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Verso la "prima" di "Cenerentola" al Rendano. Significativa la collaborazione con il Teatro del Giglio di Lucca

cenerentola
24 feb 2017

Comincia a prendere forma al Teatro “Rendano” l'allestimento de “La Cenerentola” di Gioachino Rossini, il titolo che venerdì 3 marzo (ore 20,15) aprirà ufficialmente la 56ma stagione lirica del teatro di tradizione cosentino il cui fil rouge è, quest'anno, L'Incantesimo. Maestranze al lavoro in palcoscenico per il montaggio delle scene e da domani, sabato 26 febbraio, al via anche le prove dell'Orchestra del “Rendano” che, per l'occasione, sarà diretta dal toscano Marco Balderi. L'allestimento del melodramma rossiniano che aprirà la stagione del “Rendano”, con replica domenica 5 marzo (ore 17,30) è quello che ha debuttato il 10 febbraio scorso al Teatro del Giglio di Lucca che lo ha prodotto insieme al Teatro Alighieri di Ravenna e alla Fondazione Teatri di Piacenza, con la collaborazione del “Rendano” di Cosenza e dell'Ente Luglio Musicale Trapanese.
Il titolo di apertura di stagione segna il ritorno alle collaborazioni del “Rendano” con alcune importanti istituzioni culturali del panorama teatrale nazionale, a cominciare proprio dal Teatro del Giglio di Lucca, con il quale il teatro di tradizione cosentino aveva avviato, in passato, un proficuo partenariato produttivo. Artefice di questa ripresa della collaborazione, fortemente sostenuta dal Sindaco Mario Occhiuto, è il direttore artistico della stagione del “Rendano”, Lorenzo Parisi.
La regia di “Cenerentola” è di Aldo Tarabella, direttore artistico del Teatro del Giglio, e arriva al termine di un lungo periodo di ricerca svolto percorrendo a ritroso la strada che lo ha condotto alla Cenerentola andata in scena al Teatro Margherita di Genova nel 1978, i cui costumi portavano la firma del grande Emanuele Luzzati, indiscusso Maestro del teatro contemporaneo. Nel riprendere in mano la cifra “luzzatiana” ed immaginifica dello spettacolo, Tarabella ha ritrovato gli “amici di Lele”, i suoi più significativi discepoli: “tra loro – sottolinea il regista - Enrico Musenich, che ha firmato le scenografie originali dello spettacolo, costruite e dipinte dallo scenografo-costruttore Elio Sanzogni, cui dobbiamo lo stile luzzatiano nella realizzazione pittorica; la Fondazione Cerratelli, che, con l'omonima Sartoria, ha dato nuova vita teatrale, con un delicatissimo e appassionato restauro, a quei costumi di Luzzati appartenuti allo storico allestimento genovese; Mario Audello, che con le sue parrucche partecipò proprio a quella produzione del '78”. Il nuovo allestimento de “La Cenerentola” rossiniana, in scena al “Rendano” il 3 e 5 marzo, vuole essere un omaggio a Luzzati e al suo mondo di immagini, forme e colori, senza assumere, però, il sapore del ricordo nostalgico. La via percorsa, che si snoda tra palazzi di carta e scatole magiche in continuo moto giocoso, è, infatti, quella della freschezza di una messa in scena attualizzata, viva e coinvolgente, capace di disegnare uno spazio musicale, teatrale e drammaturgico inconsueto, brillante e gioioso.
“Cenerentola” arriva al Rendano in occasione del bicentenario della sua prima rappresentazione, avvenuta il 25 gennaio 1817, al Teatro Valle di Roma.
Giovane, ma esperto, il cast vocale che calcherà il palcoscenico del teatro cosentino e che è mutuato in gran parte da quello che ha debuttato a Lucca il 10 febbraio scorso: il mezzosoprano Teresa Iervolino (Angelina-Cenerentola), il baritono Clemente Antonio Daliotti (Don Magnifico, barone di Montefiascone), subentrato all'annunciato Marco Filippo Romano, infortunatosi proprio prima di andare in scena nella replica di Ravenna del 19 febbraio scorso, il tenore Li Biao ( Don Ramiro), il baritono Pablo Ruiz (Dandini, il suo cameriere), il baritono Matteo D'Apolito (Alidoro, filosofo maestro di Don Ramiro), il soprano Giulia Perusi (Clorinda) e il mezzosoprano Isabel De Paoli (Tisbe).
Il Coro è il “Francesco Cilea” di Reggio Calabria, diretto da Bruno Tirotta.
Biglietti in vendita all'agenzia “In prima fila” di via Marconi, aperta tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9,30 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 19,30, mentre il sabato è aperta solo la mattina, dalle 9,30 alle 13,00. Chiusa, invece, la domenica.







 

Autore: Giuseppe Di Donna