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Il dibattito in Consiglio comunale su Covid, ripristino del senso unico su Piazza Bilotti e la situazione lavorativa degli ex dipendenti ADISS

il consiglio comunale
28 apr 2021

Prima di passare alla discussione degli altri punti all'ordine del giorno della seduta di ieri nel Consiglio comunale presieduto da Pierluigi Caputo, il consigliere comunale Gisberto Spadafora ha, in via preliminare, comunicato al Consiglio, al Sindaco e alla giunta, di portare in discussione, al prossimo consiglio utile, la proposta, già formulata in commissione cultura dal Presidente Massimiliano Battaglia e condivisa con il Presidente dell'Associazione nazionale Paracadutisti d'Italia, sede di Cosenza, Pietro Preite e il componente dell'associazione nazionale arch.Fulvio Terzi, di conferire la cittadinanza onoraria al Milite Ignoto. “Questa è una iniziativa – ha detto Spadafora - che vede coinvolte molte città italiane, a seguito di un progetto dal nome “Milite Ignoto cittadino d'Italia” voluto dal gruppo delle medaglie d'oro al valor militare d'Italia in collaborazione con l'Anci, in occasione del centenario della traslazione del Milite ignoto all'altare della Patria che si celebrerà a Roma il 4 novembre prossimo. Mi preme sottolineare il consenso unanime della commissione cultura che mi ha dato mandato di rappresentare questa richiesta affinché ci si possa riunire tutti su un'iniziativa nobile come questa e che possa rappresentare tutti i caduti delle guerre contemporanee”.

Il dibattito è poi proseguito con la discussione dell'ordine del giorno presentato il 23 marzo scorso da un gruppo di consiglieri, primo firmatario Vincenzo Garanata e avente ad oggetto la situazione del Covid a Cosenza, in relazione anche all'episodio verificatosi il 20 marzo scorso negli uffici della Centrale operativa dell'ASP di Cosenza. Sull'argomento si è iscritto a parlare per primo proprio il consigliere comunale Vincenzo Granata. In apertura di intervento, Granata ha elogiato “il grande ed incessante lavoro quotidiano del direttore  dell'Unità operativa complessa di Terapia Intensiva e Rianimazione e del Dipartimento Emergenza Urgenza dell'Azienda ospedaliera, dottor Pino Pasqua, che con i bravissimi medici del suo staff – ha detto Granata - conduce una battaglia impari contro il virus”. Eguale ringraziamento Granata ha rivolto anche a tutti gli altri medici, paramedici, OSS e associazioni di volontariato impegnati nella lotta contro il virus. Il consigliere Granata ha, inoltre, espresso particolare apprezzamento per l'operato del Sindaco Occhiuto e per le sue diverse iniziative volte a contrastare sul territorio cittadino la pandemia: “dal marzo del 2020 – ha detto Granata – il Sindaco Occhiuto è stato in prima linea, si può dire in trincea, fino alla manifestazione di sabato scorso davanti al Pronto soccorso, dove ha guidato, anche con il supporto di Anci e dei Sindaci di tutta la provincia, una mobilitazione senza precedenti. A nome dello schieramento politico che rappresento, e cioè Lega Cosenza – ha aggiunto Granata – chiedo di incrementare il personale sanitario ed un piano straordinario di assunzioni. Inoltre è necessario riaprire immediatamente l’ospedale militare da campo. Parimenti importante è, in previsione dell'arrivo, nei prossimi giorni, di nuove quantità di vaccini, programmare un altro hub vaccinale. Chiediamo se c’è la possibilità di inserire la programmazione di altri hub vaccinali, oltre quelli già allestiti grazie al Sindaco, in via degli stadi e nella struttura campale militare di Vaglio Lise”. Granata ha proposto di valutare se un altro hub vaccinale possa essere istituito utilizzando il Palazzetto dello sport di Donnici dove poter far convergere per la vaccinazione categorie particolari come le commesse o le cassiere dei supermercati, in ogni caso chi lavora negli esercizi commerciali. Nella seconda parte del suo intervento Granata ha poi ricordato l'episodio verificatosi il 20 marzo scorso negli uffici della Centrale operativa dell'ASP di Cosenza. Assumendosi la responsabilità delle sue dichiarazioni e affermando di essere disponibile ad un confronto, Granata ha parlato di “episodio spiacevole”. “Esprimo – ha aggiunto Granata - solidarietà e particolare vicinanza al dottor Mario Marino, Direttore del Dipartimento di Prevenzione e Igiene dell'ASP di Cosenza, e a tutti gli altri medici coinvolti, che, per quanto riferito da diversi articoli di stampa, anche di testate nazionali, sarebbero stati delegittimati, nella circostanza verificatasi il 20 marzo scorso, nell'esercizio della loro preziosa azione di contrasto al Covid”.

