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Consiglio comunale approva l'Assestamento ma rinvia i debiti fuori bilancio. La relazione dell'Ass. Vigna e il dibattito

consiglio comunale ultima
01 dic 2014

Passa l’assestamento ma l’approvazione dei debiti fuori bilancio è rinviata a data da destinarsi.
Questo in sintesi l’esito della seduta odierna del Consiglio comunale che aveva all’Ordine del Giorno pratiche di natura esclusivamente finanziaria; oltre alle due sopra citate anche la rinegoziazione dei prestiti ordinari della Cassa Depositi e Prestiti che ha incassato il sì dell’aula insieme alle variazioni di assestamento.
Il rinvio del riconoscimento dei debiti fuori bilancio (votato con 16 favorevoli e l’astensione di Nigro) è invece giunto dopo una lunga pausa dei lavori seguita ad un altrettanto lungo dibattito sulla questione.
Nella sua relazione l’assessore al bilancio Luciano Vigna ha salutato l’arrivo in aula della pratica con particolare soddisfazione evidenziando come rappresenti per tanti cittadini creditori, molti dei quali in attesa da anni, il riconoscimento di un legittimo diritto.
Come è noto il Collegio dei Revisori dei Conti, nella sua relazione, su alcune delle pratiche rientranti tra i debiti fuori bilancio ha espresso parere sfavorevole. Rispetto a queste pratiche l’Assessore Vigna ha dichiarato, dopo aver partecipato negli ultimi giorni a due sedute della competente commissione consiliare presieduta dal consigliere Francesco Caruso, di condividere la richiesta dell’organo consiliare di concedere ai dirigenti, cui le pratiche afferiscono, un tempo massimo di 45 giorni per poter integrare e completare la documentazione di quei debiti rispetto ai quali il Collegio si è espresso sfavorevolmente. Uno stralcio, dunque, per consentire intanto di approvare la maggior parte della mole debitoria, suddivisa in tre macrocategorie: lavori e prestazioni, espropri e sentenze passate in giudicato. Proprio la discussione su queste ultime in particolare, con riferimento all’attribuzione della responsabilità patrimoniale degli oneri aggiuntivi maturati negli anni successivi alla notifica della sentenza, ha determinato l’empasse del Consiglio comunale che, alla fine, ha optato per il rinvio, nonostante le rassicurazioni dell’assessore Vigna e dello stesso Sindaco Mario Occhiuto il quale ha detto a chiare lettere “non si è mai visto un consigliere pagare per l’approvazione di un debito fuori bilancio, semmai vorrei dire che se un creditore oggi ha visto un debito certificato dal Collegio dei revisori, potrà piuttosto chiamare in causa chi ha ritardato questo adempimento. Il problema non sono i numeri, non è la maggioranza. Il problema è il conflitto che alcuni consiglieri temono di avere in quanto avvocati difensori di cittadini coinvolti in alcune di queste pratiche e, soprattutto, il terrorismo psicologico di alcuni consiglieri a danno di altri”.

 

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Relazione Luciano Vigna
“La pratica che oggi discutiamo ha carattere rilevante in quanto rientra tra i principali obiettivi posti con la predisposizione del riequilibrio. La certificazione dello stato dell’arte dei debiti fuori bilancio è oggi finalmente presente negli atti, corredata all’interno del ricorso predisposto alla deliberazione della Corte dei Conti al piano di riequilibrio. Proprio perché la definizione di questo monte debiti è presupposto qualificante del piano di riequilibrio, forse ci si è arrivati con un anno di ritardo ma la cosa importante è aver raggiunto questo risultato che si somma al primo riconoscimento (di 2 milioni e 800mila euro) posto in essere sempre dal Consiglio nello scorso anno. Oggi, il dato oggetto di analisi si racchiude sempre nelle categorie principali: sentenze (458.318,39), espropri per un 1.767, 694,37 euro, lavori e prestazioni per un 1.661.472,47 euro. L’istruttoria di queste pratiche ha riguardato tutti i dirigenti che hanno certificato e attestato l’arricchimento da parte dell’ente, presupposto del debito di bilancio.
