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Il discorso del sindaco Mario Occhiuto ai concittadini pronunciato alla messa augurale in Duomo

duomo illuminato
23 dic 2012

“Carissime concittadine e carissimi concittadini, Eccellenza mons. Nunnari, Signori Autorità civili e militari, Natale arriva, quest’anno, in un contesto davvero particolare. Direi quasi che in ragione di una sofferenza stratificata e accumulata giorno dopo giorno si fa fatica a ritrovare nell’atmosfera di Natale il messaggio di speranza e di rinascita che accompagna sempre questi giorni. Abbiamo forse perso la capacità di sperare.
Anche la città vive questo disagio. Difficoltà di ogni tipo, le tante problematiche - veramente troppe - della comunità affliggono non solo chi le vive in prima persona ma anche, in qualche misura, chi quotidianamente è chiamato ad affrontarle da amministratore. Episodi quotidiani di carenza di lavoro o di alloggio o di risorse economiche, problemi di malattia e di assistenza, che trovano spesso nel palazzo di città il terminale di richieste, spesso senza che questo ne abbia competenze o possibilità di risoluzione, mi portano ad interiorizzare un malessere che però mi offre anche quotidiane occasioni di riflessione. La rete, i social network, i media, poi diventano spesso cassa di risonanza di un disagio rappresentato e amplificato, in un percorso liberatorio e salvifico che assegna ad altri responsabilità e colpe senza nemmeno più ricercare possibili soluzioni. Che invece, tutti, continuiamo a cercare.
Proprio i social network, nati come occasione di democrazia e diffusione di notizie e conoscenze, portatori del merito della comunicazione diretta e senza intermediari, diventano, a volte, un ricettacolo di offese e pensieri di parte.
Confido nella maturità di chi osserva il panorama virtuale nella speranza che chi vi ricerchi informazione sia capace di distinguere quella vera da quella deviata.
Un augurio voglio dedicare anche alla stampa e, nella certezza che anche un sano rapporto tra giornalismo ed amministrazioni pubbliche contribuisca a creare una società migliore, auspico un 2013 fatto di storie belle da raccontare e soprattutto da leggere.
Qui stasera è rappresentata tutta la città, nei suoi abitanti, innanzitutto, ma anche nelle istituzioni - il Prefetto, il Procuratore della Repubblica, il Questore, il Comandante dei Carabinieri, il Comandante della Guardia di Finanza, il Comandante del Corpo Forestale dello Stato, il Comandante dei Vigili del Fuoco, i Presidenti degli Ordini Professionali, tutti uomini che rappresentano entità istituzionali che contribuiscono, ognuno con le sue specificità, al mantenimento della legalità, ed alla tensione verso il bene comune. A loro va il mio ringraziamento.
Mi sia consentito di formulare una particolare citazione al Prefetto per la sua preziosa ed incisiva opera di coordinamento, e per aver conferito alla Prefettura di Cosenza, quale elemento di novità rispetto al passato, un ruolo poco formalistico e burocratico, e molto sostanziale e di prima linea rispetto alle problematiche del territorio. Un grazie particolare anche al Procuratore Granieri, al Comandante dei carabinieri Ferace ed al Questore Anzalone per gli importanti successi di questo anno, che hanno visto la cattura di pericolosi criminali da tempo latitanti.
In questo anno, in forza del ruolo che la città ha scelto di assegnarmi, ho potuto vedere più da vicino l'impegno quotidiano e l'energia che queste forze spendono a favore della comunità, con progetti ed iniziative mirate che hanno come unico obiettivo la crescita di una città bella, sicura e prosperosa. A tutti quanti loro, alle donne e agli uomini che senza clamore e visibilità continuano a misurarsi con le difficoltà del presente e a vantaggio della collettività, voglio esternare i ringraziamenti di tutti i cittadini.
Un ringraziamento particolare, naturalmente, voglio rivolgerlo al nostro Vescovo. Viviamo tempi inquieti, il modello di sviluppo che ci è stato indicato ha mostrato i suoi limiti, abbiamo il dovere morale di lavorare per migliorare il futuro dei nostri figli.
Allontanandoci dai principi evangelici, ci ammonisce Monsignor Nunnari, rischiamo di adire una strada ricca solo di aridità.
Il Natale, come ci ricordava Don Giacomo nella sua bellissima omelia d'inizio della novena di Natale, viene anche per farci riscoprire la gioia. Quella gioia che nessuna crisi può mai portarci via. Dobbiamo solo ritrovarla nel nostro cuore.
