Ciao, Marcello, ti vogliamo bene
21 mag 2009
Marcello se n’è andato all’improvviso, come avrebbe voluto, ma non nel tempo giusto. E’ accaduto troppo presto e troppo velocemente, senza il tempo di capire, soprattutto senza il tempo di salutare la moglie Kelly, le figlie Daniela e Ilaria. Per i suoi cari, per quanti gli volevano bene, un rammarico in più, che si aggiunge al dolore forte di queste ore e dei giorni a venire, per tanto tempo ancora. Marcello anche ieri era stato tutto il giorno in Comune, al suo posto di lavoro di così grande responsabilità, una responsabilità che durava da molti anni e che oggi ci appare in tutta la sua gravosità, letteralmente schiacciante. A lui, alla sua professionalità e al suo senso del dovere, facevamo riferimento, amministratori e dirigenti, quasi tutti i giorni. Ognuno di noi ora pensa che forse qualche preoccupazione gliela potevamo risparmiare, qualche richiesta la potevamo evitare, che qualche riguardo in più potevamo averlo. Marcello a volte si arrabbiava, più spesso sorrideva, la battuta sempre pronta di chi guarda il mondo con disincanto, ma non rinuncia alla sua sincerità, che è massima generosità e vera libertà. Marcello era un uomo semplice ed allegro. Così lo ricordava stamani Kelly, che lo amava anche per quanto l’ha sempre fatta ridere con la sua solare arguzia e che, infine, in maniera rispettosamente semplice lo ha voluto preparare, nella loro casa, per l’ ultimo viaggio. Niente giacca e cravatta, meglio un maglione, come quando era vivo, come appena ieri. E’ una scelta che Marcello certamente apprezza. E gli avrà anche fatto piacere vederci – i suoi colleghi- sfilare davanti a lui per l’ultima volta. E, stavolta, non per pretendere una soluzione, ma per porgergli una carezza e dirgli addio. Scusaci, Marcello, per le tante volte che ti abbiamo ossessionato. Grazie per le tante volte che hai risolto un problema a noi e alla città. Elena