In commissione vi è stata una disamina molto analitica di tutti gli aspetti, per cui tengo conto di quanto emerso. Mi riferisco a lavori e prestazioni, per la parte cosiddetta in conto capitale, ossia la stragrande maggioranza di prestazioni relative ai cosiddetti lavori d’urgenza che hanno riguardato gli ultimi anni. In questo contesto la commissione ha evidenziato che alcuni lavori hanno avuto parere favorevole da parte del Collegio dei revisori, altri no. Dalla discussione si è evidenziata una sorta di possibilità di verificare ancora meglio la carenza documentale con ulteriori 45 giorni in cui i dirigenti dovranno integrare la documentazione mancante, in assenza della quale la carenza di istruttoria diventa o inesistenza della prestazione o mancanza del cosiddetto arricchimento dell’ente. La situazione è condivisibile e credo che il tempo di 45 giorni sia assolutamente idoneo a chiarire questi aspetti.
Faccio mia dunque la proposta della commissione rispetto a un rinvio della discussione su questa parte di partite debitorie a un prossimo Consiglio la cui scadenza non può superare i 45 giorni. A seguito di questo momentaneo rinvio l’oggetto del volume dei debiti si ridimensiona a 2milioni900mila euro, che sommati ai precedenti oneri crea un volume totale di circa 6 milioni di euro riconosciuti.
Vi è un elemento importante da sottolineare, relativo ad eventuali oneri o somme aggiuntive che derivano da una sorta di inerzia, il periodo di tempo tra la notifica ed il riconoscimento. In una delle ultime lettere mandate ai capidipartimento, del 25 febbraio scorso, scrivevo come la persistenza di comportamenti omissivi rischiasse di vanificare le politiche di risanamento dell’amministrazione. Vi è stato cioè un indirizzo chiaro e costante da parte dell’amministrazione. La definizione degli oneri aggiuntivi sarà fatta con la massima scrupolosità e se emergeranno responsabilità rispetto all’eventuale permanenza di oneri ulteriori in ciò che rientra nella quota capitale e quelli maturati fino all’esecutività sentenza, sarà mia cura comunicarle alla Corte dei Conti, per chiarire come sia obbligo da parte degli uffici la trasmissione di qualsiasi atto esecutivo che determini un impegno economico. L’approccio al tema non è esente da responsabilità, aver ribadito una posizione formale dell’amministrazione, rispetto alle sentenze e agli interessi, evidenzia che ci sono persone che aspettano da troppi anni di vedersi riconosciuto un diritto, e penso che nessuno di noi sia obbligato a fare l’amministratore.


IL DIBATTITO


Francesco Caruso (Forza Italia) “Ringrazio l’ass. Vigna per il consueto dettaglio e l’onestà personale e professionale con le quali ha esaminato la pratica oggi posta all’attenzione dell’assemblea. Come presidente della Commissione bilancio non entro nel merito squisitamente tecnico ma ritengo doveroso e opportuno rappresentare l’attività della Commissione rispetto a queste pratiche. Nessun pregiudizio, o posizione strumentale, e nemmeno una cieca e fideistica condivisione degli atti, ma solo il buon senso e l’equilibrio istituzionale e politico, la ricerca di una garanzia dell’operato. Questi i principi ispiratori ai quali abbiamo conformato l’attività della Commissione bilancio, che si è svolta in due sedute.
