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Nota dell'assessore Maria Francesca Amendola sul disagio e sulla precarietà

26 mag 2009

Caro Direttore, è allarmante osservare che c'è ancora - anche fra cronisti e addirittura fra i politici e gli amministratori - chi si ostina a ritenere che l'approccio alle problematiche del disagio e della precarietà in cui versano intere categorie sociali, possa essere disegnato su uno schema che privilegi il travolgimento e lo stravolgimento delle più elementari regole democratiche ed etiche, prima ancora che giuridiche. Una siffatta impostazione, oserei dire ideologica, appare tanto più accentuata quanto più le problematiche cui si è fatto cenno si appalesano diffuse sul territorio e profonde nella loro drammaticità.

Senonchè, in un tale contesto non poteva mancare la "rituale, strumentalizzazione, ammantata da deprecabile demagogia e solidarismo di facciata," circa la vicenda della Sig.ra Teresa " umiliata e sfrattata", allontanata da alloggio popolare nel quartiere di San Vito Alto e "relegata presso l'Istituto delle Suore Francescane."

I fatti:

a) nessuno, tanto meno i cronisti nei loro resoconti, ha potuto sottacere che la Sig.ra Teresa occupava l'alloggio in questione abusivamente;

b) che la stessa non risulta residente nella nostra città;

c) che ella è stata ospitata a seguito dello sfratto ( giammai " relegata ") in un Istituto di Suore;

d) che l'appartamento abusivamente condotto dalla Sig.ra Teresa era in condizioni strutturali e sanitarie a dir poco drammatiche.

Di fronte a tale scenario l'Amministrazione Comunale, ed io per essa, ha ritenuto semplicemente di dovere applicare direttrici normative certe, realizzando una condotta non suscettibile di censura alcuna.

Nessun dubbio che la Sig.ra Teresa non aveva titolo per occupare quella casa; che per essere non residente nella nostra città è assolutamente impossibile che le si riconosca il diritto di accedere anche solo alle graduatorie degli assegnatari; che l'appartamento occupato è oggi in via di risistemazione e che nello stesso nessuno è stato ancora alloggiato; ciononostante l'Amministrazione, pur avendo potuto disinteressarsi delle sorti della Sig.ra Teresa, demandando la risoluzione della questione al Sindaco di Montalto Uffugo dove l'interessata risiede, ha tempestivamente provveduto a trovarle adeguata e dignitosa sistemazione presso un Istituto di Suore, in condizioni strutturali ed igieniche più che congrue, presso cui alloggiano anche studenti della nostra Università.

A tutto questo si aggiunga che decine sono gli aventi diritto ad un alloggio, certamente in situazioni di disagio altrettanto gravi rispetto a quelle patite dalla Sig.ra Teresa, di più nelle condizioni di legge per ottenere l'assegnazione di alloggi popolari: in particolare l'alloggio in questione sarà assegnato ad una famiglia, in condizioni estreme con due figli a carico.

Si faccia avanti chi convincentemente si sente di stilare una graduatoria dei bisogni, discriminando l'uno rispetto all'altro secondo criteri di improvvisazione e di disprezzo delle regole.

È ovvio che nessun rilievo può quindi essere dato alle esternazioni risentite e moralistiche di quanti hanno gridato allo scandalo, primo fra tutti il Consigliere Umberto De Rose che pare volere tutti i giorni mostrare la sua avversione, naturale, a regole della legalità e di diritto, se è vero che si indigna ogni qualvolta quelle regole vengono applicate e rispettate.

Infine mi conforta e mi procura sollievo l'attenzione alla vicenda dell'Assessore Provinciale Dott.ssa Badolato, la cui iniziativa sarebbe apparsa più credibile e apprezzabile ove, correttamente, si fosse data pena di acclarare presupposti e circostanze della vicenda , nel rispetto ancora una volta di irrinunciabili regole istituzionali. Richiami alla sensibilità, soprattutto se rivolti alla attuale Amministrazione Comunale, appaiono oltremodo fuori luogo.

Tranquillizziamo tutti i cittadini che si continuerà a perseguire la via, unica convincente sul piano democratico, della corretta applicazione delle norme, al fine di evitare improvvisazioni e garantire la dovuta equità.

Maria Amendola - Assessore al Welfare, Amministrazione Comunale di Cosenza

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