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Il Consiglio comunale approva il PSC. Relazioni e dibattito

panoramica confluenze
29 giu 2017

Il Consiglio comunale di Cosenza, presieduto da Pierluigi Caputo, ha approvato il PSC ((Piano Strutturale Comunale) con 18 voti favorevoli (compreso quello del consigliere Malizia), 5 voti contrari e l’astensione del consigliere Luca Morrone.
La relazione introduttiva è stata dell’assessore alla pianificazione urbana Michelangelo Spataro il quale, in prima battuta, ha evidenziato che “ Cosenza è la prima città capoluogo calabrese ad adottare un PSC che ha una formula nuova e una capacità di innovazione del territorio”. In sintesi si può dire che il nuovo Piano Strutturale Comunale – ricordiamo che l’ultimo strumento urbanistico risale a 42 anni fa (Piano Vittorini) e che l’unica variante si ebbe nel 1995 – mette da parte il concetto di espansione per puntare invece sulla rigenerazione urbana.
“Nel Piano vigente – ha affermato infatti l’ass. Spataro - abbiamo ancora 4 milioni di metri cubi che potrebbero essere realizzati in questa città, ma non ci sono neanche più gli interessi economici, stante anche il numero di case invendute. Abbiamo allora puntato su un Piano diverso, per la prima volta di rigenerazione urbana e di riqualificazione degli spazi e di recupero del centro storico”.
Gli altri due concetti-chiave del nuovo PSC sono qualità della vita e lavoro, che si traducono in due obiettivi esplicitati da Michelangelo Spataro, “servizi di qualità e creazione di nuove opportunità occupazionali”. Ciò su cui dobbiamo insistere è la competitività del territorio, che aumenta se diventa più vivibile, più capace di attrarre ricchezza e occupazione per i giovani, altrimenti le persone vanno via. Il nuovo PSC è un Piano incentrato sui programmi e sui progetti che abbiamo per la città. Si passa - ha proseguito l’amministratore - da un Piano Regolatore generico ad un Piano per progetti: quello per rendere più attrattivo il centro storico (l’ovovia, il Museo di Alarico), i progetti sulle periferie (Vaglio Lise e l’ultimo lotto di via Popilia) lo Stadio con la cittadella dello sport, la riqualificazione di Gergeri, con il Ponte di Calatrava e il Planetario. L’intento – ha aggiunto - è quello di rendere questa città più ricca di opportunità di lavoro per i giovani e di renderla più vivibile con le opere che riguardano la riqualificazione degli spazi, il Parco urbano verde, con percorsi percettivi o sensoriali e percorsi benessere, che ne faranno l’unico polmone verde nel cuore della città ed uno dei Parchi più importanti del Centro Sud Italia. Sono tutte opere che faranno diventare la nostra città, fra qualche anno, una città veramente attrattiva”.
“Le scelte insite nel nuovo PSC vanno in direzione di un’urbanistica non vincolata a interessi di tipo speculativo – ha proseguito Spataro - e a quell’ideologia della casa collettiva la quale ha fatto sì che nascessero quei quartieri popolari che oggi rappresentano delle zone omogenee e creano difficoltà in termini di sicurezza urbana e sociale. Questa volta il Piano riguarda più la città costruita, che va riqualificata, resa più vivibile e competitiva”.
Una particolare importanza è stata attribuita alle zone collinari, a sud di Cosenza che, come ribadito subito dopo dal progettista architetto Ignazio Lutri, che sinteticamente ha illustrato il Piano per slide, “vanno restituite alla loro vocazione agricola. Sulle aree collinari - ha affermato - sono presenti aziende con marchi importanti (dop e doc); queste potenzialità, insieme al fatto di essere porta di accesso della Sila, sono quelle sui cui il Comune deve maggiormente puntare chiedendo di fare da apripista ad una nuova modalità di sviluppo”. La salvaguardia ambientale è dunque un’altra delle direttrici lungo le quali si sviluppa il PSC, “il 48% del territorio è tutelato – ha detto ancora Lutri - attraverso la rete ecologica, che significa attribuire particolare importanza alle istanze di salvaguardia di tipo ambientale-ecologico e quindi, nelle nuove iniziative di edificazione, si chiede un particolare sforzo di attenzione a questa componente”. L'arch. Lutri ha spiegato che il PSC – diviso in due parti, quella strutturale e strategica, l’altra di tipo operativo che è il regolamento edilizio urbanistico - considera principalmente le aree già urbanizzate da trasformare, quindi non le aree di nuova destinazione. “È un processo - ha detto - che riguarda tutta Europa, segnata dalla fine della fase espansiva. È una nuova domanda di qualità”. Fa da specchio la riduzione del consumo di suolo, altro grande obiettivo, che si attesta sul 23%. In generale, il PSC disegna Cosenza quale città polo di un’area vasta e insediata che ha il compito di concentrare quelle funzioni che connotano la grande città.
Il Piano si sofferma poi sulla forte riqualificazione e valorizzazione del centro storico, estendendo il riconoscimento di valore alla città otto-novecentesca e recuperando ambiti sia di nuova residenza che di servizi (soprattutto in ambito di produzioni culturali) e potenziando il sistema dell'accessibilità. “Altro elemento importante – ha spiegato ancora l'arch. Lutri – è la concentrazione di azioni di riqualificazione su opere già urbanizzate o dismesse e la riqualificazione di aree caratterizzate dalla presenza di edilizia residenziale pubblica. Oggi possiamo riconoscere questo patrimonio come quello sulla cui rigenerazione tante città europee stanno puntando per nuove offerte di edilizia residenziale che portano al rinnovo interno della città e ad un'offerta del bene casa a condizioni più accessibili”.
Per il Sindaco Mario Occhiuto “è una giornata importante che conduce ad provvedimento che cambia il volto del territorio”. Il Primo Cittadino lo definisce “un Piano d’attacco. Le città non nascono da sole ma perché c’è qualcuno che lavora al loro sviluppo, evidentemente negli anni passati lo sviluppo è stato guidato in maniera sbagliata, con maggiore attenzione agli interessi speculativi, senza una idea di città ma secondo un’idea urbanistica di consumo del territorio. In questo Piano c’è la riduzione dei consumi del territorio, il nucleo urbanizzato si riduce, ma è una riduzione che riguarda quella porzione del territorio che va salvaguardata perché ha altri scopi, agricolo-produttivi. Oggi parliamo di un’altra urbanistica, che prevede delle premialità, poi meglio specificate nel regolamento edilizio (es. materiali eco compatibili, progetti che prevedono riduzione consumo energetico)”. Infine il riferimento al piano perequativo che mette sullo stesso piano tutti i cittadini con una suddivisione più equa dei diritti edificatori. Oggi – ha concluso il Sindaco - abbiamo cambiato quello che per decine di anni è stato l'indirizzo di crescita di questa città, è un processo nuovo che può essere interessante anche per gli operatori dell’edilizia, che va a correggere delle storture, che pensa la città in un modo realmente più sostenibile, incrociando le opere che si stanno realizzando. Cambieremo Cosenza, rendendola tra le città più qualificanti nel panorama europeo”.


