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Lunedì 25 novembre il finissage dell'ultima residenza del 2019 dei BoCs Art

alcuni artisti dei BoCs art della residenza di lug
24 nov 2019

Domani, lunedì 25 novembre, dalle ore 18,00 alle 21,00 è previsto, presso le residenze artistiche dei BoCs Art di viale George Norman Douglas (sul Lungofiume Crati) il finissage dell’ultima residenza del 2019. Sarà l’occasione per visionare due progetti che vedono coinvolti, entrambi, un curatore e sei artisti. Il percorso di visita si apre nell’area uno con “DIFFIDATI”, a cura di Michela Murialdo, e prosegue nell’area tre con “Fruffrù”, mostra a cura di Andrea Croce. L’occasione è di quelle imperdibili anche e soprattutto perché sarà possibile vedere come gli artisti si sono relazionati con la città di Cosenza, con il suo territorio e le istituzioni, impiegando saperi, tecniche e modalità diverse, come pitture, disegni, performance, sculture, installazioni, fotografie e video. “DIFFIDATI – spiega Giacinto Di Pietrantonio, il curatore delle residenze artistiche dei BoCs Art - è un titolo che vuole essere portavoce di un pensiero condiviso, nel quale si mette in evidenza la parola “fidati”, per sottolineare un atteggiamento fondamentale all’interno delle ricerche artistiche. La fiducia infatti, è stata fin da subito il pilastro fondante del progetto che, partendo dall’invito iniziale della curatrice, Michela Murialdo, è arrivato ad essere l’elemento chiave su cui si sono instaurate le relazioni di stima e supporto che hanno accomunato tra di loro i sei artisti. Questi si sono trovati a condividere le proprie ricerche, evidenziandone i punti di forza e le criticità, in un’ottica di scambio e crescita fino ad ottenere una sovrapposizione tra il confine professionale e quello umano. Il sentimento di fiducia, sempre più solido all’interno del gruppo, è stato incanalato anche all’interno del loro vivere la città di Cosenza – sotto differenti punti di vista – entrando sempre più in contatto con la sua cultura, la sua storia e soprattutto i suoi abitanti”. Francesco Cardarelli, Francesca Finotti, Stefania Mazzola, il collettivo Milotta / Donchev, Giuseppe Mirigliano e Francesco Pozzato sono i sei artisti che Michela Murialdo ha deciso di invitare all’interno dei BoCs, con l’intento di coniugare pratiche differenti. Francesca Finotti ha restituito, mediante un dipinto, la sua esperienza abitativa all’interno del BoCs arricchendola di un filtro in grado di appannare la visione individuale a favore di una onirica. Stefania Mazzola ha costruito, invece, un percorso che dal piano dello studio si snoda fino alla camera di letto, offrendo al visitatore una serie di disegni che documentano, come in un diario, il paesaggio osservato fuori dalla grande vetrata. Quest’ultima è stata, invece, annullata da Giuseppe Mirigliano, mediante una X che, riprendendo la grafite a terra allestita come un campo minato, si fa portavoce di una nuova narrazione capace di far dialogare la sua pratica pittorica con nuovi elementi installativi. Allo stesso modo Francesco Cardarelli ha trasformato l’interno del suo studio in una sorta di cinema che, con una serie di sedute realizzate scomponendo le forme di un personale alfabeto geometrico, invita il visitatore a prendere posto all’interno del suo linguaggio. Il collettivo Milotta / Donchev ha ricreato, all’interno del BoCs, un luogo interdetto al pubblico ispirandosi ad alcuni spazi presenti all’interno dei luoghi di culto. Una composizione in cui la componente visiva si unisce a quella olfattiva innescando una contemplazione inaccessibile ma allo stesso tempo coinvolgente. Francesco Pozzato ha costruito una narrazione attraverso una serie di oggetti della nostra quotidianità: il corso d’acqua che scorre di fronte ai BoCs, il fiume Crati, unisce due temporalità, la storia della regina Ecuba e l’occupazione greca a scapito della popolazione indigena degli Enotri. “L’altro progetto, “Fruffrù” – spiega ancora Giacinto Di Pietrantonio - non è il titolo di una mostra, ma è uno stato d'animo, un approccio a volte superficiale che si ha nei confronti della vita. Dietro un’apparente frivolezza e leggerezza si nasconde tuttavia un guardare ciò che ci circonda in modo istintivo, disinibito e forse più profondo di quello che sembra. Il termine fruffrù è spesso usato in modo dispregiativo mentre in questo caso assume le sue connotazioni positive ed identifica l'attitudine dei sei artisti in residenza, manifestandosi in ognuno di loro con un’identità differente”. Matei Vladimir Colteanu, Matteo Montagna, Alice Pilusi, Michela Pedranti, Francesco Puppo e Agnese Smaldone sono i sei artisti che Andrea Croce ha invitato a partecipare alla residenza Bocs Art. L'artista Matteo Montagna con il suo spirito giocoso ha dato vita alla scultura “Pistolata”, evocando un’immagine fanciullesca. Alice Pilusi, con l'uso delle maschere di bellezza, riflette sull'utilizzo dei filtri fotografici in epoca digitale e richiama un’estetica camp diventando un’icona beauty. Un'altra maschera è quella di Matei Vladimir Colteanu, che modella direttamente sul suo viso abitando la pelle di personaggi mitologici e ricercando le molteplici identità con le quali ci si può identificare. Le opere di Francesco Puppo, liberamente ispirate ai personaggi della commedia dell’arte, indagano, inoltre, in maniera disincantata la complessità di quei sentimenti umani che spesso si pongono fra simulazione e realtà. Agnese Smaldone propone una pittura che attinge da un suo vocabolario visivo influenzato dalla moda e dalla cultura popolare. Infine, animali, pettegolezzi e dolcetti sono gli spunti concreti con cui Michela Pedranti lavora per plasmare le sue opere che, scultoree o fotografiche, sono accomunate da un’essenza narrativa, tradotta in un’estetica neorealista.





 

Autore: Giuseppe Di Donna