Subito dopo è intervenuta la consigliera comunale Francesca Cassano. “Siamo qui – ha detto - ancora una volta a parlare di sanità. Ad inizio legislatura avevamo chiesto la realizzazione di un nuovo Ospedale ed è inutile dire che visti i risultati, la discussione su studi di fattibilità, opportunità di realizzarlo sull'area dove c'era già il precedente ospedale o su un'area completamente nuova, mi sembra ormai una mera esercitazione dialettica, perché nella realtà tutto è fermo e ormai non se ne parla più. Di sanità abbiamo parlato anche in successivi consigli comunali – ha aggiunto Cassano – mettendo in rilievo il collasso del pronto soccorso, l'inadeguatezza dell'ospedale, per la carenza di personale sanitario, ad assolvere le sue funzioni di hub di secondo livello e lo abbiamo inoltre fatto nelle molteplici commissioni sanità con la Presidente Francesca De Marco che ringrazio per la proficua attività. In quella sede ha concocato i massimi dirigenti dell'Azienda ospedaliera e dell'Asp. Nella nostra provincia alla situazione gravosissima di crisi sanitaria si è aggiunta la carenza, altrettanto gravosa, di posti covid di terapia intensiva, di un piano vaccinale partito tardi e male, di un ospedale da campo costato tanto e che nel momento più necessario ad ospitare i pazienti covid, è diventato centro vaccinale. Quest'ultimo particolare – ha aggiunto Francesca Cassano -ha generato un'altra conseguenza e cioè che molti reparti dell'Annunziata sono stati convertiti in reparti Covid, diminuendo la possibilità dei ricoveri e delle cure per altre patologie. Si sono dilatati i tempi per la diagnostica e le cure ordinarie sono diventate quasi impossibili. C'è un'emergenza sull’emergenza. I sanitari che già affrontavano le criticità di un pronto soccorso intasato e di reparti sguarniti si sono trovati sempre più soli ad affrontare il covid. A loro va tutta la mia gratitudine e riconoscenza perché con spirito di sacrificio e abnegazione non si sono risparmiati. Tutto questo non basta. Non basta avere uomini di buona volontà, come non è stato sufficiente commissariare la sanità per ben 11 anni. Non c'è stata una progettazione, pianificazione e programmazione efficace a ridurre il disavanzo economico. I livelli assistenziali – ha detto ancora Cassano -sono ancora ben al di sotto della soglia limite stabilita. La quantità dei posti letto è scesa. Dei 709 posti letto previsti all'Annunziata nel 2016, ne sono stati attivati solo 455. Gli obiettivi del commissariamento e dei piani di rientro sono miseramente falliti. La stagione dei commissariamenti deve finire, ma, soprattutto, abbiamo bisogno di persone che non abbiano un curriculum chilometrico ma che conoscano il nostro territorio, che vogliano mettersi realmente in gioco e che provino amore per la nostra terra da troppo tempo bistrattata. Non possiamo rassegnarci con una sanità malata. Dobbiamo pretendere una discontinuità con il passato e che il piano di riordino della rete ospedaliera in emergenza covid, approvato nel giugno del 2020, riesca ad essere attuato”.