IL DIBATTITO


La consigliera Bianca Rende (PD) ha sottolineato l’importanza che a 45 anni di distanza dal PRG di Vittorini venga rimessa mano ad uno strumento urbanistico per Cosenza, ma ha precisato “quello previsto dal centrosinistra di allora non era semplice assistenzialismo, come si vuole far credere oggi, ma un traguardo di giustizia e igiene sociale che consentiva a famiglie poco abbienti e disagiate di avere una casa dotata degli standard coabitativi”. “Oggi - ha proseguito - che le condizioni economiche ed anagrafiche sono così radicalmente mutate, dal piano Vittorini e seguenti residuano 4 milioni di metri cubi ed è naturale pensare al riuso qualitativo dell’esistente, ma nel percorrere questa strada si possono commettere due errori: la fiducia esclusiva nella 'economia privata' e la rinuncia alla unificazione anche amministrativa dei territori e abitanti. In particolare questo secondo errore impedisce che gli abitanti possano raggiungere una quota demografica di struttura urbana tale da configurare un mercato conveniente e un peso politico direzionale e incisivo nella Regione insieme con le altre conurbazioni che si annunciano o sono in corso”. Secondo Bianca Rende si tratta “di un ennesimo libro dei sogni e di retorica che dovrà fare i conti con la realtà economica dei soggetti, delle istituzioni, degli utenti, in una parola con tutta la società cosentina e non solo con una parte velleitaria di estrema destra politica”. Fondamentali sono, a parere dellal consigliera del PD, il tempo a disposizione per le osservazioni al piano che dovrà essere utilizzato al meglio per un dibattito ampio e articolato, da tutti i soggetti interessati, concludendo che “la crisi attuale si supera, invece, pianificando un nuovo sviluppo sostenibile in grado di produrre il miglioramento integrale della qualità della vita umana di Cosenza, Rende e dell’area urbana: un maggior coordinamento dei PSC di Cosenza – Rende e dell’area urbana era doveroso ed è ancora opportuno per perseguire una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale”.
Per Giuseppe D'Ippolito (Cosenza Positiva – Fratelli d'Italia) “siamo qui in un momento storico. Per noi, arrivati adesso, è stato difficile apprendere in corsa tanti passaggi consumati prima ma siamo stati messi nelle condizioni di capire. Siamo di fronte a scelte, frutto di errori del passato, che con questo piano si possono correggere. Siamo di fronte a una scelta importante che delinea lo sviluppo futuro della città, che riguarda tutti i cittadini, e noi non per primi staremo attenti, relativamente alle osservazioni che potranno arrivare”.
Per Damiano Covelli (PD) “questo piano manca di una visione, che è la grande città o città unica. Piuttosto restringe la città in un recinto. Dobbiamo uscire da questo schema e restituire centralità a Cosenza. Noi la pensiamo diversamente, immaginiamo una città che si espande, e penso a due punti di eccellenza che un PSC non può non considerare: da una parte il nostro centro storico, anche se nella sua decadenza, e dall'altra l’Università della Calabria. Con il patto siglato per la metropolitana leggera, fortunatamente questi due punti li uniamo. MA quest'opera da sola non basta, abbiamo necessità di fare diventare più giovane questa realtà, di ravvivarla”. Il capogruppo del PD ha fatto pèoi riferimento alla parte paesaggistica, affermando che “bastava immaginare il grande parco naturale che va dal fiume Cardone al fiume Iassa, noi ce l’abbiamo la grande area verde, ma il piano la sfiora soltanto”. Secondo Covelli “con questo piano prosegue la disattenzione sulle periferie, con la penalizzazione di Donnici: Questo PSC – ha concluso – è una sciagura per i prossimi 30 anni”.
Per Carmelo Salerno (Forza Cosenza) “oggi è un fatto storico perché si adotta un PSC dopo 42 anni e dopo che nel 1995 è stata approvata una variante che ha perseverato nell'errore di far sviluppare la città, quando già in tutta Europa si pensava al recupero dei centri storici”. Le considerazioni del consigliere Salerno si soffermano sulla metroleggera rispetto alla quale 'denuncia' la contraddittorietà dei colleghi del PD “nell’accordo di programma si parla di trasporto sostenibile, dicevate che il parco verde non era necessario e invece c’è. Avete detto che l'ovovia e il museo non servono a niente, invece ci sono. Nei fatti è la Regione Calabria ad essersi sottomessa al Comune di Cosenza. In questo accordo c’è una visione di città unica, sulla quale la delibera l'ha fatta il Comune di Cosenza, che significa pensare a servizi comuni”. Sulle colline di Cosenza, il consigliere Salerno afferma che “c'è una filosofia nella scelta del PSC che è comprensibile. Le colline di Donnici hanno una vocazione agricola, e dire che il PSC non è uno strumento di progresso economico è una follia. Regioni come il Trentino, ad esempio, hanno fatto la loro fortuna sui percorsi enogastronomici”. Dalle colline al centro storico per porre delle domande, “cosa è stato fatto a livello strutturale per recuperare il centro storico negli anni passati? E in termini di accessibilità, cosa è stato fatto? Penso che l’ovovia sarà lo strumento per facilitare l'accessibilità e sarà essa stessa una attrattore. Sono piuttosto diffidente verso la Regione, su cosa davvero farà. Apprezzo invece la posizione del Sindaco di consentire ai privati di intervenire sui loro immobili, facilitando la burocrazia”. Infine sulle periferie, si è sofferma sul ponte di Calatrava per affermare che “ridà centralità a via Popilia e sposta nuovi investimenti su Gergeri”. Un PSC, in conclusione, “che non solo prevede uno sviluppo organico sul piano urbanistico ma anche su quello economico e sociale”.
