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Presentato a Palazzo dei Bruzi il Piano Strutturale Comunale, alla presenza degli Ordini Professionali. Occhiuto: "E' un Piano d'attacco"

presentazione psc
19 giu 2017

“Questo è un Piano non di difesa, ma un Piano d'attacco”. Così il Sindaco Mario Occhiuto ha definito il Piano Strutturale Comunale, presentato nel pomeriggio di oggi a Palazzo dei Bruzi, per iniziativa dell'Assessore alla pianificazione urbana e alla mobilità sostenibile Michelangelo Spataro, ai rappresentanti degli ordini professionali (Architetti, Ingegneri, Geologi, Agronomi e Forestali, Geometri e Periti Industriali), ma anche ai rappresentanti della sezione cosentina dell'ANCE (Associazione nazionale costruttori edili) seguendo la buona prassi della cosìddetta urbanistica partecipata, per un coinvolgimento diretto dei professionisti e delle imprese nella discussione sul PSC, prima della definitiva adozione dello strumento urbanistico in Consiglio comunale, fissata nella seduta del prossimo 26 giugno.
Nel suo intervento, il Sindaco Occhiuto ha elencato i tre punti essenziali su cui si fonda il nuovo PSC: la qualità della vita, la creazione di lavoro ed occupazione, la centralità del progetto. “In Calabria – ha detto Mario Occhiuto - credo che Cosenza sia la prima città capoluogo ad adottare un PSC che ha questa formula nuova e questa capacità di innovazione del territorio. Negli anni passati abbiamo avuto dei piani che erano di espansione della città e che prevedevano dei volumi consistenti. Nel Piano vigente abbiamo ancora 4 milioni di metri cubi che potrebbero essere realizzati in questa città, ma non ci sono neanche più gli interessi economici, stante anche il numero di case ancora invendute. Abbiamo puntato molto – ha aggiunto il primo cittadino - su un Piano diverso, per la prima volta di rigenerazione urbana e di riqualificazione degli spazi e di recupero del centro storico. Un Piano che è incentrato soprattutto su due obiettivi: il primo è disegnare una città con dei servizi di qualità. Il secondo obiettivo è quello di creare nuove opportunità occupazionali e di lavoro. Quindi una città con più servizi qualificati e una città più vivibile da un punto di vista della qualità della vita e con più opportunità di lavoro”.
Obiettivi che Occhiuto dice di voler raggiungere “non con l'urbanistica degli anni passati, che è stata un'urbanistica legata a scelte di tipo speculativo e a quell'ideologia della casa collettiva che ha fatto sì che nascessero quei quartieri popolari che oggi rappresentano delle zone omogenee che creano difficoltà in termini di sicurezza urbana e sociale. Questa volta – ha sottolineato ancora il Sindaco- il Piano riguarda più la città costruita. Noi utilizziamo delle norme ormai vecchie (la legge urbanistica è del 1942), e quindi è come se avessimo un cassetto degli attrezzi con degli attrezzi che non servono, nel senso che dal '42 in poi le città dovevano essere ancora costruite e avevamo davanti un'espansione delle città. Oggi le città già esistono. Dobbiamo, perciò, riqualificarle, renderle più vivibili e competitive nelle aree e nel territorio”. Occhiuto ha, inoltre, ricordato i fenomeni diffusi sia al Sud che nel resto del Paese, come il calo demografico, il fenomeno migratorio che riguarda soprattutto i nostri giovani che non viene bilanciato dall'arrivo degli immigrati. “Il calo demografico da noi diventa più negativo – ha detto il Sindaco - perché noi abbiamo avuto negli ultimi dieci anni un calo del PIL del 20% circa in tutto il Sud Italia ed una riduzione della capacità di dotare il territorio di infrastrutture. La Calabria è, infatti – ha aggiunto Occhiuto - la regione che ha meno infrastrutture realizzate negli ultimi 10-15 anni. In altri termini, abbiamo aumentato il gap della differenza di infrastrutturazione del territorio del Sud rispetto al Nord”. In aumento anche l'indice di povertà delle famiglie e delle persone. “Quello su cui dobbiamo insistere – ha detto ancora Occhiuto nel suo intervento - è la competitività del territorio che aumenta se diventa più vivibile, più capace di attrarre ricchezza e occupazione per i giovani, altrimenti le persone vanno via. Il nuovo PSC è un Piano