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Conferenza dei Sindaci sul Piano Sanitario Regionale

17 mag 2003
Si è svolta questa mattina nel Salone Consiliare di Palazzo dei Bruzi una riunione della Conferenza dei Sindaci dell'Azienda Sanitaria Cosentina. All'ordine del giorno l'esame del Piano Sanitario recentemente licenziato dalla Giunta Regionale e in attesa di passare in Commissione consiliare. Non essendo stato raggiunto il numero legale, la Conferenza si è svolta ugualmente in via consultiva. "Una riunione convocata in via d'urgenza - ha tenuto a precisare il Sindaco di Cosenza Eva Catizone, Presidente della Conferenza - a causa dei tempi ristretti richiesti dall'Anci Federsanità per accogliere ulteriori osservazioni e proposte da presentare all'Assessorato Regionale alla Sanità. Le nostre rivendicazioni sono state accolte - ha aggiunto il Sindaco Catizone prima di dare la parola all'Assessore Riccipetitoni per la relazione sul Piano - non perdiamo l'ospedale di Rogliano, che diventa parte dell'Annunziata. Anche l'Ospedale di Acri non viene chiuso, come qualcuno paventava, ma diventa ospedale di zona. Esprimiamo, quindi, una certa soddisfazione anche perché crediamo che sia in continua crescita il ruolo dei Sindaci in materia sanitaria". L'Assessore Giovanna Riccipetitoni ha evidenziato il ruolo attivo avuto dall'Anci nella elaborazione del Piano "la cui formulazione lascia delle parti da definire con legge delega alla Giunta. La definizione del Piano, comunque, permetterà di accedere a fondi per interventi strutturali. Naturalmente bisogna continuare ad operare affinché anche nella parte delegata alla Giunta si rispettino gli impegni presi con l'Anci e con la Conferenza dei Sindaci. Nel Piano, oltre al Comitato dei Sindaci di distretto e alla Conferenza dei Sindaci, è prevista la Conferenza Regionale Permanente, costituita dagli Assessori regionali alla Sanità e alle Politiche sociali, da tre Consiglieri regionali, dai Presidenti delle Conferenze dei Sindaci, e dai Sindaci dei Comuni Capoluogo. Va affrontato il problema del finanziamento - ha proseguito l'Assessore Riccipetitoni - con l'adeguamento delle quote capitali per ogni Azienda Sanitaria. La situazione di Cosenza, attualmente, è ingestibile anche in funzione del finanziamento che riceve, di gran lunga il più basso di tutta la regione. La quota di finanziamento individuale, invece, deve essere uguale per tutti i cittadini. Il Piano prevede 3 Aziende Sanitarie - ha informato l'Assessore - con un ambito di 700.000 abitanti. Per Cosenza questo si traduce in una dimensione provinciale, con 11 distretti sottostanti. Ma non è detto che il Consiglio non modifichi questa previsione. Il Piano non prevede, almeno per il momento, la nostra proposta di accettazione della cardiochirurgia a Cosenza, la definizione di ematologia, e l'attribuzione di un elevato numero di posti letto per terapia intensiva. Ma questa - ha avvertito la Riccipetitoni - è una posizione che dobbiamo assolutamente difendere, così come l'impegno sui Centri di eccellenza. Nel Piano si prevede la riconversione del pubblico, ma senza contrattazione sul tetto e sulla localizzazione delle strutture private questo non sarà possibile. Nella ripartizione del fondo sanitario regionale, infine, c'è una scelta precisa, quella di ridurre le attribuzioni relativa alla ospedalizzazione privilegiando forme di assistenza distrettuale. La nostra rete ospedaliera è vetusta, per molti aspetti non a norma di legge. A Cosenza, dove il tetto di ospedalizzazione attuale è del 223 x 1000, bisognerebbe scendere al 160 x 1000. Ma, attualmente, molti investimenti rischiano di rimanere a metà per mancanza di finanziamenti. I progetti presentati dall'Azienda Ospedaliera di Cosenza, infatti, sono bloccati a livello regionale per la mancanza di progettualità del polo di Germaneto". Dopo la relazione dell'Assessore Riccipetitoni si è aperto il dibattito. E' intervenuto il Vice Sindaco di Rende, Emilio Chiappetta, che ha definito il Piano Sanitario "non adeguato alle esigenze della popolazione calabrese. A tutt'oggi non siamo in grado di sapere quali siano le origini del debito sulla spesa sanitaria. Come si garantiranno i cittadini nel futuro senza rimuovere le cause che lo hanno determinato?" Il Presidente dell'Ordine dei Medici, Eugenio Corcione, ha giudicato il Piano "vuoto di garanzie. Un libro di obiettivi generici, che rimanda alla Giunta per la sua attuazione. Un falso Piano, dunque, senza impegni specifici e senza alcuna descrizione di come raggiungere gli obiettivi. Un Piano non vincolante, che anzi rimanda ancora. In futuro qualsiasi Giunta potrà fare o disfare a proprio piacimento. Nel Piano non sono neanche previsti meccanismi di controllo interno". Per Gianfranco Scarpelli, Direttore Sanitario dell'Azienda Ospedaliera, invece, "il Piano c'è, è adeguato, e va sostenuto fino in fondo. Ci sono anche le forme di controllo, che garantiscono vigilanza a tutela degli interessi dei cittadini. Aver ottenuto i Centri di eccellenza è un dato importante, così come la previsione di posti letto per il CNR. Il Piano sarà anche criticabile, ma fornisce dati prima inesistenti, con classificazioni chiare dei diversi ospedali". Marcello Perrelli, infine, intervenendo in rappresentanza dell'Azienda Sanitaria nr.4 di Cosenza, si è dichiarato "insoddisfatto. Non ci sono modifiche sostanziali. Il problema sarà sempre lo stesso: vedere come si spendono i soldi". I sindaci presenti hanno ricevuto una copia del Piano Sanitario su supporto magnetico, in modo da fornire, entro la mattina di martedì prossimo i propri suggerimenti. Il 20 maggio prossimo, infatti, il documento propositivo andrà presentato all'Anci Federsanità e all'Assessorato regionale alla Sanità.