La prima considerazione di Carlo Guccione (PD) è sullo spopolamento della città “non siamo in grado di dare risposte giuste a una situazione grave, che nel corso degli anni si è ulteriormente aggravata. Nel 1985 ero consigliere comunale e Cosenza aveva 121.000 abitanti oggi siamo meno di 70.000. Cosenza è l’unica città capoluogo di provincia che continua a perdere abitanti, non è appetibile”. Il consigliere del PD punta poi il dito sulla crisi economica “il PSC prende atto che in questi anni c’è stata una profondissima crisi economica che ha piegato l’economia, nel Mezzogiorno in particolare, che derivava dall’edilizia, un settore in espansione che si è fermato, così come la chiusura del credito ha piegato le città. Cosenza deve trovare una risposta: questo PSC ci mette in condizioni di trovare una risposta a questi problemi? Penso di no. Il primo limite è che guarda solo alla città ma non a quello che accade fuori dalle mura della città. Possiamo uscire dalla crisi se il PSC non ritiene indispensabile che si faccia il comune unico?” Guccione si sofferma poi sull'impatto della metrotranvia, “la più grande infrastruttura ecosostenibile che condiziona molto il PSC. L'accordo con la Regione pone altre questioni, l’ovovia, ad esempio, e fra poco cominceremo la discussione sull'ospedale. Realizzarlo in un posto o in un altro non cambia forse le prospettive di sviluppo? Poteva essere ignorato nel PSC? È invece un problema centrale, che va sciolto. Quindi, dobbiamo dire con molta franchezza ai cittadini che bisognerà fare degli aggiornamenti al PSC che possiamo definire interlocutorio perché rinvia alcune scelte fondamentali”. Il consigliere del PD fa poi un rilievo tecnico, “vorrei poi capire se oggi siamo nelle condizioni di adottarlo tecnicamente, è una procedura aperta nel 2010, con una conferenza di pianificazione nel 2011 della quale vorrei capire se è stata chiusa formalmente, perché nessuno dei soggetti coinvolti ha ricevuto il verbale di chiusura dei lavori, a cominciare dalla Regione Calabria”. Noi cerchiamo uno strumento che consenta alla città di riprendersi, non solo sul piano economico, ma anche come ruolo direzionale – è la conclusione del consigliere Guccione. Non possiamo assistere ancora ad una marginalizzazione della città, per questo non facciamo critiche fini a se stesse ma riflessioni che consegniamo alla maggioranza perché questo strumento possa realmente dare alla città una speranza. Ovviamente bisogna lavorare alla grande Cosenza, è urgente. Il 22 ottobre ci sarà il referendum per l'unione tra Corigliano e Rossano, se andrà in porto avremo una città di 97mila abitanti e un territorio che ha tre volte il reddito pro capite di Cosenza. Dobbiamo governare questi processi, lavorando in modo più ampio rispetto ai piccoli interessi di bottega”.
Piercarlo Chiappetta (I Moderati) “nella mia esperienza nelle istituzioni ho sempre avuto il ruolo di opposizione, e lo abbiamo fatto con grande facilità, agevolati da chi rappresentava il governo del territorio, distratto dal cercare di tenere unita una parte politica, accomunata solo da fame di potere, e quindi tralasciando le strategie per la crescita del territorio. Io ero catturato dagli interventi dei colleghi di maggioranza che con fantasia sostenevano coloro i quali rappresentavano incapacità e immobilismo. Oggi le cose sono in gran parte cambiate, faccio parte di una maggioranza coesa e competente, che non fa fatica a camminare a testa alta e a commentare le azioni di questa Amministrazione. Non è cambiata la fantasia che viene dai banchi opposti per cercare di sfigurare il volto di questa Amministrazione che agli occhi di tutti si sta invece qualificando come Amministrazione del fare. E anche stasera i colleghi di minoranza hanno coerentemente confermato di essere contro questa Amministrazione e contro la città di Cosenza. Non è possibile che ci sia un solo rappresentante della vostra parte politica che sia ancora nostalgicamente ancorato al vecchio piano regolatore, piuttosto che sposare un PSC che è un piano innovativo ed elastico. Evidentemente non è stato letto approfonditamente il nuovo piano strutturale che non ignora affatto il nuovo ospedale. Questo atteggiamento vi porterà ad essere sempre di meno a pensare che la nostra è una città brutta”.