È ovvio che quando un argomento così delicato riguarda i cittadini che aspettano venga riconosciuto un loro diritto, è una investitura della sfera di responsabilità personale e patrimoniale che ogni consigliere riceve. E allora il ruolo di garanzia del Presidente della Commissione deve contemplare una attività che metta tutti nella condizione di usufruire di ogni elemento utile a valutare adeguatamente le pratiche sulle quali determinarsi. Abbiamo ritenuto legittimo che ogni pratica fosse corredata di tutti i documenti necessari a determinarci. Abbiamo rilevato come all’interno della relazione dei Revisori ci siano alcuni aspetti che forse con maggiore tempo si sarebbero potuti sanare. Su espropri e sentenze si è registrata una generale e sostanziale condivisione mentre per le pratiche relative a lavori e prestazioni, in molte di queste abbiamo rilevato come il Collegio sollevasse il problema della carenza documentale. Per questo ci siamo dati un termine di 45 giorni per rimettere al Collegio dei Revisori e alla Commissione ogni altro documento atto a meglio valutare le pratiche proposte. È intenzione di questa Commissione convocare anche il Collegio dei Revisori dei conti, perché nonostante ritenga che dietro la loro valutazione ci sia un lavoro certosino, è vero anche che nella relazione alcune pratiche sono schematizzate e meritano un approfondimento. Ultima sottolineatura, sulle censure da parte del Collegio dei revisori e rivolta all’indirizzo dell’atteggiamento e dell’operato degli uffici; ritengo che questa amministrazione e questo Consiglio tutto non possano far cadere affermazioni di questo genere”.
Raffaele Cesario (Gruppo Misto) “Credo che sia l’intervento dell’Assessore che del collega Caruso abbiano evidenziato il presupposto da cui partire per inquadrare la pratica: il diritto di quanti nel corso degli anni hanno maturato dei crediti. Questo già di per sé è comportamento censurabile, è altrettanto necessario definire però il terreno di gara attribuendo ad ognuno le proprie responsabilità.
Passività sommerse e non contabilizzate, così la giurisprudenza definisce i debiti fuori bilancio. Oggi abbiamo la necessità di determinarci nei confronti di cose di questo tipo, che nel corso degli anni hanno rappresentato un modus vivendi e operandi delle Amministrazioni. Bisogna allora entrare nel merito delle pratiche e delle tre macrocategorie. Sull’ultima, lavori e prestazioni, si prende dell’ulteriore tempo, tralascio anche la categoria degli espropri. Mi soffermo invece sulle sentenze perché questa tipologia di spesa è condizione per la riconoscibilità del debito. Su 54 sentenze passate in giudicato, in elenco solo 2 sono maturate nell’esercizio 2014, tutte le altre sono di anni precedenti. Mi chiedo come mai atti di questa natura non siano stati portati all’attenzione del Consiglio negli esercizi finanziari di riferimento. Sulla questione degli oneri aggiuntivi conteggiati al momento del soddisfo, gli stessi sono da identificarsi come danno erariale. Per cui, indipendentemente dalla legittimità del debito identificato dalla sentenza, resta in carico dei consiglieri il danno erariale causato. La Corte dei Conti individuerà le responsabilità. La mia posizione sposa dunque quella dei revisori che è organo consultivo e non deliberativo come il Consiglio. L’amministrazione comunale non ha inteso esprimere il proprio orientamento, con alcun atto seppure non dovuto, lasciando libero il Consiglio di esprimersi. Lo reputo un atteggiamento da Ponzio Pilato da parte di chi ha la responsabilità della gestione della macchina comunale. Avrei potuto determinarmi ma con elementi certi e a condizione che l’Amministrazione si fosse espressa chiaramente sul modus operandi e non scaricando sul Consiglio”.
