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Il Vicesindaco ed Assessore alla cultura Morrone risponde a Ciroma

21 mag 2009
Dichiarazione del Vicesindaco ed Assessore alla cultura Giancarlo Morrone: “Sulla stampa di oggi vengo direttamente chiamato in causa dagli amici di Ciroma che da tempo stanno promuovendo un proficuo dibattito sulle politiche culturali nella città di Cosenza. L’avermi coinvolto nella discussione mi fa sentire in dovere, per rispetto dell’interlocutore, ma anche per questioni di cortesia, di rispondere e di intervenire. Per amore di verità, su alcune delle questioni sollevate non avevo ritenuto di dover finora intervenire, sia perché non le ho ritenute di mia stretta pertinenza, sia perché lo aveva già fatto l’assessore allo spettacolo ed agli eventi Amedeo Pingitore , titolare di deleghe che abbracciano più direttamente le problematiche poste dagli amici di Ciroma. Non mi sembra che l’Amministrazione comunale non abbia tracciato le linee essenziali del suo percorso culturale. Non è un caso che domani a Cosenza si ospitino i lavori di un importante incontro tra 15 città europee di cultura che fanno parte della rete AVEC. Ciò accade perché la città di Cosenza ha sposato in pieno il rispetto dei principi contenuti nella Carta Europea delle città di cultura. L’obiettivo della riunione di domani è quello di condividere un metodo ed un marchio europeo per le politiche di sviluppo sostenibile legato al patrimonio culturale delle nostre città storiche. Il mio impegno da Assessore alla cultura e quello di tutta l’Amministrazione comunale alla quale mi onoro di appartenere sarà quello di promuovere il patrimonio legato alla storia della nostra città che si tramanda di generazione in generazione. Per questa strada ci sforzeremo di migliorare la qualità dell’offerta culturale, attivando nuovi servizi, razionalizzando le risorse e continuando a qualificare i servizi dell’educazione facilitandone la fruizione da parte di tutti i cittadini. Siamo oltremodo convinti che la crescita di una città si fonda sulla circolazione delle idee, di progetti condivisi e partecipati. Noi non siamo per progetti culturali copiati altrove e calati dall’alto. Siamo, invece, per la condivisione con l’Università, le scuole, le associazioni culturali e le circoscrizioni che deve essere alla base del nostro programma culturale. La capacità di un’Amministrazione è quella di saper realizzare i progetti condivisi. C’è da aggiungere, però, che lo sviluppo della politica culturale di ogni città si manifesta sui tempi lunghi ed è per questo che, pur accettando tutte le critiche e le osservazioni che ci vengono mosse, riteniamo sia più giusto essere giudicati quando i progetti che abbiamo cantierizzato saranno realizzati. Nel prossimo triennio tre importanti celebrazioni bussano alle porte e dovranno rappresentare una irripetibile occasione di visibilità non solo nel resto d’Italia, ma anche all’estero. Il 2009 sarà l’anno del cinquecentenario della nascita di Bernardino Telesio ed anche il centenario della nascita del Teatro Rendano. Nel 2010, invece, saranno celebrati i 1600 anni dalla morte di Alarico. Su queste tre importantissime celebrazioni l’Amministrazione comunale intraprenderà iniziative di respiro internazionale, con programmi di ampio spessore in grado di rappresentare un volàno di sviluppo culturale senza precedenti. A tutto questo stiamo già lavorando così come stiamo partecipando attivamente – e lo dimostra l’audizione alla quale ho preso parte la scorsa settimana davanti alla commissione cultura della Camera dei deputati – allo studio di un disegno di legge per la riqualificazione delle città d’arte d’Italia. Tra le nostre idee progettuali c’è anche tutta la prosecuzione del percorso già intrapreso con la Città dei ragazzi, il Mab e le ludoteche e la realizzazione della Casa della Musica e del Museo dei Brettii. Quanto al gravame di cui si è fatto carico il Direttore artistico del Rendano, va detto che tali e tante sono le sue competenze tecniche che è del tutto fisiologico che all’assessore restino le scelte di natura politica e non quelle artistiche. Un assessorato alla cultura non può non raccogliere e recepire le istanze che provengono dalle associazioni culturali come Ciroma, così come non può non dirsi pronto a raccogliere le sfide del globale e quelle del locale che dovranno consegnarci la Cosenza del domani, una città sempre più multiculturale e multietnica e per questo sempre più accogliente, ma nella quale deve poter affermarsi un polo culturale nel quale anche l’Università della Calabria dovrà recitare la sua parte.”