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Dichiarazione di Vincenzo Gallo sul problema dei diritti dei cittadini nelle carceri

12 mag 2003
Il caso del presidente del Cosenza Calcio Pagliuso, la cui posizione ci auguriamo possa essere chiarita al più presto, ha richiamato l'attenzione dell'opinione pubblica sulla situazione delle carceri italiane e sui diritti dei cittadini detenuti. Credo sia utile riproporre integralmente una mia dichiarazione con alcuni dati ufficiali, resi pubblici dallo stesso Ministero di Grazia e Giustizia, che ho già inviato alla stampa il 2 gennaio scorso. "In Italia il numero delle persone detenute è pari a circa 57.000 unità, di cui oltre 17.000 stranieri. I detenuti in Calabria al 31 dicembre 2001 sono risultati 2.016, di cui 1.386 residenti nella nostra regione. Crea allarme e sconcerto il numero dei detenuti imputati, che comprendono i detenuti in attesa di giudizio, gli appellanti e i ricorrenti. In Italia sono risultati infatti pari al 39% della popolazione penitenziaria, mentre in Calabria i detenuti imputati sono risultati 974 (48%) e 1042 quelli già condannati. I reati più frequentemente ascritti alla popolazione detenuta in Italia sono per il 25% reati contro il patrimonio (tra questi il furto e la rapina) e per il 21% reati relativi alla violazione della legge sulla droga. I reati per associazione di stampo mafioso risultano pari al 2,4%. A fronte di 45.000 posti disponibili nella carceri italiane ci sono 12.000 detenuti in più, secondo dati forniti dallo stesso Ministro Castelli. I detenuti tossicodipendenti risultano 1/3 (236 in Calabria) e quelli affetti da HIV ufficialmente risultano circa 1500, anche se il test è volontario, per cui il dato è quasi certamente sottostimato. In Italia e in Calabria oltre la metà dei detenuti ha un' età compresa tra i 18 e i 34 anni e il 66% è in possesso soprattutto della licenza di scuola media inferiore o della licenza elementare. Nel nostro paese i detenuti lavoranti sono pari solo al 25% dei presenti (erano il 35% nel 1990), e i corsi professionali attivati nel 2001 sono stati circa 600, con oltre 7000 iscritti. Da un'analisi di questi dati appare evidente che in Italia non ha ancora trovato piena attuazione l'art. 27 della Costituzione, in base al quale le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. E' evidente che il sistema penitenziario dovrebbe ottenere risorse e strutture adeguate per non infliggere un indebito supplemento di condanna ai detenuti ed evitare di perseguire forme di carcerazione ancora più "dure", che violano i diritti umani, come è avvenuto con l'approvazione in Parlamento dell'art. 41 bis, ritenuto anche da molti esperti incostituzionale. Ci auguriamo, pertanto, che i problemi delle carceri, della giustizia, dell' efficace contrasto alla criminalità e della tutela della sicurezza pubblica possano essere affrontati con urgenza e con un approccio globale, dall'intera classe dirigente di questo Paese, però nello spirito della Costituzione e nel rispetto della dignità di tutti i cittadini, come sottolineato dallo stesso Presidente Ciampi. Per il raggiungimento di questi obiettivi il Comune di Cosenza, proseguendo l'azione della precedente Amministrazione, nell'ambito naturalmente delle sue competenze, ha già avviato alcune iniziative concertate con la Casa Circondariale di Cosenza ed intende continuare a svolgere un ruolo attivo, in sinergia con altri soggetti istituzionali." Vincenzo Gallo Assessore ai diritti del cittadino Comune di Cosenza