nelle date. Ambrogio partiva da incarichi conferiti nel 2011 ma il presidente Capalbo si è insediato nel 2013. Ricordo che questa società dal 2009 al 2013 è stata in prorogatio. I primi riferimenti negativi sono di un’altra gestione. Gli incarichi dati da questa Amministrazione sono decurtati addirittura del 30%.
Se è vero che è stata spinta molto questa relazione, è altrettanto vero che in alcuni settori importanti come quello degli autisti, da quando si è insediato il presidente Capalbo non ci sono stati più scioperi. L’operato del presidente dell'Amaco è andato nella direzione di dover aggiustare situazioni catastrofiche, che hanno toccato interessi personali. È stato preso un campione dal Ministero e guarda caso è stato preso sul 2014, evidentemente c’è stato un suggeritore. Propongo allora di votare contro la proposta e di terminare tranquillamente il suo mandato triennale. Semmai va sollecitato il lavoro della commissione di inchiesta che deve chiudere i suoi lavori”.
“Vicenda controversa – replica il Sindaco Mario Occhiuto - anche a livello dell’Amaco ci sono situazioni estremamente politicizzate. Tant’è che su richiesta della minoranza abbiamo creato una commissione che accertasse eventuali irregolarità. E vorrei che la commissione accertasse questi rilievi del MEF. Il consigliere Spataro ha parlato di montatura forzata, non mi occupo di gestione e non conosco le vicende sollevate però ci tengo a dire che questa Amministrazione deve rispettare le regole. Nell’elenco delle criticità ci sono anche le anomalie dei compensi del direttore, che c’è sempre stato. Io ho dato la mia fiducia al presidente precedente e poi ho nominato Capalbo, di entrambi ho estrema fiducia, sia come onestà che come competenza. Poiché i rilievi sono legati a un periodo che parte dalla gestione precedente, bisogna capire le responsabilità. Non voglio dire che questa relazione debba passare inosservata ma deve essere approfondita”.
Terminato il dibattito, il Presidente Morrone riunisce la conferenza dei capigruppo che licenzia due differenti documenti. Quello già annunciato da Ambrogio, a favore del commissariamento dell’Amaco, al quale, dai banchi della maggioranza, dà il suo sostegno il consigliere Franco Perri, viene dichiarato irricevibile per formulazione dalla presidenza, previo parere del segretario generale. L’altro, della maggioranza, ribadisce la tesi dell’approfondimento della relazione del MEF da parte della Commissione di inchiesta. Al momento del voto, i consiglieri Ambrogio, Perri Giovanni, Mazzuca e Perri Franco abbandonano l’aula facendo venire meno il numero legale. Il Consiglio si aggiorna dunque alla seconda convocazione di venerdì 24 luglio alle ore 16.






 

Autore: Annarita Callari