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Emergenza ROM: il Consiglio comunale approva un documento nel quale condivide le azioni del Sindaco

consiglio comunale 3 giugno
04 giu 2015

Gran parte del Consiglio comunale riunitosi oggi, sotto la presidenza di Luca Morrone, è stato assorbito dalla discussione di quello che in origine era il penultimo punto all’Ordine del Giorno ma che, per richiesta di inversione avanzata dal consigliere Paolini, è diventato il numero cinque. E anche il primo soggetto a dibattito dopo la comunicazione del Sindaco al Consiglio relativa alla nomina dei due nuovi assessori, Giulia Fresca e Francesca Loredana Pastore, dopo l’approvazione all’unanimità dello schema di convenzione preliminare all’affidamento del servizio di tesoreria mediante procedura ad evidenza pubblica, dopo il rinvio del punto 4 (approvazione schema di convenzione per l’attivazione del servizio associato per lo sviluppo urbano sostenibile) e della relazione del Sindaco sul lavoro della commissione d’inchiesta sugli atti relativi al concorso di idee per piazza Bilotti (a causa dell’assenza del suo presidente, il consigliere Domenico Frammartino). Rinvio quest’ultimo che registra il voto contrario del consigliere Francesco Perri il quale commenta “si fanno le commissioni per affossare i problemi”.
Ha illustrato il punto relativo alle decisioni dell’amministrazione sulla tendopoli da destinare alla comunità Rom, a seguito dell’ordinanza prefettizia di sgombero del Ferrotel, il primo firmatario Marco Ambrogio il quale ha evidenziato come “quella che doveva essere la porta commerciale della città, cioè Vagliolise, sia invece oggi un brutto biglietto da visita per la città, che non la fa certo percepire come evoluta a chi la raggiunge in treno. La nostra non è una strumentalizzazione – tiene a precisare il consigliere del PD. Già all’epoca del Presidente Oliverio dicevamo che il problema Rom deve riguardare tutti e 155 i comuni della provincia che potrebbero accogliere i Rom, piuttosto che creare a Cosenza un ghetto nel ghetto. Vogliamo allora capire le intenzioni del Sindaco e chiediamo che la tendopoli in fase di allestimento sparisca immediatamente”.
Dopo un dibattito molto partecipato, nel corso del quale da più parti è stata ribadita l’inadeguatezza della soluzione tendopoli e l’opportunità che della problematica non si faccia carico la sola municipalità cosentina, come successo fino ad oggi, e nonostante le rassicurazioni del Sindaco Occhiuto sulla temporaneità della soluzione del campo d’emergenza, sottoposto ad opportuni controlli, il Consiglio comunale non è riuscita a mettersi d’accordo su un unico documento.
Pertanto ognuna delle due componenti ha presentato il proprio documento.
In quello della maggioranza, il più votato, “si invita il Sindaco a proseguire nell'attività già intrapresa per la gestione di tale emergenza”.
Viene votato dai consiglieri Caputo, Caruso, Cito, Commodaro, Di Nardo, Fuoco, Gervasi, Morrone, Nigro, Falcone, Spadafora F., Spadafora G., Spataro, Sindaco.
Astenuto: Perri Francesco, Cesario.
In quello della minoranza, al contrario, “Si invita Sindaco e Giunta a sospendere le operazioni di allestimento di un sito certamente inidoneo sotto molteplici aspetti e comunque destinato, se realizzato, a rendere ancora più forte il divario della integrazione ed il conflitto sociale”.
Viene votato da Ambrogio, Cesario, Cipparrone, Lucente, Mazzuca, Nucci, Paolini, Perri F., Perri G, Sacco, Savastano.
Astenuto: Spadafora Giuseppe

 