incentrato sui programmi e sui progetti che abbiamo per la città. Si passa da un Piano Regolatore generico ad un Piano per progetti: quelli per rendere più attrattivo il centro storico (l'ovovia, il Museo di Alarico), i progetti sulle periferie (Vaglio Lise e l'ultimo lotto di via Popilia) lo Stadio con la città dello sport, la riqualifcazione di Gergeri, con il Ponte di Calatrava e il Planetario. L'intento è quello di rendere questa città più ricca di opportunità di lavoro per i giovani e di renderla più vivibile con le opere che riguardano la riqualificazione degli spazi, il Parco urbano verde, con percorsi percettivi o sensoriali e percorsi benessere, che ne faranno l'unico polmone verde nel cuore della città ed uno dei Parchi più importanti del Centro Sud Italia. Sono tutte opere che faranno diventare la nostra città, fra qualche anno, una città veramente attrattiva”.
L'incontro di oggi era stato introdotto dall'Assessore Michelangelo Spataro che non ha nascosto la sua personale soddisfazione per la conclusione di un percorso durato quasi 8 anni e che dota la città di un nuovo strumento urbanistico dopo 42 anni. “Una data storica – l'ha definita Spataro – che ridisegna il futuro della città apportando nuove risorse. L'Amministrazione comunale – ha aggiunto l'Assessore Spataro – ha perseguito questo obiettivo con tenacia e determinazione”.
Le linee portanti e gli obiettivi del PSC sono stati poi illustrati dal coordinatore del gruppo di progettazione incaricato di redigere il nuovo strumento urbanistico, Arch.Ignazio Lutri. “Il PSC – ha spiegato l’Arch.Lutri – è sostanzialmente lo strumento che fissa il disegno strutturale di lunga durata del territorio comunale, caratterizzandosi per una serie di grandi scelte alle quali fanno seguito tutte le scelte di dettaglio.”
Il PSC, che ha per oggetto le trasformazioni fisiche e funzionali di rilevanza urbanistica, ambientale e paesaggistica dell’intero territorio, è composto in una prima parte dalla disciplina strategico-strutturale e, nella seconda, dal cosìddetto REU (Regolamento Edilizio e Urbanistico) che contiene la disciplina operativo-gestionale.
Illustrata dall’arch.Lutri anche la suddivisione del territorio, prevista dal PSC, in quattro parti: territorio urbanizzato, che comprende le aree urbanizzate, di antica e recente formazione o anche in via di urbanizzazione; territorio da urbanizzare che comprende quelle aree a bassa urbanizzazione o da urbanizzare; territorio agricolo forestale e quello da tutelare, dove sono ricomprese tutte le risorse naturalistico-ambientali ed antropiche. Nella disciplina strutturale del PSC figura anche una ripartizione del territorio comunale in ATU (Ambiti Territoriali Unitari) che ne definiscono le condizioni in ordine alle caratteristiche morfologiche dell’insediamento, che ne individuano il ruolo, delineandone gli obiettivi locali e definendone i parametri base per il dimensionamento degli interventi. Illustrate anche le forme di premialità mirata nei casi di comportamenti virtuosi conformi agli obiettivi di sostenibilità ambientale, economica e sociale del PSC.
Tra gli intervenuti nella discussione anche il Presidente dell'Ordine degli Architetti di Cosenza, arch. Silvano Corno, che ha avuto parole di apprezzamento per il nuovo PSC. “Apprezzo l'iniziativa di oggi – ha detto Corno – perché rientra in quel buon modus operandi della cosìddetta urbanistica partecipata. Per quanto la legge urbanistica sia stata modificata più volte, meritano apprezzamento quei Sindaci che si avventurano a proporre un Piano urbanistico come quello che oggi è stato illustrato dal Sindaco Occhiuto e dalla sua Amministrazione comunale, anche perché – ha aggiunto Silvano Corno – è ritornato quel dialogo tra architettura ed urbanistica che negli anni passati era stato dimenticato”. Il giudizio positivo espresso da Corno ha riguardato gli aspetti perequativi del Piano, l'intenzione di “non ritenere mummificato il centro storico, ma di ridargli vitalità”, la rigenerazione urbana e il riuso. “Un piano contemporaneo, moderno – ha concluso Silvano Corno – non vincolistico come un tempo, ma aperto ad eventuali altre proposte con gli ambiti territoriali unitari”.
 

Autore: Giuseppe Di Donna