Particolarmente appassionato l'intervento successivo del consigliere Giovanni Cipparrone: “Oggi siamo in ritardo su tutto – ha detto. Non abbiamo avuto il coraggio di affrontare il disastro sanità. I consigli comunali e provinciali di tutta la Calabria dovevano andare alla Cittadella regionale e lì far sentire la nostra voce”. Quindi ha rimarcato l'assenza dall'aula dell'assessore alla sanità. “La politica -ha aggiunto - deve interessarci da primi attori – ed ha rivolto ai colleghi un monito per partecipare ai lavori del Consiglio in aula e non in videoconferenza. “Iniziamo a scendere in campo seriamente – ha ribadito Cipparrone - e non ricordarci solo oggi che l'ospedale da campo doveva darci 40 posti covid ed è diventato centro vaccinale, mentre la gente è morta nelle ambulanze. Oggi è tardivo anche questo consiglio, non serve a nulla. Non abbiamo contezza di quello che dobbiamo dire ai cittadini sul covid e su come vaccinarsi. Non abbiamo in un anno avuto una relazione dall’assessore alla sanità, non siamo stati informati su nulla, di quali fossero i centri che si stavano aprendo, di quanti infetti c'erano ogni giorno. Siamo qui a gridare ancora una volta, dei furbetti, del covid, che non abbiamo i posti letto. Al Sindaco dobbiamo dire grazie perché è sceso in piazza e non lo hanno fatto in nessuna parte d'Italia, ma né lui né gli altri sindaci che hanno partecipato alla mobilitazione davanti l'ingresso del pronto soccorso, sono stati ascoltati. Qui mandano – ha proseguito il consigliere Cipparrone - commissari a gogò che non se ne fregano nulla di quello che sta avvenendo. Santoro dice cose gravi sulla sanità in Calabria e il Presidente facente funzioni della Regione e la deputazione calabrese gliela fanno passare senza reagire. Dire grazie ai medici, ai paramedici, non serve. Dobbiamo dare risposte, scendere in piazza insieme ai sindaci e dire alla politica nazionale che siamo stanchi dei commissari. Dobbiamo farlo noi, non il cittadino stremato. Quando dico che manca l’assessore di riferimento in questo consiglio, è perché vorrei dare una scossa. L'Assessore Vizza avrebbe dovuto riferire in aula sui dati dei vaccini e dare supporto alle associazioni, ai medici, ai paramedici. Dobbiamo essere più incisivi per la nostra popolazione e per i nostri figli e per combattere questa malapolitica”.

Per il consigliere Massimo Lo Gullo “i calabresi non hanno più fiducia nella sanità. Il Covid – ha proseguito - ha contribuito a scoperchiare la pentola facendo venir fuori quella vergogna che si consuma ormai da oltre 20 anni. Il commissariamento perenne della sanità calabrese deve finire. Cosa fanno i nostri deputati e senatori? - si chiede Lo Gullo- . La sanità deve diventare di competenza del governatore della Calabria”.


 

Enrico Morcavallo ha espresso apprezzamento per l'intervento del consigliere Cipparrone. “Ho visto un consigliere animato da passione e dal dolore. La situazione è diventata ingestibile. Condivido l’esortazione di Cipparrone, sull’assenza dell'Assessore Vizza. “Il fatto più grave – ha aggiunto Morcavallo - è che, purtroppo, non è stato presente neanche nelle commissioni sanità. Chiedo formalmente che si dimetta e che al suo posto venga nominata dal Sindaco la consigliera Maria Teresa De Marco, attuale presidente della commissione sanità”.

Per Gisberto Spadafora “bisogna tenere alta l'attenzione su una crisi sanitaria che non ha precedenti. Un ospedale che non riesce più a curare i suoi pazienti è un fatto estremamente grave. All'Annunziata avviene di tutto: un infermiere in lacrime, mantenendo ovviamente l'anonimato, ha detto in televisione che l’ospedale è pericoloso e che non ci sono gli strumenti per operare. C'è carenza di personale, ma manca anche l’ossigeno. Un paradosso questo, perché – ha aggiunto Spadafora – lo sanno tutti che il covid colpisce l’apparato respiratorio. Sembra di stare in guerra. Ci vogliono un osservatorio permanente, nuovi reparti covid e bisogna accelerare la riapertura del Mariano Santo e riattivare l’ospedale militare, nonostante il commissario straordinario dell'azienda ospedaliera Mastrobuono abbia riferito in commissione sanità che non è possibile riattivarlo. Va assunto nuovo personale e migliorata la campagna vaccinale”.

Intervenire in maniera urgente è anche il monito del consigliere Andrea Falbo che ha condiviso il grido di dolore levatosi dall'aula consiliare. “La vera pandemia – ha detto - la stiamo vivendo in queste settimane con il tasso di contagi tra i più elevati d’italia e questa linea non accenna a diminuire. Non abbiamo una guida politica in Regione”.

