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Stagione cameristica del Rendano: giovedì l'ensemble barocco "Festa rustica"

21 nov 2011

Primo appuntamento giovedì 24 novembre, alle ore 20,30, nella Sala "Maurizio Quintieri", della stagione cameristica del Teatro "Rendano" che può contare su un programma di ben 27 concerti.

Ad inaugurarlo, l'ensemble barocco "Festa rustica", formazione fondata  nel 1992 dal  musicista Giorgio Matteoli e che incentra il suo percorso artistico sull'utilizzo di strumenti antichi e  sulla riscoperta e riproposizione di pagine dimenticate del barocco strumentale e vocale-strumentale italiano, in particolare napoletano.

Accanto al flauto dolce dello stesso Matteoli, compongono l'ensemble "Festa rustica" il soprano Rosita Frisani, Alessandro Andriani (violoncello barocco) e Luca Ambrosio (cembalo). Il concerto, promosso dall'Associazione "Maurizio Quintieri", dal titolo Sospetto, Tradimento e Gelosia: la parabola delle "corna" tra Sei e Settecento, è un piccolo viaggio musicale nel primo e tardo barocco, periodo nel quale quello della passione e delle sue infinite sfaccettature era uno dei temi più sentiti dai compositori del tempo.

Il soggetto proposto dall'Ensemble Festa Rustica ("la parabola delle corna")  tocca tutte le fasi dell'esperienza amorosa per concludersi con il più drammatico dei finali: il tradimento.

Il percorso musicale proposto dall'ensemble  parte dallo stato d'innamoramento, ben espresso nella cantata Nel dolce dell'oblio, conosciuta anche come Pensieri notturni di Filli, di Georg Friedrich Händel.

Nelle accademie settecentesche era consueto intervallare le cantate con brani strumentali che evocassero, senza parole, gli affetti. Nel concerto di giovedì 24 novembre  il compito è affidato alla Sonata in re minore per flauto e basso continuo di Francesco Mancini (1672-1737), compositore e organista partenopeo, autore di concerti e sonate per flauto.

I primi tormenti amorosi sono, invece, ben rappresentati dalla cantata All'ombra di sospetto di Antonio Vivaldi , mentreil tema della gelosia è espresso efficacemente da Alessandro Scarlatti nella cantata Ardo è ver d'amore, da cui emerge un sentimento quasi patologico nei confronti di tutto e di tutti, persino verso elementi meteorologici quali sole e vento che osano lambire indebitamente le guance dell'oggetto amato.

Il viaggio musicale proposto dall'ensemble barocco "Festa rustica" proseguirà con l'aria  Et è pur dunque vero di Claudio Monteverdi, quinto degli otto Scherzi musicali, pubblicati a Venezia nel 1632 dall'editore Bartolomeo Magni.

Nell'aria si sottolinea il crescere ossessivo del sospetto che conduce al vero e proprio tradimento i cui turbamenti danno origine al dolore per sfuggire al quale l'amante deluso manifesta la volontà di auto-annientamento, con il suicidio come unica strada da percorrere.

L'alternativa alla soluzione tragica, indicata da Monteverdi, è ben espressa nell'addio malinconico affidato al brano T'aggio voluto bene di Gaetano Latilla (1711-1788), compositore nato a Bari e autore di almeno una cinquantina di opere teatrali. Con T'aggio voluto bene, epilogo del concerto dell'ensemble "Festa rustica", la vicenda amorosa ha una soluzione decisamente meno cruenta, efficacemente riassunta nel motto "morto un Papa se ne fa sempre un altro".