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Sul palcoscenico del Morelli il pluripremiato "Dissonorata" di e con Saverio La Ruina

Dissonorata
18 nov 2014

Della pluripremiata trilogia di Saverio La Ruina abbiamo visto l’anno scorso, sul palcoscenico del Morelli, l’intenso “Italianesi”. Nell’ultimo atto di More, il talentuoso autore-regista-attore, fondatore insieme a Dario De Luca di Scena Verticale, ci propone lo spettacolo che l’ha veramente consacrato al grande pubblico, dove veste i panni femminili di “Dissonorata. Un delitto d’onore in Calabria” (venerdì 21 novembre, ore 21), con musiche dal vivo di Gianfranco De Franco.
La storia è quella di una donna calabrese che, partendo dal proprio piccolo villaggio, affronta una riflessione sul villaggi globale, sulla condizione della donna in generale. Storie drammatiche di donne dei paesi musulmani che echeggiano in storie di donne calabresi dell’inizio del secolo scorso, o della fine del secolo scorso, o di oggi. Quando il lutto per le vedove durava tutta la vita. Per le figlie, anni e anni. Donne vittime della legge degli uomini, schiave di un padre-padrone. Nello spettacolo risuonano molteplici voci di donne. Voci di donne del sud, di madri, di nonne, di zie, di loro amiche e di amiche delle amiche, di tutto il parentado e di tutto il vicinato. E tra queste una in particolare. La “piccola”, tragica e commovente storia di una donna del nostro meridione. Dal suo racconto emerge una Calabria che anche quando fa i conti con la tragedia vi combina elementi grotteschi e surreali, talvolta perfino comici, sempre sul filo di un’amara ironia.
Lo spettacolo, che ha conquistato ben tre premi – Ubu 2007 come miglior attore italiano e come miglior testo italiano, Hystrio 2010 alla drammaturgia – è stato tradotto e rappresentato in diversi paesi del mondo. Così ne hanno scritto:
la Repubblica – Franco Quadri
[…] un racconto tutto parole corte e contratte, che ti attanaglia dal principio per la musicalità di inesorabile nenia […] superbo protagonista […] Da non mancare

Il Sole 24ore – Renato Palazzi
[…] struggente monologo […] un’illuminante testimonianza antropologica. […]una delle espressioni più vivaci del nuovo teatro […]

il Manifesto – Gianfranco Capitta
uno spettacolo già “di culto” […] Una prova d’attore straordinaria, capace di inquadrare nel rigore il suo racconto non meno straordinario
 

Autore: Annarita Callari