Successivamente è intervenuta la consigliera comunale Bianca Rende. “Purtroppo – ha detto - l’amministrazione uscente ha perso ogni credibilità in materia di sanità, quando ha sprecato l’occasione irripetibile di aprire un questa città il cantiere per la costruzione del nuovo ospedale, rimasto vittima di inutili lotte di primato e vuote elucubrazioni sulla sua localizzazione. L’ha persa quando è risultata succube e afona rispetto alle Commissarie dell’azienda ospedaliera e dell’azienda sanitaria che hanno preceduto gli attuali e che sono state mandate via, ma a cui non è stato contestato in tempo il mancato utilizzo delle risorse messe a disposizione dal governo per l’aumento dei posti letto e le assunzioni. Dopo un anno e mezzo – ha aggiunto Rende - ci troviamo al punto di partenza anche per l’insufficienza con cui sono stati difesi gli interessi dei cosentini. Oggi – ha detto, inoltre - abbiamo oltre 400 contagi al giorno e moltissimi sono gli investimenti che ancora risultano al palo. È dunque cura di questo consiglio comunale farsene carico e farli valere. Registriamo la mancanza di ospedali covid dedicati, di un tracciamento oggi inadeguato per la presenza di pochi laboratori pubblici, di ritardi imperdonabili in materia di vaccinazioni, specie dei soggetti fragili. L’amministrazione comunale dovrebbe, ad esempio, stare molto più vicina a quelle centinaia di famiglie che oggi vivono la preoccupazione di avere dei contagiati in casa, per i quali già non sta funzionando la sorveglianza sanitaria da parte dell’ASP e si sentono abbandonate da tutti. Questo consiglio comunale – ha proseguito il suo intervento la consigliera Rende - deve con forza difendere gli interessi dei cittadini, nel pretendere che la Protezione civile nazionale e l’esercito ripristinino i 40 posti letto dell’ospedale da campo. È grave che oggi il consiglio comunale abbia approvato una variazione di bilancio per 580.000 € per un centro vaccinale che avremmo potuto realizzare in qualunque altro posto e con personale medico locale. È la certificazione di un fallimento organizzativo. questi fondi della Protezione civile nazionale avrebbero dovuto essere spesi per ricoveri e per assistenza ai ricoverati e non certo per le vaccinazioni. Dovrebbe chiedere con forza al governo regionale e nazionale che le scuole siano chiuse in una città che ha i dati di Bergamo di un anno fa. In mancanza di una voce forte da parte dei vertici dell’amministrazione comunale, in difesa dei cosentini, dev’essere questo consiglio a rivendicare l’attenzione del Governo e della Regione sul loro sacrosanto diritto alla cura”.


 

Il Presidente del consiglio comunale Pierluigi Caputo è poi intervenuto per chiarire, da consigliere regionale, alcuni aspetti del dibattito sviluppatosi in Consiglio regionale nei giorni scorsi, presente ai lavori il commissario straordinario alla sanità della Regione Calabria Guido Longo. “La cosa più importante che è emersa sono le giornate del Vax day per tutto il mese di maggio – ha detto Caputo”. Caputo ha inoltre ricordato che in Consiglio regionale è stata sollecitata una maggiore responsabilità al commissario Longo “che – ha aggiunto - può sicuramente decidere e disporre senza il consenso di nessuno. In tal senso è stato dal consiglio pungolato abbastanza. Sul personale da assumere siamo tutti d’accordo. Siamo in pandemia e in regime di commissariamento ed è stato chiesto di attivare tutte le procedure straordinarie per assumere il personale. E poi c'è da aggiungere che in questa fase ciò che è più importante è vaccinare prima possibile i calabresi”.


 

La consigliera Annalisa Apicella, intervenuta subito dopo, ha sottolineato “la necessità di chiedere a voce alta che il Ministro Speranza venga in Calabria e si faccia carico di dare risposte chiare e precise ai cittadini”.


 

A favore della chiusura delle scuole in questo momento di avanzata dei contagi, si è espresso il consigliere Andrea Falbo.


 

Si poi passati alla discussione sul punto relativo al ripristino del senso unico su Piazza Bilotti. Ad illustrarlo il consigliere Enrico Morcavallo. “Quando fu presentato il progetto su Piazza Bilotti – ha esordito Morcavallo - ricordo benissimo che il progetto iniziale non rispecchiava l’attuale situazione. Quella del doppio senso di circolazione fu una sperimentazione che, come tutte le sperimentazioni, avrebbe dovuto avere un inizio e una fine. La situazione attuale – ha aggiunto Morcavallo -non può essere una soluzione definitiva. Piazza Bilotti è il cuore pulsante della città. Il transito su ambo i lati è a discapito della sosta. I tavolini, quando era possibile collocarli, erano posti al limite di un marciapiede inesistente. Credo che una variazione sulla viabilità debba essere possibile. Ed è per questo che chiedo a tutti i consiglieri e all’assessore al ramo di porre un rimedio che valorizzi le attività produttive e che vada incontro anche alle esigenze delle persone diversamente abili. Tra l'altro Piazza Bilotti è l'unica piazza dove non è consentito alle auto sostare. Non si può non tener conto di questa situazione”.