IL  DIBATTITO

Apre la discussione Francesco Perri (Popolo delle Libertà) il quale ricorda che “esistono vecchie ordinanze in cui si chiedeva lo sgombero immediato del lungofiume. Ma quando si vuol essere protagonista a tutti i costi si commettono degli errori, ed un problema che non era nostro è diventato nostro. Il Sindaco ha prima inteso trasferire gruppi di Rom al palazzetto di Casali, che ne ha avuto in cambio danni ingentissimi. Poi, dopo l'incendio, la requisizione di uno stabile, il Ferrhotel.
Io credo che Cosenza sui Rom ha già dato tanto, il nostro ruolo lo abbiamo svolto. Ormai certe presenze sono pesanti, eccessive. Questa nuova soluzione della tendopoli, che viene definita provvisoria, non mi piace. Il Sindaco Occhiuto doveva investire tutti i Comuni della provincia di Cosenza per trovare una soluzione. Allora io metto la mia modesta persona a disposizione dell’Amministrazione per trovare soluzioni che non siano drammatiche per i cittadini di Cosenza. Chiedo al sindaco di soprassedere sulla tendopoli e di risolvere diversamente il problema coinvolgendo almeno i Sindaci dell’area urbana e dei paesi limitrofi”.
Per Sergio Nucci (Polo Civico Buongiorno Cosenza) “ormai passa il messaggio che Cosenza non è una città accogliente e questo è assolutamente falso perché la storia di questa città è da sempre improntata all’accoglienza.
Non più tardi di qualche mese fa, in questa aula, abbiamo discusso di come il problema dei Rom non potesse essere solo della città di Cosenza, che da sola non può farsi carico di quello che sta accadendo. Il problema dei Rom ad oggi lo abbiamo vissuto solo noi come comunità cosentina con tutti i disagi che questa permanenza ha comportato. Era arrivato invece il momento di chiamare a raccolta i Comuni contermini e condividere la problematica con tutta l’area urbana. Invece, fu requisito un edificio delle Ferrovie dello Stato ma oltre a questo nulla è stato fatto con gli altri Comuni, davanti al Sig. Prefetto, nulla è stato avviato per discutere una volta e per tutte della situazione. Il mio è un rimprovero amministrativo a non aver esperito tutti i tentativi perché questo problema potesse essere posto all’attenzione di altri soggetti, riportando il problema in un’aula che è anche stanca di parlarne ancora e che non merita di essere additata come esempio di non tolleranza. Ci auguriamo anche noi che in un attimo di ritorno alla normalità, ci sia un passo indietro rispetto alle decisioni prese. Quindi, credo debba essere accolta da tutto il Consiglio la richiesta di lavorare col consiglio comunale per individuare una zona diversa per fronteggiare l’emergenza, così come l’appello a interrompere i lavoro in un’area che è porta di ingresso della città. Spostando i Rom non risolviamo il problema, ma spostandoli da quella sede abbiamo almeno risolto un problema di immagine della città, poi ragioniamo con gli altri Comuni, davanti al Prefetto, per definire le quote di nomadi che arrivano in città e come devono essere ripartite tra i vari Comuni, controllate, dando loro diritti e doveri di chi vive in una collettività”.
Anche Giuseppe Mazzuca (PSE) rimprovera all'Amministrazione comunale “il mancato coinvolgimento del Consiglio comunale nelle scelte dell’amministrazione. Il problema dei Rom è di tutta la città, e come tale meritava che la soluzione fosse trovata da una maggioranza quanto più larga possibile. La scelta migliore sarebbe fermarsi un attimo e valutare insieme la migliore soluzione possibile al problema”.
Cataldo Savastano (Autonomia e Diritti) parla di Cosenza come città che è specchio di una situazione più ampia che si sta verificando a livello nazionale ed europeo. “Comprendo la difficoltà del Sindaco di fronte a un problema così delicato ma non condivido alcune posizioni. Mi sarei aspettato che già dall’insediamento condividesse la problematica, visto che la stessa era già contenuta nel suo programma elettorale,con il Consiglio comunale o almeno con la sua maggioranza. Questo campo Rom provvisorio non mi trova d’accordo, considerato che la provvisorietà in questa città sappiamo tutti cosa diventa, vorrei invece capire la posizione dell’Amministrazione sulla soluzione concreta del problema. Qual è il progetto, il programma dell'Amministrazione?”
Giovanni Cipparrone (SEL), “non volevo profetizzare su questo tema rispetto al quale ancora oggi molti consiglieri di maggioranza non vogliono esprimersi, né affrontarlo né risolverlo. Tante volte ho chiesto una discussione in Consiglio comunale ma la mia proposta è stata bocciata. Mai nessun presidente ha convocato una commissione su questo problema. Noi non siamo d’accordo sul campo lager. Se offriamo ospitalità a 300 persone con 4 bagni e 8 docce, non si può dire che questa sia la soluzione. E non capisco su quale base si possa dire che è una soluzione temporanea. Anche Casali doveva esserlo. Non è segregando che ci si può aspettare l’integrazione. Sono rimasto un profeta inascoltato e anche attaccato, mentre la maggioranza non ha speso una parola su questo argomento e non c’è stata alcuna relazione degli assistenti sociali che ci dicesse quanti bambini sono stati scolarizzati, quali servizi offriamo. Oggi non vedo nemmeno quelle associazioni che all’epoca occuparono la circoscrizione che presiedevo e barricarono il Comune.
Io penso che i Rom non ci andranno nelle tende e sarà scontro sociale. Difenderò via Popilia fino alla fine e quei cittadini che, invece della porta commerciale sbandierata dal Sindaco nelle sue linee programmatiche, hanno l’accampamento rom più disastrato d’Italia. Mi auguro che questa tendopoli venga immediatamente dismessa”.
