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Il Sindaco Mario Occhiuto consegna riconoscimento al giornalista Filippo Veltri in Commissione cultura

filippo veltri in commissione cultura
03 apr 2013

Il Sindaco Mario Occhiuto ha consegnato, nel pomeriggio di oggi, al giornalista e scrittore cosentino Filippo Veltri un riconoscimento speciale per il complesso della sua attività giornalistica, contrassegnata da una significativa passione civile, esplicitata anche all’interno di apprezzatissimi libri.
La consegna del riconoscimento è avvenuta nell’ambito di una seduta della Commissione cultura di Palazzo dei Bruzi, presieduta per l’occasione dalla Vice Presidente Maria Lucente, in sostituzione del Presidente Claudio Nigro, trattenuto altrove da impegni professionali. All’incontro con Filippo Veltri, per più di 25 anni giornalista dell’Agenzia ANSA, di cui è stato negli ultimi dodici anni, prima di andare in pensione, responsabile della sede della Calabria, ha preso parte, tra gli altri, anche il Presidente del Consiglio comunale Luca Morrone.
“Sono tanti – ha detto il Sindaco Mario Occhiuto - i calabresi in giro per il mondo che hanno dato un contributo notevole allo sviluppo della scienza, delle arti e degli altri settori del sapere umano. Evidentemente un motivo c’è e risiede nel fatto che come calabresi siamo portatori di eccellenze che fanno parte del nostro DNA. Ma ci sono anche tanti calabresi – ha detto ancora Occhiuto - che sono coraggiosamente rimasti qui, non disdegnando di dare il medesimo contributo. L’Amministrazione comunale, attraverso la Commissione cultura, sta dando il segno tangibile che il Comune è la casa di tutti e che chiunque può avvicinarvisi ed esservi accolto, senza preclusione alcuna o retropensieri. La Commissione cultura sta svolgendo un ottimo lavoro autodeterminandosi autonomamente di volta in volta sulle scelte da compiere. Questo è un modo positivo di fare politica, utile a stimolare la crescita dei nostri luoghi e delle nostre eccellenze.
Filippo Veltri è una di quelle eccellenze che sono rimaste qui in Calabria e che non hanno rinunciato a dare un contributo importante allo sviluppo della nostra terra. In lui coesistono, come valore aggiunto, qualità professionali ed umane indiscutibili. Grandezza d’animo e capacità professionali che avrebbero potuto schiudergli ogni successo anche lontano dalla Calabria. Per tutte queste ragioni intendiamo ringraziarlo.”
La seduta della Commissione cultura era stata aperta dall’intervento di Maria Lucente che ha ripercorso le tappe più importanti dell’attività giornalistica di Veltri, dagli inizi, nel 1972, al “Giornale di Calabria” diretto da Piero Ardenti, “autentica fucina – ha detto la Lucente – di esperienze e professionalità”, ai tantissimi premi conferitigli, dal Premio Crotone per il giornalismo, nel 2003, al Premio “Lo Sardo” di Cetraro nel 2006 per il suo impegno contro la ‘ndrangheta, al Premio “Gerbera Gialla” di Reggio Calabria, nel 2008, per le sue attività culturali e professionali a favore della legalità.
Prendendo a prestito un’espressione spesso adoperata da Pasquino Crupi, intellettuale e tra i maggiori studiosi della cultura meridionale e calabrese, Maria Lucente ha sottolineato come tra i grandi meriti culturali ed antropologici del giornalista cosentino ci sia “quello di raccontare una Calabria normale. Veltri – ha aggiunto la Lucente – opera una lettura della Calabria organica, dispiegata attraverso i suoi articoli, le sue analisi e le sue riflessioni, in una coerente rete interpretativa che ha come nucleo centrale una presa di coscienza dolente e amara”. Sempre mutuando un’altra espressione di Crupi Maria Lucente ha concluso il suo intervento definendo Filippo Veltri “una palma solitaria nel deserto del Mezzogiorno, un intellettuale militante che racconta la sua terra con onestà, serietà e coraggio, senza ostentazione.”
Durante la seduta è intervenuto anche il consigliere comunale Mimmo Frammartino che ha ricordato il ruolo propulsivo della commissione cultura e, a proposito di Filippo Veltri, l’arricchimento derivato dalla possibilità di discutere con una personalità che ha sviluppato un’intensa attività nella conoscenza e nell’approfondimento di tematiche di ampio respiro come il fenomeno mafioso, la criminalità organizzata e il dirompente impatto esercitato sulla società civile.
Appena gli è stata data la parola, Filippo Veltri si è detto commosso “perché occasioni del genere rappresentano un segno di riconoscibilità di quello che si fa.” Il giornalista ha poi ricordato di essere nato a Cosenza e di essere stato unito in matrimonio proprio in Municipio. “Qui – ha aggiunto - ho ricevuto il Premio Sila nel ’92 per “Lettere a San Luca”, un libro scritto subito dopo il conflitto a fuoco, avvenuto a Luino nel gennaio del 1990, nel quale caddero i presunti rapitori di Antonella Dellea, il cui sequestro venne sventato dai Carabinieri.” In quei giorni a San Luca cominciarono ad essere recapitate le lettere della vergogna, piene di odio nei confronti dei presunti sequestratori-‘ndranghetisti. Non ha dubbi Veltri. “E’ questo il mio libro più coraggioso perché attraverso di esso, in assoluta solitudine, affiancato in Parlamento soltanto da Giacomo Mancini, ingaggiai una vera e propria battaglia chiedendo perché sui fatti di Luino non si facesse piena luce. Erano i prodromi del fenomeno leghista, appena agli inizi.”
21 anni dopo “Lettere a San Luca”, Veltri è tornato sul volto dolente della Calabria, con una raccolta dei suoi migliori articoli propostagli da Franco Arcidiacono, editore della reggina “La Città del Sole”. Ne è venuto fuori un romanzo, “La Calabria dolente” che racconta la nostra regione senza neanche seguire la cronologia degli articoli che compongono la raccolta. E quella tratteggiata da Veltri è ancora una terra “che soffre – dice il giornalista - per l’imperare del fenomeno mafioso, come per le questioni economiche e della disoccupazione, ma anche per una malapolitica che si fa fatica a debellare perché, tranne qualche eccezione, non sa interpretare le parti migliori di questa terra e di questa società.”







 

Autore: Giuseppe Di Donna