 

Apprezzamento e sostegno all'iniziativa del consigliere Morcavallo sono stati espressi dalla consigliera Bianca Rende che l'ha però giudicata “parziale rispetto a una problematica che è molto più vasta. Cosenza – ha aggiunto Rende - è una delle pochissime città del mondo ad essere ancora priva del piano urbano della mobilità sostenibile. Malgrado le promesse formulate in commissione ed anche sulla stampa, in questi anni, circa la redazione del piano ed il coinvolgimento del Dipartimento di pianificazione territoriale dell'Università della Calabria, che è una vera eccellenza per le sue competenze, guidate dal professor Festa, nulla è stato fatto per dare a Cosenza un piano del traffico degno di questo nome che tenesse conto di tutte le esigenze ad esso connesse. Cosenza è una città che solo nell’ultimo anno e mezzo non sta conoscendo l’inferno del traffico, solo perché sta attraversando un altro inferno che è quello del covid. Questo anche per la discutibile scelta delle ztl, che abbiamo sempre avversato e della opinabile collocazione celle piste ciclabili in mezzo al traffico. Per cui anche se si intervenisse su Piazza Bilotti, come suggerisce il consigliere Morcavallo e come mi auguro avvenga, rimarrebbe lo scempio di una viabilità che in questi anni è stato frutto di scelte improvvisate ed estemporanee e prive del supporto delle necessarie competenze, spesso proposte come temporanee e sperimentali ed in realtà poi rimaste dannose e permanenti”.

Ad auspicare un monitoraggio da parte del prof.Festa del Dipartimento di pianificazione dell'Università della Calabria è stata anche la consigliera Francesca Cassano “per capire – ha detto - quali sono i punti più congestionati della città e fare un discorso più organico. I rimedi momentanei servono a poco o a nulla”.

Il consigliere Giuseppe d’Ippolito, intervenuto subito dopo, ha ricordato come la parte politica di appartenenza abbia più volte stigmatizzato le decisioni prese dal Sindaco. E' auspicabile arrivare – ha aggiunto d'Ippolito – ad una risoluzione che impegni il Sindaco a modificare alcune decisioni. Il progetto non prevedeva i due sensi di marcia. Il manto stradale viene usato in maniera difforme. Molte attività commerciali hanno chiuso in quella zona, anche a causa delle scelte sulla viabilità”.

Al termine della discussione è stata votata, all'unanimità, una proposta per investire gli uffici competenti ad elaborare ipotesi di viabilità in Piazza Bilotti alternative a quella attuale.

L'ultima parte della seduta del Consiglio comunale è stata occupata dal punto relativo alla situazione lavorativa degli ex dipendenti ADISS per l'assistenza agli anziani e ai disabili. L'illustrazione è stata fatta dal consigliere Marco Ambrogio che ne aveva chiesto l'inserimento all'ordine del giorno del consiglio con la condivisione della conferenza dei capigruppo.

Ambrogio ha ripercorso puntualmente tutto l'excursus della vicenda degli ex lavoratori ADISS ricordando che ad agosto 2020, quando la vertenza era particolarmente in fermento, il consiglio comunale votò all'unanimità affinché i fondi per l'assistenza domiciliare ai disabili e agli anziani venissero mantenuti in essere. Successivamente – ha ricordato ancora Ambrogio - per quanto riguarda il welfare si registrò un taglio del fondo nazionale per l'autosufficienza per alcuni servizi. Questo taglio comportò che dei 36 dipendenti originari solo 18 fossero confermati. “Capiamo la situazione delle casse comunali – ha detto ancora Ambrogio - però, è importante ora spostare la battaglia sul tavolo regionale. Nel 1998 i lavoratori ex ADISS entrarono a far parte del bacino dei Lavoratori di pubblica utilità (LPU) fino al 2001, fin quando vennero stabilizzati dalla Cooperativa Demetra che svolgeva i servizi per il Comune di Cosenza. A distanza di anni queste persone si trovano fuori dal bacino LPU e sono senza un lavoro”. Il Consigliere Ambrogio ha quindi sottoposto all'aula duplice mozione: “se dovesse riattivarsi in Comune il servizio di assistenza – e l'Amministrazione comunale ha mostrato tutta la volontà di volerli reinserire - occorrerà tenere in considerazione come priorità questi lavoratori, e dall'altra sfruttare la legge 31, utilizzata per altri comuni, per farli rientrare nel bacino degli LPU”.


 


 


 


 

Autore: Giuseppe Di Donna