Enzo Paolini (PSE) ribadisce la dimensione europea del problema “segno di decadimento della nostra civiltà. Ma segno di decadimento è anche questa discussione, stanca e sciatta, senza motivazione da parte di chi governa la città. Non è opportuno politicamente dire che è un problema caricato dalle precedenti Amministrazioni. Sicuramente il problema viene da lontano e nessun Sindaco è riuscito a risolverlo in maniera costruttiva. Qualcuno ci ha provato in maniera più dignitosa, e le tendopoli di oggi non sono paragonabili con le abitazioni della giunta Mancini, sebbene anche quell'intervento non abbia prodotto il risultato che ci prefiggevamo.
Ora siamo in presenza di una ordinanza di sgombero del Prefetto ma non della conseguente organizzazione di una tendopoli. Si usano invece due pesi e due misure con i Rom e con un quartiere. Perché solo a via Popilia devono essere praticate soluzioni emergenziali? Abbiamo abdicato a qualunque occasione di confronto, non c’è stata discussione. E se i Rom non sono d’accordo con la tendopoli, che cosa faranno? Nessuno di noi sta discutendo di queste questioni. Ci sono le condizioni di civiltà per farli stare in una tendopoli? Sarà la Giunta ad assumersi la responsabilità di mettere le persone in quel recinto con 8 bagni comuni per 250 persone? Ci sono i requisiti di sicurezza? Il sito è stato bonificato?”
A conclusione del suo intervento, il consigliere Paolini dà lettura del documento firmato dai consiglieri di minoranza, primo firmatario Giovanni Cipparrone.
Per Raffaele Cesario (Gruppo Misto) “sarebbe forse presuntuoso pensare di avere soluzioni. Si tratta di trovare un modo per convivere civilmente. Penso che il comune di Cosenza si sia già addossato un onere che non era del Comune in quanto tale. La stessa baraccopoli, che è espressione di degrado , inizialmente non doveva essere un problema del comune di Cosenza ma lo è diventato a seguito dell’incendio. Il Comune meritoriamente, per dovere civico, ha ritenuto di dover trovare un tetto a tante persone. È un problema di coscienza e di rispetto, che riguarda non solo i Rom ma anche i cittadini che devono convivere con chi spesso non ha alcuna intenzione di sottomettersi alle regole del vivere civile.
Ecco perché il primo vero problema doveva essere gestito con la collaborazione delle comunità locali e delle autorità preposte, Prefetto e forze dell’ordine, che devono garantire la convivenza civile.
Ha ragione Paolini quando chiede quale censimento sia stato fatto di queste persone, quale azione di controllo reale ci sia stata, quale monitoraggio sui loro mezzi di sussistenza. Non può essere una responsabilità del Sindaco o della Giunta, ma è responsabilità dello Stato. Oggi siamo di fronte a un problema sociale, e a mio avviso di questo problema ce ne siamo fatti carico oltre misura. Quindi ritengo che il Comune dovesse limitarsi a dare esecuzione all'ingiunzione di sgombero del Prefetto. Noi sappiamo che non tutti i Rom di Cosenza potranno essere ospitati in questa tendopoli. E gli altri 700? Non sarebbe stato più giusto affrontare il problema in maniera chiara col Consiglio comunale che magari avrebbe potuto farsi protagonista di un’azione dirompente? Allora, pensare di realizzare temporaneamente un campo di raccolta, dove le persone devono essere controllate, significa aver creato un campo di concentramento. Sappiamo inoltre che le associazioni non lo accetteranno. Allora assumiamoci la responsabilità tutti insieme di mandarli via.
Mi chiedo infine dove sia l'area urbana in questa problematica. Tutto va a ricadere su un territorio come via Popilia che a stento sta uscendo dalle secche dell’emarginazione. Non è questo il modo migliore per uscire dalla situazione. Personalmente non condivido la scelta dell'Amministrazione ma condivido il documento della minoranza che è assolutamente lineare”.
Anche per Michelangelo Spataro (Forza Italia) “la problematica esiste da anni e ogni Sindaco cerca di affrontarla come può. Ad inizio consiliatura vi fu una polemica molto seria. Avevamo parlato di campi sosta, più attrezzati rispetto a quanto oggi possiamo fare nell’emergenza causata dall’ordinanza di sgombero. Neanche a me piace questa soluzione, lo dico apertamente, non è un bel colpo d’occhio per la città. Credo che questo Consiglio debba trovare una soluzione. I Rom stanno danneggiando la città. Credo che con i colleghi troveremo una sintesi per dire anche al Prefetto che in questa emergenza venga coinvolta tutta la provincia di Cosenza. Auspico un documento che restituisca tranquillità ai cittadini”.
Giovanni Perri (PSE) “questo appeal del Sindaco, autorevole nei confronti della maggioranza, induce tutti a un silenzio composto e ordinato, quando invece sarebbe interessante, per confrontarsi, che la maggioranza desse stimolo e impulso alla discussione.
In questa circostanza non si è sviscerato il problema per mancanza di discussione. E ci troviamo ancora una volta in una ridotta governance di un fenomeno, le cose ci sfuggono di mano e ci troviamo in emergenza. Riconosco il decisionismo del Sindaco, che significa prendersi la responsabilità, ma in una democrazia che contempla un’assise consiliare le soluzioni vanno trovate in maniera corale. Chiedo allora che ci sia adesione a questo documento abbandonando le spinte autoritaristiche. Non facciamo sentenze di deportazione di un popolo al quale dovremmo dare ospitalità”.

