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Al Teatro "Rendano" il libro della scrittrice Annalisa Martino, ospite degli "Incontri con l'autore" della Commissione Cultura

annalisa martino in commissione cultura
23 set 2014

A volte sono proprio le microstorie a fare la storia. Quella di “Criada”, il romanzo d’esordio di Annalisa Martino, cosentina, con il cuore diviso a metà, tra San Marco Argentano, dove è cresciuta, ha studiato e ha vissuto con la sua famiglia prima di trasferirsi al Nord, e Cervicati, dove è nata la protagonista del suo libro, è una di quelle storie che restano scolpite nella memoria perché di memoria si nutrono, facendo riassaporare il tempo andato e perché profumano di sentimenti autentici di cui oggi, purtroppo, si sono perse le tracce.
Giunto alla sua seconda edizione – ottimo risultato per un romanzo d’esordio su cui ha scommesso “Astragalo”, piccola casa editrice novarese - “Criada” ha partecipato, proprio a Novara, alla terza edizione del festival di letteratura al femminile, proseguendo poi il suo viaggio in Calabria nei centri più affettivamente vicini ad Annalisa Martino, ma anche a Cosenza dove, dopo una presentazione alla libreria Ubik, è approdato al Teatro “Rendano”. Qui la Commissione cultura che ha selezionato il libro della Martino ha ripreso, proprio con la scrittrice cosentina, gli incontri con l’autore e soprattutto con quei talenti calabresi che non riescono ad essere profeti in patria emigrando altrove, a volte a caccia di gratificazioni.
Non è il caso di Annalisa Martino che al Nord è arrivata per la sua attività di insegnante di scuola media a Rosate Milanese, distinguendosi per il suo impegno a favore dell’intercultura e dell’integrazione degli stranieri nelle scuole, e che solo in un secondo momento, non resistendo al fuoco sacro della scrittura, ha ben pensato di riappropriarsi delle sue origini attraverso il suo primo romanzo, “Criada”, appunto.
Nel quale una centralità assoluta assume Elvira, la figura femminile del titolo. La “criada” di famiglia, termine ispanico onnicomprensivo con il quale si designa la domestica, la dama di compagnia che nel libro della Martino è una ragazza di Cervicati, di umili origini, ma di particolare intelligenza e generosità, molto di più che una semplice “tata”, per il ruolo che ha avuto nell’educazione e nella formazione della scrittrice e della sorella.
Durante l’incontro in Commissione cultura, svoltosi nella Sala “Quintieri” del Teatro “Rendano”, dopo l’introduzione del Presidente Claudio Nigro, è toccato al consigliere Mimmo Frammartino il compito di relatore. Frammartino ha messo in luce “il saldo e profondo legame della scrittrice con la sua terra d’origine, dove torna appena può”. Ne è stata testimonianza la folta rappresentanza di amministratori di San Marco Argentano e Cervicati, ma anche comuni amici di quei territori : dal Sindaco di S.Marco Argentano Virginia Mariotti a quello di Cervicati Massimiliano Barci, al Prof.Paolo Chiaselotti,instancabile uomo di cultura triestino, ma da 50 anni in Calabria, a Carmelina Acciardi, Presidente del CIF di San Marco Argentano.
Mimmo Frammartino esprime compiacimento per gli apprezzamenti riservati ad Anna Lisa Martino dal Sindaco di Rosate Daniele Del Ben e, durante la seduta, viene data lettura anche del messaggio di saluto di Alessandra Perotti, direttore editoriale della “Edizioni Astragalo” di Novara.
Per il Sindaco di San Marco Argentano Virginia Mariotti il libro di Annalisa Martino “è da divulgare tra i giovani e nelle scuole, rappresentando un modello di riferimento importante”, mentre per Maria Lucente, Vice Presidente della Commissione cultura,
“Criada” è un lavoro puntuale, meticoloso, come deve essere quello della scrittrice.
Fortunata anche la scuola – sottolinea la Lucente - che ha avuto la possibilità di fregiarsi degli insegnamenti di una personalità in continua evoluzione, come quella di Annalisa Martino, sempre pronta a mettersi in discussione in una dimensione decisamente alta, come dimostra il suo impegno nell’occuparsi costantemente di intercultura”. Emozionata e contenta si mostra Annalisa Martino quando tocca a lei prendere la parola davanti alla Commissione cultura e quando ritira il consueto riconoscimento dalle mani del Presidente Nigro.
“E’ sorprendente – questo il suo primo commento - che le istituzioni manifestino tanta attenzione e sensibilità di fronte ad un fenomeno culturale come possono essere le pagine di un libro. E’ un fatto che sorregge e dà conforto ai piccoli editori come ai piccoli autori. Una grossa sferzata di energia ad andare avanti e a continuare”.
Poi si dice orgogliosa di rappresentare la sua terra, anche se afferma candidamente che quando iniziò a scrivere il romanzo non voleva dare centralità alla Calabria, “ma recuperare ciò di cui si era persa la memoria per non lasciar cadere nell’oblìo persone che non ci sono più. La Calabria degli anni venti, a cavallo tra le due guerre, - spiega ancora la Martino -fa da cornice e da sfondo al romanzo.
A quei tempi la Calabria era divisa in caste: da una parte i contadini depauperati dal regime, dall’altra i proprietari terrieri ai quali si affiancava la borghesia arricchitasi con il commercio. Elvira è una calabrese che esprime anche la forza e la determinazione delle donne di Cervicati, inclini al matriarcato. Anche se ha vissuto poco nel suo paese, ha acquisito le caratteristiche tipiche delle cervicatesi, ritagliandosi spazi di amore e di riconoscimento sociale. Sono andata alla ricerca delle mie radici per meglio capire il mio presente. Quando ho scritto “Criada” – aggiunge - ho cercato di condurre un lavoro di ricerca storica e antropologica e mi sono riappropriata delle mie origini. La sofferenza di Elvira viene sublimata nell’amore. E’ stata mamma senza esserlo, così come è stata capace di dedicare a coloro di cui si è presa cura, un amore profondo e straordinario”.

 

Autore: Giuseppe Di Donna