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Replica alle notizie sul "gasometro" apparse sulla stampa locale

25 mag 2009
In replica ad un articolo pubblicato oggi sul Il Quotidiano, dal titolo "il gasometro è una discarica", il direttore dell’impianto, Ing. Mario Colucci, precisa quanto segue: "Il gasometro è tutt’altro che una discarica. Attualmente, ma per un periodo assai breve visto l’imminente costituzione di una società mista nel settore dei rifiuti, la zona è usata come stoccaggio provvisorio di materiale inerte e rifiuti di vario genere (carcasse di elettrodomestici, materassi, rami di alberi, erbacce varie, ecc.), non certamente alimentare nè di materiale inquinante, cosa che risulta evidente del resto anche dalle foto pubblicate. Si tratta di materiale derivante dalle bonifiche che quotidianamente vengono effettuate nei siti periferici ed occasionali. I cittadini sono stati costantemente informati della situazione e delle prospettive che a breve termine si verranno a creare con il trasferimento del gasometro. Ma perché non descrivere anche l’organizzazione con la quale le strade cittadine vengono pulite quotidianamente da ogni sorta di rifiuti? Cosenza è una città pulita, basta fare una passeggiata per accorgesene." (23.02.99) a name=dilibertoFONT FACE="Times,Times New Roman" SIZE=4Il ministro Diliberto in visita a Cosenza parla della Giustizia in Calabria FONT FACE="Times,Times New Roman" "Abbiamo bisogno di fiducia nei nostri giovani e, riguardo alla giustizia, di un cambiamento della terapia che viene adottata: meno ergastoli, meno bunker" – così il Sindaco on. Giacomo Mancini ha accolto il Ministro di Grazia e Giustizia on. Oliviero Diliberto, accompagnato dal Sen. Brunetti, dall’Assessore Regionale Tripodi e dal Consigliere Regionale De Paola. "Non abbiamo un caso Cosenza – ha detto Mancini, dinanzi a tanti cittadini, autorità e parlamentari – non come lo si intende a Milano, almeno. Però va detto che in questa Regione sin dal 1870 le Corti e i Tribunali hanno sempre dato pene altissime a chi proveniva da umili classi sociali rispondendo sempre ad una richiesta di emergenza che invece bisogna abbandonare. Solo uscendo dall’emergenza e rendendo forti i poteri istituzionali potremo battere i mali del sud. In questo senso esiste un caso Cosenza del quale abbiamo parlato al Ministro. I Sindaci, e anche in Calabria ce ne sono tanti che fanno il loro dovere, non devono diventare sceriffi, né questori, ma devono avere la possibilità di intervenire per cambiare la cultura e aiutare la Calabria a reggere il confronto con i Paesi dell’alta Europa. Abbiamo molto apprezzato – ha detto infine il Sindaco rivolto al Ministro Diliberto – la tua opera di correzione degli eccessi verbali da parte di tutti, anche da parte di un ordinamento giudiziario troppo cresciuto rispetto alle sue prerogative." Il Sindaco Mancini ha poi salutato il Ministro comunista di Grazia e Giustizia ricordando la figura di Fausto Gullo, cosentino che fu Ministro guardasigilli nell’immediato dopoguerra, e che in un momento assai difficile per la vita del Paese ha però lasciato una impronta dando respiro ad una magistratura e ad una avvocatura, rispettate e rispettabili, senza le quali non può esserci democrazia compiuta. Il Ministro Diliberto, che ha preso la parola dopo l’intervento del Sen. Mario Brunetti, ha descritto i passaggi che hanno portato nell’ottobre del 1998 alla formazione del Governo D’Alema, il primo in Italia con a capo un ex comunista e con un ministro comunista, e alle difficoltà che incontra quotidianamente nella gestione del Paese. "Sono venuto in Calabria solo dopo l’acquisto di 70 auto blindate per i magistrati – ha detto Diliberto – solo dopo l’acquisto di 900 nuove macchine di intercettazione telefonica e, solo dopo la presentazione di una proposta di alargamento dell’organico dei magistrati non di una ma di mille unità. Putroppo – ha sottolineato il Ministro di Grazie e Giustizia – questo non è un impegno che può prendere il Ministero. Deve essere, invece, un impegno del Governo e se ne deve far carico l’intero bilancio dello Stato. Per far questo – ha proseguito a gran voce il Ministro – c’è bisogno del sostegno dell’opinione pubblica. Oggi non c’è una Italia a due velocità – ha concluso Diliberto nel Salone di Rappresentanza di Palazzo dei Bruzi – ma due Italie nettamente distinte e separate. Al Nord ci sono problemi, certamente, ma sono infinitesimali rispetto a quelli del Sud. Bisogna restituire fiducia ai cittadini per far si che non esistano più due Italie." (22.02.99)