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La Commissione cultura consegna riconoscimento all'avv.Ernesto d'Ippolito, Presidente dell'Accademia cosentina

avvocato d\'ippolito
21 giu 2013

Il magistero dell’avvocato Ernesto D’Ippolito è universalmente riconosciuto. Non c’è avvocato penalista del foro cosentino che non sia transitato dal suo studio e che non abbia, in quella sorta di seminario permanente, appreso i “segreti” della professione forense e tentato di comprendere a quali esempi far riferimento. Ma non è solo tra codici e pandette che si è estrinsecata la sua attività e con essa i suoi insegnamenti. La politica e la cultura sono stati nel tempo gli altri terreni fertilizzati dal suo acume intellettuale, dalla sua ars oratoria, da un impegno costante, contrassegnato da un’adesione totale al pensiero laico, democratico e liberale.
Impresa difficile, quasi titanica, quella di provare a sintetizzare l’uomo, il politico, il professionista Ernesto D’Ippolito, senza correre il rischio di essere troppo celebrativi o quello di subire i condizionamenti dell’inevitabile metus reverentialis che si prova nei suoi confronti, per il rispetto che la sua figura incute.
Ne sono stati pienamente consapevoli anche i componenti la commissione cultura di Palazzo dei Bruzi che ieri nella adeguata cornice del Teatro “Rendano” di Cosenza hanno consegnato all’avvocato D’Ippolito, anche nella sua qualità di Presidente dell’Accademia cosentina, un riconoscimento per l’impegno profuso nel campo giuridico, culturale e politico e per il contributo notevole dato all’immagine della città di Cosenza anche nel resto del Paese.
L’incontro al “Rendano” è stato aperto dal Presidente della Commissione cultura Claudio Nigro che ha dato lettura del messaggio fatto pervenire dal Sindaco Mario Occhiuto, impossibilitato a presenziare perché trattenuto fuori città da impegni istituzionali. Nel suo messaggio il Sindaco ha definito Ernesto D’Ippolito “uomo di grande spessore umano e professionale oltre che valente avvocato, attore importante nell’opera crescente di valorizzazione dell’Accademia cosentina nel suo ruolo di Presidente, nonché guida illuminata della Biblioteca civica.”
Nigro ne ha ricordato l’impegno di illustre uomo di legge (avvocato penalista dal 1957) e di uomo attentissimo alle iniziative di carattere culturale. Impegno, quest’ultimo, culminato nell’incarico (assunto dal febbraio dello scorso anno) di Presidente di quell’importante presidio culturale che è la storica Accademia cosentina, fondata da Aulo Giano Parrasio nel 1511.
Nominato nel 1998 Grande Ufficiale al merito della Repubblica Italiana, Presidente emerito dell’Unione degli Ordini forensi della Calabria, Ernesto D’Ippolito è stato anche Segretario regionale del Partito Liberale e per 18 anni consigliere comunale di Palazzo dei Bruzi. Per il consigliere comunale Mimmo Frammartino, intervenuto subito dopo, l’avvocato D’Ippolito rappresenta “una figura di primissimo piano ed un uomo del nostro tempo che oltre che per la sua intensa e brillante attività professionale si lascia apprezzare in quanto uomo colto, politico fine e intelligente e con uno spiccatissimo senso delle istituzioni, qualità ampiamente dimostrate quando, per ben 18 anni, ha svolto la funzione di consigliere comunale, conferendo al ruolo rivestito una grande dignità ed un alto significato.
Attraverso il suo contributo- ha proseguito Frammartino - l’Accademia cosentina può continuare ad essere una preziosa risorsa per la città.
Da consigliere comunale è stato sempre attento ai beni culturali della città. Nessuno ha dimenticato le sue battaglie in consiglio comunale, quando nel 1973 si trattò di difendere il prestigio e la dignità della Biblioteca civica.”
Il consigliere Frammartino ne ha ricordato anche gli stretti rapporti con Giovanni Malagodi, segretario nazionale del Partito Liberale, quando D’Ippolito era alla guida della segreteria regionale e all’interno della direzione nazionale del partito.
Tra gli altri interventi quelli del Vice Presidente della Commissione cultura Maria Lucente, del consigliere comunale Massimo Commodaro e quello dell’ex assessore e consigliere comunale Francesco Savastano, amico personale dell’avvocato D’Ippolito.
Per la Lucente “la forza di Ernesto D’Ippolito sta nel fatto che è rispettato da tutti. E’ – ha proseguito - un’eccellenza e insieme una personalità complessa. Il dialogo dell’uomo di cultura Ernesto D’Ippolito non è un dialogo ecumenico, ma spesso assume i connotati di un dialogo con se stessi.”
E a proposito della forza del dialogo, anche di quello con se stessi, è lo stesso Ernesto D’Ippolito, dopo il ringraziamento rivolto all’Amministrazione comunale e alla Commissione cultura, a richiamare un grande letterato come Attilio Momigliano il quale affermava che “non esiste dialogo che non sia monologo e non esiste monologo che non sia dialogo.”
E alla forza del dialogo D’Ippolito ha da sempre annesso grande importanza, da vero laico. Lo testimonia la piena adesione al pensiero di Piero Gobetti “uno dei rappresentanti più significativi e autorevoli del pensiero laico e democratico – ha rimarcato D’Ippolito nel suo intervento - e probabilmente l’erede più completo dell’illuminismo e laicismo italiani.”
Come pochi, durante il suo impegno di consigliere comunale, Ernesto D’Ippolito, costantemente all’opposizione, ha saputo dialogare con i diversi Sindaci che si sono succeduti. Ha ricordato Fausto Lio, “un uomo molto perbene” e una curiosità:
“tutti i sindaci della città nei confronti dei quali ero oppositore in Consiglio comunale si sono fatti difendere da me”.
La sua attività di avvocato è il suo orgoglio, come lo è il fatto di essere stato figlio di un avvocato di grande qualità e di grandi virtù. “Cosenza ha avuto grandi avvocati – ha aggiunto - ma non ha avuto una scuola del livello dello studio D’Ippolito. La cosa più importante è la capacità della scuola, il seminario.”
Ma Ernesto D’Ippolito è fiero anche del suo ruolo di Presidente dell’Accademia cosentina, per quello che la nostra istituzione rappresenta nel Paese, dato questo sul quale spesso si sorvola o che non viene colto appieno. “Basti pensare – ha ricordato - che a destra del Presidente dell’Accademia d’Italia siede sempre il Presidente dell’Accademia cosentina.”
L’avvocato D’Ippolito è un profluvio di citazioni : da Ralph Darendorf, filosofo e sociologo tedesco di ispirazione liberale, a John Fitzgerald Kennedy, “un idealista senza illusioni, convinto che si potesse continuare ad essere perbene senza illudersi della bontà del genere umano”.
Prima di congedarsi consegna alla platea, tra i quali spiccavano anche alcuni giovani praticanti del suo studio, un suo monito: “non bisogna mai dimenticare che quando si deve scegliere tra il laicismo democratico di Gobetti ed il dogma, il dogma ha sempre partorito il rogo e l’inquisizione.” E ricorda il sacrificio di Giordano Bruno e di Giulio Cesare Vanini, accomunati dalla stessa sorte.



 

Autore: Giuseppe Di Donna