Nelle brevi repliche conclusive l'architetto Lutri ha ribadito che sulle colline c'è un forte cambio di visione. “Fattori idrogeologici ha detto - sconsigliano fortemente nuovi insediamenti. Accompagnare questo cambiamento non significa una perdita netta di diritti pregressi. Sulle aree di edificazione pregressa, quelle legittime, possono essere riconosciuti dei diritti di edificabilità esercitabili in altre zone, che sono i borghi. Quindi non parliamo di perdita netta ma sicuramente è un cambio di visione molto importante”. Il Sindaco Occhiuto, dal canto suo, ha riaffermato che gli interventi di rigenerazione urbanistica nei quartieri di edilizia sociale “non significa essere contro le classi popolari ma essere contro quel modello di sviluppo del territorio che ha creato dei ghetti e che oggi dobbiamo recuperare”.
 

Il Consiglio comunale, nella stessa seduta, ha anche approvato lo schema di convenzione definitivo per la costituzione dell'ATEM di Cosenza 1-ovest, che prevede la gestione in forma associata della procedura ad evidenza pubblica per l'affidamento e la gestione del servizio di distribuzione di gas naturale. Infine l'aula ha preso atto della relazione sui risultati del controllo successivo di regolarità amministrativa, eseguito dal Servizio di Controllo Interno sugli atti. Per antrambe le pratiche si è andati direttamente in votazione poiché le stesse erano state già uanimamente votate nelle competenti commissioni consiliari.

Autore: Annarita Callari