Replica del Sindaco Mario Occhiuto
“Vorrei sgombrare il campo da alcune affermazioni fatte in modo ingiusto da alcuni consiglieri. Intanto l’ipocrisia: ci sono consiglieri di sinistra che hanno atteggiamenti reazionari rispetto a questa tematica, rifiutandosi di trovare una soluzione. In realtà l'obiettivo è di non trovare una soluzione e di utilizzare strumentalmente il problema, soprattutto a via Popilia. Abbiamo una sinistra in Consiglio che è contro i Rom.
In città ci sono diverse emergenze, per le case, per gli extracomunitari, e così anche per le etnie rom. Abbiamo sempre risposto allo stesso modo, senza farci prendere la mano da atteggiamenti populisti che sono alla base dei comportamenti di alcuni soggetti politici che cercano di ingraziarsi un quartiere.
La problematica dei Roma è stata già discussa in Consiglio comunale, ad aprile 2013 e ad ottobre 2014 quando abbiamo parlato di campi sosta e abbiamo approvato un documento che ha recepito alcuni criteri per il campo sosta, compreso il controllo. Adesso stiamo attrezzando un campo di emergenza, non è una tendopoli. Abbiamo ritenuto necessario, considerata la nomina del Prefetto a commissario ad acta per lo sgombero dell’edificio, di adottare questa soluzione e non ce ne sono altre. Quando si governa, bisogna assumersi la responsabilità dei problemi. Noi non possiamo decidere di spaccottare le persone nei vari Comuni, come dei pacchi postali.
E non parliamo solo dello sgombero del Ferrhotel ma anche della Baraccopoli su un’area a forte rischio geologico, che non ha alcuna norma di sicurezza. Noi siamo obbligati a trovare delle soluzioni, che sono di tipo emergenziale, non c’è nulla di più temporaneo di una tenda. Il campo ha però dei servizi, è organizzato con la protezione civile e gli uffici del Comune nel rispetto dei criteri di sicurezza.
Rispettando le indicazioni che sono venute dal Consiglio stesso nell’ultimo documento approvato, si è stabilito il controllo con telecamere. Sarà un campo dove non potranno entrare persone che delinquono, non ci sarà prostituzione, o smontaggio di macchine o altre attività illegali. La componente criminale dei Rom , che oggi si nasconde nella baraccopoli, non troverà accoglienza nel campo di emergenza.
E non è vero che questa Amministrazione non si è posta il problema di Vagliolise, che è un luogo abbandonato a se stesso. Già all’inizio della consiliatura la segnalai come zona di prostituzione e di spaccio di stupefacenti, e non solo ad opera dei Rom. Con le Ferrovie facemmo subito un protocollo per prevedere attività che stiamo gradualmente realizzando, a cominciare dallo spostamento della Polizia Municipale. Abbiamo proposto l’utilizzo di tutta la struttura per questo fine e per altri uffici, e la destinazione dell’area prima adibita a scalo commerciale a mercato ortofrutticolo. Spero che nel giro di pochi mesi una parte di questo progetto si realizzi.
Abbiamo davanti una strada obbligata e mi spiace se non c’è stato il tempo di approfondire con alcuni consiglieri. Ma nel rispetto della dignità delle persone, questo è quello che possiamo fare. Stiamo cercando di riportare nei giusti binari una situazione insostenibile, contando di ridurre il numero di Rom, che sia di persone che veramente vogliono integrarsi alla comunità cosentina. Così come sul fiume realizzeremo opere di ingegneria naturalistica per prevenire nuovi insediamenti”.

Autore: Annarita Callari