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Una targa in Piazza XV Marzo per ricordare il patriota Vincenzo Federici

piazza xv marzo
17 giu 2013

Il 26 settembre 2013 ricorrerà il bicentenario della morte di Vincenzo Federici, patriota risorgimentale cosentino, tra i principali artefici della rivolta bruzia contro i francesi e tra i precursori del primo nucleo carbonaro sorto in Calabria, giustiziato in Piazza XV Marzo nel 1813.
In quell’occasione il sacrificio di Vincenzo Federici potrebbe essere ricordato con la collocazione di una targa proprio in Piazza XV marzo. L’iniziativa dovrebbe contribuire a togliere quella patina di oblìo che ha per lungo tempo avvolto la figura del patriota, originario di Altilia, dove nacque nel 1722.
La proposta è della studiosa e ricercatrice Rita Fiordalisi, della Biblioteca Nazionale di Cosenza, che l’ha sottoposta all’attenzione della Commissione cultura di Palazzo dei Bruzi, presieduta da Claudio Nigro. L’organismo consiliare l’ha subito sposata, a cominciare dal consigliere comunale Maria Lucente che ne ha condiviso immediatamente le ragioni.
Oltre alla collocazione della targa in Piazza XV Marzo, altre iniziative potrebbero accompagnare questo momento evocativo della memoria di Vincenzo Federici, con il coinvolgimento delle scuole della città. L’intenzione sarebbe proprio quella di colmare, partendo dalle scuole, il deficit di conoscenza attorno alla figura del patriota cosentino.
La Commissione cultura del Comune di Cosenza si è ripromessa di portare all’attenzione del Sindaco Mario Occhiuto la proposta di Rita Fiordalisi che nel marzo di quest’anno ha curato alla Biblioteca Nazionale una mostra bibliografico-documentaria, dedicata a Federici, con interessanti carteggi inediti.
“Promuovere una celebrazione che ricordi Vincenzo Federici, in occasione del bicentenario della morte – ha spiegato Rita Fiordalisi ai membri della commissione consiliare cultura – vuol dire sottrarre una persona valorosa come lui, che ha combattuto per un nobile ideale di libertà, alla colpevole dimenticanza nella quale è precipitata. Si tratta – ha proseguito la Fiordalisi – di un uomo che ha fatto la storia della nostra città e che ha anticipato di diversi anni l’azione dei fratelli Bandiera per liberare la Calabria e l’Italia dal predominio francese.”
Non c’è libro di storia che non parli di lui. Persino Alexandre Dumas ne scrisse e lo stesso Napoleone, che non gli era certo amico, ne celebrò la morte.
Vincenzo Federici era conosciuto anche come “Capobianco” per via del precoce incanutimento dei suoi capelli.
Sempre Rita Fiordalisi lo descrive come “uomo di grande carisma, a metà strada tra il brigante e il patriota”.
A lui si deve il tentativo di rivolta cosentina contro i francesi che prese corpo nel settembre 1813 e che venne poi soffocato, tanto che “Capobianco” fu prima catturato, poi condannato e infine giustiziato in Piazza XV Marzo, allora conosciuta con il nome di Torre Vetere.
Saggio, rispettoso dell’amicizia e sempre dalla parte degli umili, Vincenzo Federici mostrava fermezza nei confronti di chi era poco onesto e non rispettava le regole.
Per tutte queste ragioni era diventato un punto di riferimento sia per la nobiltà locale che per il popolo.
Di animo liberale, non esitò ad abbracciare la carboneria quando il primo nucleo del movimento carbonaro emise i suoi primi vagiti per iniziativa di Gabriele De Gotti (medico cosentino e nipote della moglie di Federici, Mariangelica) al quale i principi carbonari erano stati trasferiti dal francese Pierre Briot, deputato giacobino che non nascondeva le sue simpatie per l’Italia. La carboneria calabrese, grazie a Vincenzo Federici, diede un notevole contibuto all’indipendenza e libertà dei territori locali e dell’intero Paese.
E su Vincenzo Federici Rita Fiordalisi ha ora pronto un libro, di imminente uscita, e che, in forma romanzata, ne evoca il ricordo, ma dal punto di vista della moglie Mariangelica, che racconta, con grande sofferenza interiore, il sacrificio del marito. Per ora se ne conosce il titolo, “L’ultima carezza di Vincenzo”. La pubblicazione vedrà la luce, con ogni probabilità, il prossimo agosto, quando sarà presentato in anteprima ad Altilia.

 

Autore: Giuseppe Di Donna