Sergio Nucci (Polo Civico Buongiorno Cosenza) “È strano che in quest’aula ci sia un richiamo ai consiglieri a fare il proprio dovere, perché abbiamo più volte richiesto atti e documenti e più volte ci sono stati negati. Quindi chiedo come si può esercitare il diritto al controllo degli atti se poi non si è messi in condizione di verificarli. È improprio rivolgere ai colleghi consiglieri questa sorta di critica per non aver esercitato le proprie funzioni. Detto questo, devo ringraziare i colleghi consiglieri della Commissione bilancio con i quali abbiamo affrontato le tematiche che oggi vengono portate all’attenzione dei consiglieri, in caso contrario non si sarebbe squarciato un velo caduto su questi debiti fuori bilancio dei quali chiediamo da molto tempo di conoscere consistenza e temporalità. Forte è la preoccupazione di approvare documenti non arrivati per tempo alla nostra valutazione e che oggi ci mettono di fronte a una situazione difficile. I revisori ci mandano a dire che «sollecitano la trasmissione tempestiva di tutti gli atti alla Corte dei conti», come dire gli atteggiamenti non consoni vanno subito segnalati. Concordo con Cesario che l’approvazione dei debiti per sentenze passate in giudicato comporta per chi li approva un reale pericolo di natura patrimoniale, atteso che sono all’attenzione degli uffici da diversi anni. Perché non li abbiamo valutati per tempo? Per tutti gli interessi maturati negli anni, se oggi dovessimo approvarli, ci renderemmo responsabili di una cosa al limite della legalità. Avrei preferito da parte dell’Amministrazione la condivisione della responsabilità con un atto di Giunta ma avrei anche preferito l’individuazione delle responsabilità di chi ha materialmente omesso di portare all’attenzione questi documenti. Oggi è comodo scaricare su di noi questa responsabilità. Vale poco dire che sono state scritte le lettere agli uffici per tirare fuori i debiti fuori bilancio, andava fatto prima individuando chi remava contro. Riterrei opportuno allora rimandare tutta la pratica al mittente , procedere ad ulteriore verifica e capire perché oggi andiamo a pagare interessi su pratiche passate in giudicato”.
Salvatore Perugini (PD) “I debiti fuori bilancio annualmente vengono riconosciuti da Amministrazioni e riferiti ad esercizi precedenti. Queste tre tipologie – espropri, sentenze e servizi di somma urgenza - hanno da sempre costituito spese per la pubblica amministrazione con postumi riconoscimenti, ed è apprezzabile che ciascuna Amministrazione si faccia carico di doverli riconoscere nell’interesse dei cittadini. C’è però un argomento che ha un significato politico-istituzionale. Nel 2000, quando il Consiglio comunale si dotò di uno strumento statutario, in quell’occasione si sviluppò una discussione importante per stabilire il quorum funzionale del Consiglio per le sue deliberazioni, proprio perché si voleva marcare una differenza rispetto al Testo Unico prevedendo che per determinate materie, il bilancio tra queste, ci fosse una maggioranza qualificata, proprio a dimostrazione della forte assunzione di responsabilità da parte della maggioranza consiliare sui temi decisivi della vita della comunità locale. Fu votata dunque la norma del numero di consiglieri superiore al terzo per determinate materie. Evidentemente quell’idea non fu mai contraddetta dalle Amministrazioni successive, questo perché la legge elettorale attribuisce al Sindaco un importante premio di maggioranza e quindi è giusto che a quella presenza corrisponda il dovere politico di governare al meglio delle proprie capacità e di votare i provvedimenti all’attenzione del Consiglio comunale. Quella norma ancora c’è e non va valutata solo dal punto di vista amministrativo ma ancor prima dal punto di vista politico, in stretto rapporto con il tema della rappresentanza. Io rappresento un partito che ha perso le elezioni e che in questa sede ha sempre dichiarato una linea di condotta che resta tale, quella di verificare di volta in volta le proposte del Sindaco e della sua maggioranza consiliare riservandosi di volta in volta un giudizio di merito. Questo l’atteggiamento che vogliamo continuare a mantenere, che di sicuro esclude che questa forza politica possa svolgere funzioni di supplenza politica della maggioranza eletta dai cittadini. Possiamo aprire sui debiti fuori bilancio tutte le discussioni possibili. Qui c’è tanto senso di responsabilità che ci induce a chiedere al Sindaco se c’è una maggioranza pronta a votare questa pratica, in linea con l’indicazione statutaria. Se però questa maggioranza non c’è, ne prendiamo atto noi e non la surroghiamo, ma prima ancora deve prenderne atto politicamente il Sindaco e la sua Amministrazione. E non discuto della compattezza della maggioranza perché la dialettica interna è comprensibile, seppure abbiamo ascoltato le differenze. Il punto è se c’è o non c’è una maggioranza consiliare a sostegno dell’Amministrazione, come uscita dalle urne. Questo è il senso del nostro intervento e della nostra posizione. Apprezzo lo sforzo espositivo dell’Assessore Vigna, apprezzo lo sforzo del presidente della Commissione bilancio e condiviso dalla Commissione stessa, ma questo apprezzamento non può fare sottacere al gruppo che rappresento l’esigenza che avvertiamo, che su una pratica importante come questa ci sia la piena consapevolezza che c’è una piena maggioranza come dato politico”.
