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Sabato 31 ottobre si inaugura al Castello Svevo la mostra di Giuseppe Gallo, artista cosentino tra i più apprezzati a livello internazionale

giuseppe gallo con il sindaco mario occhiuto
29 ott 2015

Vernissage sabato 31 ottobre, alle ore 19,00, al Castello Svevo, della personale di Giuseppe Gallo, uno degli artisti cosentini più noti e apprezzati a livello internazionale. La mostra, dal titolo “Giuseppe Gallo. Una notte ho provato a uccidere un sogno. Da allora non mi sono più svegliato”, resterà aperta al Castello Svevo fino al 7 gennaio 2016 ed è curata da Alberto Dambruoso, critico d’arte e curatore anche della residenza artistica “The Bocs art”.
L’esposizione si configura come un’antologica dell’opera di Gallo, nativo di Rogliano, che il Sindaco Mario Occhiuto ha tenuto molto ad ospitare a Cosenza per celebrare uno degli artisti cosentini più conosciuti anche in contesti internazionali.
Numerose, infatti, sono le mostre di Gallo allestite fin dai primi anni Ottanta nei più prestigiosi Musei e Istituzioni del mondo. Nel 1990 ha partecipato con una sua personale alla Biennale di Venezia e le sue opere si trovano in importanti collezioni, tra cui quelle del MoMA di New York, del Modern Kunst Museum di Vienna, della Gam di Torino e del MART di Rovereto.
“Siamo particolarmente orgogliosi – ha sottolineato l’Assessore agli eventi e al marketing territoriale Rosaria Succurro – di ospitare la personale di Giuseppe Gallo nelle sale del nostro Castello Svevo. Quando un cosentino si afferma altrove, come nel caso di Gallo, è come se il nostro spirito di appartenenza e la nostra matrice identitaria si rafforzassero, per la loro riconoscibilità anche lontano dai luoghi d’origine, ma è quando il “ritorno a casa” del concittadino si compie che abbiamo maggiore consapevolezza di cosa significhi l’attaccamento alla propria terra che per Giuseppe Gallo non è stato mai un mistero”.
E’ dall’età di diciotto anni che Gallo si trasferisce a Roma e, nel corso degli anni Settanta, inizia a esporre nel contesto de “La Stanza”, realtà autogestita da un gruppo di artisti, per diventare poi, agli inizi degli anni Ottanta, uno dei principali esponenti della Scuola di San Lorenzo al Pastificio Cerere.
Instancabile e fine disegnatore, pittore di rara sensibilità e scultore di grande forza espressiva, Gallo ha dato vita nel tempo ad un’opera in cui le principali componenti simboliche e poetiche sembrano una diretta emanazione dei differenti medium di cui sono composte. Profili di figure, oppure oggetti provenienti da un repertorio arcaico, si sposano nelle sue opere con inserti estrapolati dalla contemporaneità, in un felice incastro tra antico e moderno in cui pensiero, tempo, alchimia, matematica, cosmogonia, filosofia, saggezza antica, contatto empatico con la natura e amore per i materiali direttamente attinti da essa, sembrano essersi dati appuntamento.
In mostra saranno presenti diverse opere che hanno reso Gallo celebre in tutto il mondo, come il gruppo di sculture intitolate “Prismi”, esposto nella sua personale al MACRO nel 2007-2008 e alla Kunsthalle di Mannheim nel 2008; l’installazione composta di dodici elementi “Eroi”, ugualmente presente sia al MACRO che alla Kunsthalle, ma anche a Villa Medici durante la mostra collettiva San Lorenzo del 2006 e alla Gam di Torino nel 2010; alcune tavole dipinte nel 2010 dal titolo “E’ un monocromo se lo guardi da venti metri”, mostrate per la prima volta e, a completare l’esposizione, una serie di nuovi disegni realizzati per l’occasione.
Le opere saranno allestite in quasi tutti gli spazi del Castello e due sculture saranno poste all’esterno. Una di esse sarà visibile anche dal basso della città, a coronamento di un sogno dello stesso artista che fin da piccolo, quando si trovava a passare nelle adiacenze del Castello, nel tragitto Rogliano - Cosenza, lo guardava ammirato da sotto in su. Quasi cinquant’anni dopo, il 31 ottobre 2015, Gallo invertirà quello sguardo: dall’alto sarà lui a guardare il tratto di strada che percorreva sognante da piccolo, mentre dal basso si potrà vedere per qualche mese una delle sue opere più significative.




 

Autore: Giuseppe Di Donna