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Paolo Crepet a Cosenza ha presentato il suo ultimo libro

29 nov 2001
img src=/foto/crepet2811.jpg align=left alt="Paolo Crepet"Paolo Crepet, il terzo autore invitato dall'assessorato alla diffusione del libro per l'iniziativa promossa in collaborazione con la libreria Luim, è stato ieri sera a Cosenza per presentare il suo ultimo libro "Riflessioni sull'infanzia e sull'adolescenza". Ad attenderlo nel gremito salone di rappresentanza di Palazzo dei Bruzi, un pubblico di "addetti ai lavori", insegnanti, educatori, psicologi e psichiatri, molti genitori. L'apertura dei lavori, affidata all'assessore Maria Francesca Corigliano, è stata incentrata sui temi dell'educazione sentimentale, intesa come recupero della componente emozionale rispetto a quella cognitiva. La presentazione dell'autore è stata affidata all'esperta Anna Salvo che ha parlato dell'opera meritoria di Crepet di sovvertire la rappresentazione degli operatori della psiche. In effetti il sociologo psichiatra è stato allievo di Franco Basaglia, una figura che incise segni precisi nella prima parte del suo percorso professionale, in un momento storico in cui si andava delineando una nuova fase della psichiatria italiana, quella in cui si diede una svolta al concetto di follia e che porto alla chiusura dei manicomi. Anna Salvo ha inoltre parlato dell'infanzia e dell'adolescenza soffermandosi sugli errori che gli adulti, insegnati e genitori, compiono nei rapporti con i più piccoli, un rapporto spesso deprivato di affetti. Paolo Crepet, sollecitato dalla sua collega ha approfondito gli argomenti della Salvo, con i suoi racconti frutto di esperienze vissute in prima persona come padre e come operatore. Con un linguaggio libero da termini tecnici, rivolto molto più alla gente che agli esperti, Paolo Crepet ha colpito molto le coscienze del pubblico presente aiutandosi spesso da racconti al limite del paradossale che esortavano gli adulti ad essere più autorevoli verso i giovani. "Noi adulti abbiamo una grande responsabilità verso i nostri figli, se non altro per il fatto che li abbiamo messo al mondo. E' per questo che dobbiamo dare loro esempi di autorevolezza. Amiamo la competizione ma non il metterci in discussione e pretendiamo sempre il massimo". Inoltre ha rivolto il suo giudizio anche verso l'istruzione scolastica: "La scuola italiana dovrebbe adeguarsi a quelle del resto d'Europa dove si studia fino al pomeriggio ma una volta fuori non si aprono più libri; niente più compiti a casa insomma ma pomeriggi liberi anche dalle costrizioni di palestre o competizioni atte ad esaudire maggiormente desideri incompiuti dei genitori piuttosto che reali aspirazioni dei figli". Crepet si inoltre soffermato sulla vicenda Novi Ligure, dove è stato ospitato a relazionare nei giorni prima e dopo le più note e terribili vicende che hanno colpito il paese. Un racconto che ha svelato una ulteriore veste di Erika coadiuvato dalla testimonianza del suo professore di lettere e dalla scoperta fatta nella scuola frequentata dalla giovane: la ragazza protagoniste del terribile gesto, leggeva da diversi mesi saggi di psicologia della criminalità. Crepet sull'argomento non ha avuto alcun dubbio: non si può parlare di raptus, gli sbagli commessi dai due giovani vanno pagati. (29.11.2001) a name=n2001112903