Michelangelo Spataro (Forza Italia) “Ho ascoltato la relazione puntuale dell’Assessore Vigna e gli faccio i complimenti perché è riuscito a portare all’attenzione della Commissione tutte le pratiche, anche quelle che non sono ancora del tutto complete. Ringrazio il presidente della Commissione che con molta saggezza ha condotto le riunioni nella condivisione. Ringrazio il collega Perugini che ha posto in evidenza una problematica che non è di secondo ordine. Se stasera qui c’è una maggioranza, l’azione amministrativa dei consiglieri è di fare il loro dovere in aula, dove noi determiniamo le sorti di una Amministrazione. Ricordo a quest’aula che nel settembre del 2006 fummo chiamati ad approvare una pratica di debiti fuori bilancio, senza esserne a piena conoscenza. Abbiamo sostenuto però l’attività del Sindaco, votandola, senza dover ricorrere ad artifizi vari. Credo che stasera qui la maggioranza debba dare segni di concretezza. Il riconoscimento dei debiti fuori bilancio è un atto dovuto. Dimostreremo sicuramente la nostra compattezza e daremo forza al Sindaco per continuare senza problemi questa consiliatura. Avrei gradito che ci fossero tutti i consiglieri di maggioranza, anche per esprimere un eventuale dissenso. Questo non è avvenuto, mancare mi sembra atto poco gradito ai colleghi, che non sono chiamati a sacrificarsi per gli altri”.
Lino Di Nardo (PdL) “Il mio intervento è in linea con quello del collega Spataro, e sono d’accordo con quanto detto dal collega Perugini quando dice «non dobbiamo essere noi a surrogare una maggioranza che ha il dovere di approvare se maggioranza è». Sui debiti fuori bilancio la normativa è ben chiara, prevedendo una sanatio da parte dei consiglieri di un’attività amministrativa che non era stata espletata nelle norme di legge. Le condizioni per poter sanare queste spese risiedono nella utilità avuta da parte del Comune e nell’arricchimento da parte del Comune stesso. Questi requisiti ci sono stati? Se così è, attestati dai dirigenti e vagliati dall’unico organo di controllo che è il Collegio dei revisori, non capisco perché i consiglieri non debbano approvarne la sussistenza. Dietro questi debiti ci sono creditori che aspettano il pagamento di competenze dovute”.
Massimo Bozzo (Gruppo Misto) “Finalmente riusciamo a parlare di questo argomento. Abbiamo avuto l’opportunità di visionare la documentazione ed è sicuramente una pratica guardata da qualcuno anche con molta attenzione. Ma non siamo gente comune, siamo consiglieri eletti per rappresentare e soprattutto per governare con una Giunta questa città. E quando si parla di debiti fuori bilancio causati da acquisti, da espropri e in alcuni casi anche da situazioni contingibili e urgenti, noi consiglieri ci dobbiamo porre il problema e dobbiamo ricordare quante volte noi stessi stressiamo dirigenti e assessori per la soluzione di problemi. Dobbiamo assumerci le nostre responsabilità. Anche le forze di minoranza dovrebbero insieme a noi approvare questa pratica col maggior numero di voti”.
