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Assegnato riconoscimento al regista Pierluigi Sposato, autore del film "Il Colore verde della vita"

riconoscimento della commissione cultura al regist
03 giu 2015

Mentre il suo primo film, “Il colore verde della vita”, si appresta ad affrontare il banco di prova del pubblico (domani, giovedì 4 giugno sarà distribuito in tutta Italia in 40 copie), il regista cosentino Pier Luigi Sposato ha ricevuto dalla Commissione Cultura del Comune di Cosenza un riconoscimento che premia da un lato il suo talento, ma anche la sua testardaggine per essere riuscito a portare a termine, dopo tre anni di una non facile lavorazione, il suo progetto che aveva illustrato proprio davanti alla stessa Commissione il 20 giugno del 2012, quando si vide costretto a interromperlo temporaneamente per mancanza di fondi.
La cerimonia si è tenuta nella Sala “Quintieri” del Teatro “Rendano”, alla presenza, oltre che del regista, anche di alcuni attori del cast: il protagonista Francesco Maccarinelli (nel film interpreta Elias) e, confusi in mezzo al pubblico, Barbara Pasqua (bel volto espressivo il suo) e Marco Tiesi.
Ad introdurre i lavori della Commissione cultura è stato il Presidente Claudio Nigro che, come è divenuta consuetudine, ha fatto gli onori di casa.
La relazione che ha preceduto l’assegnazione del riconoscimento e la proiezione del trailer del film, è stata svolta dal consigliere comunale Mimmo Frammartino. Il film, interamente girato in Calabria ed anche nel centro storico di Cosenza, racconta, come è noto, la storia dell’incontro tra due generazioni, quella del giovane Elias, che per una rapina finita male in cui ha trovato la morte un amico, sta sfuggendo alle forze dell’ordine, e quella di un uomo saggio (l’attore è Roberto Rizzoni) che, scorgendo nel giovane la figura di un ragazzo afflitto dalla tossicodipendenza, gli offre la sua amicizia per farlo uscire dal tunnel.
A Mimmo Frammartino è toccato il compito di tracciare il profilo del regista Pier Luigi Sposato, “un cosentino di talento – ha detto il consigliere - che un giorno è dovuto partire per realizzare il suo sogno, che voleva tornare per lavorare nella sua terra, perché qui voleva dare il suo contributo culturale, e che è tornato quando forse poteva avere mille tentazioni per rimanere dove si era sentito adottato ed apprezzato.
Quello che era solo un progetto, un suo sogno, una speranza, oggi è diventata una magnifica realtà”. Che è come dire: quando la cocciutaggine, tipica dei calabresi, insieme alla bravura e alla competenza, fa la differenza e ti consente di superare le mille difficoltà che si incontrano sul tuo cammino diventato improvvisamente impervio, accidentato, quasi disseminato di trappole. Un risultato straordinario, un piccolo miracolo.
Frammartino ha espresso nel suo intervento l’auspicio che “possa iniziare una nuova stagione per la nostra città: quella dei ritorni e non delle partenze. L’opera di Sposato – ha aggiunto - fa onore alla Calabria e diventa un monito per le classi dirigenti. La nostra terra ha bisogno di cultura, ma non si inventa nulla, tutto si costruisce con l’attenzione e il sostegno a quanti hanno una ricchezza da esprimere”.
Anche Maria Lucente, Vice Presidente della Commissione Cultura, ha messo in rilievo la tenacia del regista. “Girare un film – ha sottolineato - è un’operazione titanica. Questo film riesce a rendere plastica una dimensione molto variegata e complessa”. Diversamente da quanto sostenuto da Frammartino, la Lucente ha augurato “a tutti i giovani calabresi di partire, nel senso di andare in giro per il mondo e tornare con una globalità di successo”. Il coraggio e la determinazione del regista che ha creduto fino in fondo nel suo progetto sono stati lodati pure dal consigliere Francesco Perri, altro componente dell’organismo consiliare.
Appena prende la parola, Pier Luigi Sposato, afferma di sentirsi più cosentino dei cosentini “essendo nato il 7 ottobre 1983 alla clinica “La Madonnina”, confessando “di provare una forte emozione e che senza l’aiuto di tutte quelle persone che hanno concorso alla sua lavorazione questo film non si sarebbe fatto.
Nel film – ha aggiunto Sposato - non è la tossicodipendenza o la delinquenza che conta, quel che conta è l’unione tra due generazioni e tra i personaggi e i paesaggi naturalistici della Calabria. Abbiamo dato vita a una ruota che continua a girare imperterrita. Il film è solo un punto di partenza. Il cinema si fa soltanto con una struttura che funzioni e la nostra passione nasce ad ogni scena”.
Anche Francesco Maccarinelli, l’Elias del film, vuole dire la sua. Breve, ma intensissimo il suo intervento. Ha lavorato molto in teatro, ma “Il colore verde della vita” è il suo primo film. E ricorda il suo primo incontro con Pierluigi Sposato ed anche il momento della brusca interruzione delle riprese per mancanza di fondi, quando il regista se ne andò a Berlino e lui a Londra, ma la voglia di fare il film a tutti i costi prevalse e la promessa che gli aveva fatto Pierluigi è stata mantenuta. : “Ti porto al cinema e così ha fatto!”. Altri contributi sono venuti dall’Architetto Giuseppe Emilio Bruzzese, Presidente della C.R.A.M. (Camera Regionale Arti e moda Calabria) che con l’occasione ha nominato Presidente provinciale della stessa C.R.A.M. l’editore Ivan Porto, titolare, insieme ad Arianna Garofalo della casa editrice “Imago Artis Edizioni” di Rossano che ha pubblicato il libro “Il colore verde della vita”, sorta di diario di bordo della lavorazione del film.
La cerimonia del “Rendano” ha visto anche la nomina del regista Sposato ad ambasciatore delle arti cinematografiche della C.R.A.M.


 

Autore: Giuseppe Di Donna