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Sentenza Sorical, vince il Comune. Il sindaco Occhiuto: "L'acqua è di tutti. In Calabria necessario ripartire dai beni comuni"

foto sindaco occhiuto
09 mag 2013

“Questa è una nostra vittoria su come intendiamo debba essere gestito il servizio dell’acqua. Così com’è, di riflesso, una vittoria sulla gestione dei rifiuti”.
Il sindaco Mario Occhiuto commenta con soddisfazione la sentenza del Consiglio di Stato che ha dato ragione al Comune di Cosenza, confermando la decisione del Tar e bocciando, per la seconda volta, il ricorso della Sorical contro Palazzo dei Bruzi. Un evidente successo politico-amministrativo dell’esecutivo Occhiuto che immediatamente, nell’aprile del 2012, non aveva esitato a definire la notevole e inspiegabile riduzione idrica nel capoluogo bruzio, un gesto arbitrario e illegittimo.
“I beni comuni devono essere di proprietà pubblica – torna a ribadire il sindaco Occhiuto - E i servizi pubblici, quando vengono gestiti da privati, devono poter mantenere i requisiti del servizio pubblico, ovvero mantenere i criteri di economicità per i cittadini-utenti, di trasparenza e di legalità. In Calabria, se vogliamo migliorare lo stato delle cose, si deve ripartire da questo: dalla riappropriazione da parte delle persone dei beni comuni. La vicenda dell’acqua e della Sorical dimostra che esistono abusi che si perpetrano a danno dei cittadini. Il Comune di Cosenza – annuncia il Sindaco – adesso farà causa per i gravi disagi provocati ai cittadini, come chiederà pure un risarcimento per i mancati investimenti sulla rete di distribuzione. E sarà un atto che porteremo avanti sia nel caso dell’acqua con Sorical che nel caso della cattiva gestione del ciclo dei rifiuti”.
La sentenza del Consiglio di Stato è infatti occasione, per Mario Occhiuto, di rimarcare alcuni concetti sui beni comuni e sui servizi pubblici che, più volte, specie di recente, ha pronunciato in diverse circostanze.
“Rispetto alla questione dei rifiuti - – aggiunge - è stato dimostrato dai fatti che in Calabria anche le multinazionali (ad esempio con i termovalorizzatori di Gioia Tauro) sono arrivate a ottenere determinate gestioni per venirsi a prendere solo i finanziamenti, andando poi via, e lasciando disastri e mancati investimenti. Affidare ai privati la risoluzione dei problemi della collettività, quindi, non va bene quando i privati prediligono vantaggi diretti anziché di natura comunitaria. E’ l’ambito del Pubblico che deve avere le competenze e la volontà di indicare la strada. Ci devono essere programmi chiari e progetti concreti. Non si può sempre delegare e affidare lo sviluppo del territorio ai privati senza alcun controllo e senza prima avere ideato un progetto lungimirante”.
In conclusione: “Sui rifiuti vale lo stesso ragionamento dell’acqua – ribatte Occhiuto - Il progetto sul ciclo dei rifiuti non può riguardare la sommatoria delle richieste degli attuali soggetti gestori che hanno tutt’altro interesse e fanno l’esclusiva felicità dei management privati. Sull’emergenza nella nostra regione, è ormai indubbio, si sono realizzate le più grandi speculazioni, mentre invece a prevalere deve essere la logica della raccolta differenziata porta a porta, della selezione spinta, del recupero e del riciclo”.
 

Autore: Iole Perito