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La scrittrice Loredana Nigri ospite degli incontri della Commissione Cultura

la scrittrice loredana nigri in commissione cultur
13 gen 2015

Scrittrice e intellettuale per sua stessa ammissione “fuori dal coro”, Loredana Nigri, molto nota per le sue battaglie civili e professionali a difesa di chi non ha voce, ha messo in campo da molti anni una cospicua mole di iniziative nei settori del sociale e della cultura che hanno stimolato e vivacizzato il dibattito dentro e fuori la nostra regione.
Il suo attivismo non è passato inosservato e la Commissione cultura del Comune di Cosenza ha voluto che a Loredana Nigri fosse dedicato uno degli incontri con l’autore che l’organismo consiliare riserva abitualmente agli scrittori che si sono distinti sul territorio.
Con l’occasione alla Nigri la Commissione Cultura ha assegnato un riconoscimento per i suoi meriti professionali e letterari.
Ad introdurre l’incontro con la scrittrice è stato il Presidente Claudio Nigro che ha sottolineato la commistione tra la produzione di un pensiero originale, abbarbicato però ad un amore antico e disperante per la terra di Calabria, e l’impegno professionale, improntato ad un civismo serio e intransigente.
Tutto in salita il percorso di Loredana Nigri, cresciuta in una famiglia numerosa di Via degli Stadi, come tiene spesso a ricordare.
Una scuola di vita quella del quartiere, che l’ha temprata e spinta verso una dedizione totale per i marginali e i sofferenti, in una parola per gli ultimi. Un tratto distintivo, quest’ultimo, che ha trasferito anche nella sua professione.
Alla Vice Presidente della Commissione cultura Maria Lucente è toccato poi il compito di approfondire l’opera della Nigri, attraverso l’introduzione alla sua produzione letteraria. La Lucente si è soffermata soprattutto sul romanzo storico di Loredana Nigri “Gelusa”, pubblicato nel 2012 per l’editore Dalla Costa, e che ha rappresentato la Calabria al Salone del libro di Torino nel 2013.
Come ha sottolineato Maria Lucente “in Gelusa val la pena considerare il legame di terra, sangue e speranze che stritola le storie minime dei suoi personaggi, nell’incastro dei meccanismi reali, asettici e inesorabili, della Grande Storia. Meccanismi a cui tentano malamente di sfuggire, attraverso le azioni che costituiscono la fitta trama di accadimenti del romanzo. Accadimenti segnatamente calabri, perché intimamente connessi alla natura ambigua e disperante della Calabria”.
Ne sono protagonisti dieci donne e sette uomini, uniti da inconfessabili vincoli di sangue e dal comune sentire di essere parte di qualcosa di più grande: una natura vivida e mitologica. I fatti narrati si svolgono in diversi paesi e città, alcuni reali, altri immaginari : da San Fili a Cosenza, a Torino, fino ad arrivare in Brasile e in Canada.
“Leggere Gelusa – ha concluso la Vice Presidente Lucente - è come visitare, in un arco temporale di cento anni (1830/1940), una serie di stanze dello stesso sinistro palazzo, coabitato (anche se all’insaputa gli uni dagli altri) dai diciassette personaggi principali”.
La personalità multiforme della scrittrice è stata tratteggiata anche dalla poetessa Maria Francesca Lucanto e all’incontro ha preso, inoltre, parte il consigliere comunale Francesco Perri, altro componente della commissione.
Nell’intervento conclusivo è stata la stessa Loredana Nigri a “raccontarsi”.
Con chiarezza e senza remore ha rimarcato le difficoltà ad emergere che incontra chi non ha legami illustri e volti a promuovere l’inclusione nella società.
A questo proposito ha citato più volte, scherzandoci su, “quel muro di gomma che si trova all’altezza di piazza Europa e contro il quale mi sono imbattuta quando, giovanissima, cominciava a starmi stretto il quartiere di via degli Stadi”.
Tuttavia, Loredana Nigri di strada ne ha fatta tanta.
Oltre all’attività di scrittrice, per dodici anni ha insegnato presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi della Calabria. Attualmente è professore a contratto di Sociologia dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro.
Assistente sociale di formazione sistemico relazionale, ha pubblicato su riviste scientifiche diversi articoli e saggi sul Servizio Sociale in Italia, occupandosi, inoltre, di Ricerca e Progettazione Sociale nell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, per la quale ha curato interessanti ricerche.
Ha curato, inoltre, per l’editore Pellegrini i volumi, Relazioni pericolose. Aiutare stanca, aiutare cambia (2009), La linea d’ombra. Narrazioni sull’aiuto controverso (2011) e Metamorphoses. Medici che si ammalano (2013). Per il mese di marzo è prevista la pubblicazione, sempre per l’editore Pellegrini, del libro “L’argento vivo. Storie di anziani non autosufficienti e di medici ed infermieri che li hanno in cura”.
Rigorosamente dalla parte degli ultimi.


 

Autore: Giuseppe Di Donna