Massimo Commodaro (Mario Occhiuto Sindaco) “Prima di essere un consigliere comunale sono un cittadino e mi immedesimo in chi vanta un diritto legittimo nei confronti del Comune e che sarebbe gravissimo non riconoscere. Mi complimento con l’Assessore e con il Presidente della Commissione per l’oculatezza con la quale la pratica è stata affrontata. Da amministratori abbiamo anche degli oneri. E soprattutto un’azione di grande responsabilità che non deve vedere distinzione tra maggioranza e opposizione. il PD, che ha sempre dichiarato di non voler fare ostruzionismo su pratiche importanti, ora può dimostrarlo, soprattutto avendo avuto ruoli amministrativi importanti in passato. Mi sento rassicurato da come la pratica è stata analizzata. Tutto il consiglio comunale avrebbe il dovere morale di approvarla”.


Replica Assessore Vigna “Credo che l’intelligenza di ogni consigliere comunale consenta l’analisi dello stato dell’arte e la verifica che su sentenze dotate di esecutività non vi è responsabilità perché ogni consigliere ne acquisisce conoscenza nel momento in cui vengono presentate alla discussione. Su eventuali responsabilità per gli oneri aggiuntivi, mi sento di escludere l’esistenza di sentenza esecutiva che paventi delle responsabilità. Di fronte a una sentenza esecutiva, ogni consigliere oggi ha l’obbligo morale di riconoscere questi debiti, legato alla propria carica. Parliamo di sentenze esecutive, poi andremo a discutere il ruolo dei dirigenti legato alla responsabilità, e anche della Giunta. Dietro questa attività c’è stato un grande impegno dell’Amministrazione, se oggi riconosciamo i debiti legati all’Amministrazione da vent’anni, ci rendiamo conto di cosa approviamo. Stralciati i lavori, il resto sono espropri. Questi cittadini hanno combattuto battaglie ventennali, oggi percepire che l’oggetto del contendere è i numeri della maggioranza o l’interesse che passa dalla notifica al riconoscimento, appare riduttivo e rischia di sminuire il ruolo istituzionale che ognuno di noi ha. Non parliamo di atti gestionali ma di sentenze esecutive. Con rammarico ho ascoltato la relazione di Perugini sull’aspetto statutario riferito a una pratica che ha a che fare con il senso di responsabilità di ogni singolo consigliere prima che all’appartenenza. È chiaro che il debito fuori bilancio è un’assunzione di responsabilità, anzitutto politica. Lo abbiamo visto l’anno scorso approvando circa tre milioni riferiti agli anni precedenti. Quando si approva un debito talmente evidente, si fa un atto che è contro lo spirito dell’Amministrazione, significa restringere i volumi di spesa per trovare copertura a pratiche che non ci riguardano direttamente. Questo è il senso di responsabilità”.


Lavori sospesi per una conferenza dei capigruppo, al rientro si decide il rinvio del punto a data da destinarsi, limitandosi all’approvazione delle variazioni di assestamento generale unitamente alla rinegoziazione dei prestiti ordinari della Cassa Depositi e Prestiti. Su questo punto si è registrato solo l’intervento di Sergio Nucci (Polo Civico Buongiorno Cosenza) il quale ha contestato che “l’assestamento comprenda somme destinate alla soddisfazione di debiti fuori bilancio, vista la loro mancata approvazione. Credo – ha detto - che riservare i debiti fuori bilancio a nuova seduta non sia consona alle norme”. L’Assessore Vigna ha dunque precisato che “l’approvazione dell’assestamento non ha a che fare con debiti fuori bilancio. Credo – ha affermato - che da qui a breve si arriverà ad una votazione dei debiti. Oggi approviamo solo una previsione di capitolo che permette che i debiti trovino capienza in caso di approvazione, in caso contrario diventerebbero avanzo di amministrazione”.






 

Autore: Annarita Callari