Da questo punto di vista ho trovato illuminanti - molto più delle luminarie che abbiamo messo per le strade - le lettere che i bambini scrivono a Babbo Natale, e che abbiamo raccolto in un libro, in collaborazione con Poste Italiane per l’allestimento della cassetta postale di Babbo Natale.
I bambini sono una benedizione, hanno talento, energia, entusiasmo e voglia di mettersi in gioco. I bambini sono la promessa per il futuro e ci ricordano che per crescere abbiamo bisogno di coltivare la solidarietà e la condivisione.
Caro babbo Natale se fossi il tuo aiutante farei un sacco di regali ai bambini poveri” (Francesco Pio)
Per me non ti preoccupare, non ti chiedo nulla (GIANNI)
Preferisco cedere i miei regali a un bambino meno fortunato. (DOMENICO)
Ti chiedo la cortesia di consegnare il mio dono ad un’ altra bambina che forse un regalo non l’ha mai ricevuto e così a Natale ci sarà una bambina triste che sorriderà. (MARTINA)
Vorrei che i bambini poveri trovino la felicità. Sono sicura che tutto è possibile con l’aiuto di Gesù. (GIADA)
Io prego Gesù Bambino, affinchè porti qualche posto di lavoro ai disoccupati” (PIETRO)
Desidero che il mio papà abbia uno stipendio più alto per pagare le tasse e per accontentare i bambini più bisognosi” (GIORGIA).
Caro Gesù, visto che tu da lassù vedi tutto, possibile che non ti sei accorto di quanto è grave la situazione? Perché non fai qualcosa tu che puoi (MATTIA)
Vorrei che abolissi l’euro (ROSSELLA)
Io sto così così. Quest’anno sono povero. (PIETRO)
Questi sono i pensieri dei bambini, grandi e profondi nella loro semplicità. Ci parlano di speranza, ci spingono a combattere l'indifferenza e ci ricordano che dobbiamo essere generosi con chi è meno fortunato di noi. Come dice il piccolo Pietro Io sto così così. Quest’anno sono povero. E’ vero, forse quest’anno siamo tutti un più poveri materialmente, ma ci sono beni che non si comprano. Quei beni che fanno dell’uomo la creatura preferita da Dio.
Dobbiamo guardare al futuro con speranza proprio come i bambini. Coltivando la curiosità verso il mondo, la gentilezza verso gli altri, il senso della scoperta e della meraviglia, il gusto del confronto che porta alla dialettica e alla progettualità.
Per parte mia, insieme a tutta la giunta, sto tentando di ispirarmi ad una visione di città che si proponga come luogo dove qualità di vita, gestione delle criticità, solidarietà, economia diffusa, cultura identitaria e dell'accoglienza siano parole che hanno ancora un senso.
Spero che questi tratti siano riconoscibili nelle cose che abbiamo già fatto e in quelle che stiamo portando avanti, giorno dopo giorno, facendo scelte e assegnando priorità che non sempre sono comprese.
Credo, però, che tutti stiano già vivendo una città più bella, più partecipata e solidale.
Le vacanze di Natale e di fine anno sono attese anche per godere un po’ di riposo nella serenità delle relazioni familiari, all’interno delle quali la riunione di individui non è somma, ma sintesi: vi è il nonno, il padre, il figlio. Passato, presente e futuro si saldano nel disegno di Dio. Auguro a tutti di trascorrere questo breve periodo in pace e con l’attenzione vigile al bisogno degli altri meno fortunati di noi. Se riusciamo a fortificare i nostri sentimenti ed i nostri pensieri possiamo essere certi che sapremo affrontare la ripresa del lavoro, nel nuovo anno, con coraggio e rinnovato entusiasmo.
Concludo ricordando le parole di Sua Santità Benedetto XVI: L’uomo non si sviluppa con le sole proprie forze, né lo sviluppo gli può essere semplicemente dato dall’esterno. In realtà, le istituzioni da sole non bastano, perché lo sviluppo umano integrale è anzitutto vocazione e, quindi, comporta una libera e solidale assunzione di responsabilità da parte di tutti.
L'augurio che il vostro Sindaco vuol farvi, insieme alla sua giunta e all’amministrazione comunale tutta, è che la gioia di vivere continui ad animare le vostre vite riuscendo ad allontanare le paure e che ognuno di noi riesca a ritrovare il suo animo bambino, inteso quale facile propensione alla sorpresa, alla meraviglia, allo stupore, alla buona fede, alla purezza. Buon Natale e buon anno nuovo, nella serenità e nella gioia, soprattutto ai malati, agli anziani, e a tutti coloro che vivono un disagio”. 

Autore: Iole Perito