Home Page » Canali » Archivi » Notizie » lettura Notizie e Comunicati

La scrittrice Ernestina Garofalo in Commissione cultura

la scrittrice ernestina garofalo in commissione cu
14 gen 2014

Appartata, riservata, ma solare, gioiosa e piena di risorse, prima tra tutte il dono della scrittura che profonde a piene mani nei racconti, come nelle raccolte di poesie.
Ernestina Garofalo Sirianni, dirigente scolastica in pensione, con un passato da insegnante elementare di trincea e di apprezzatissima direttrice didattica, ha trascorso a Cosenza quasi tutta la sua vita, anche se è nativa di Liardi, una frazione di Decollatura, nel catanzarese, che non manca all’appello delle sue tantissime poesie, anche se in sole sedici strofe.
La sua tutt’altro che marginale produzione letteraria l’ha portata all’attenzione della Commissione cultura di Palazzo dei Bruzi che l’ha ospitata in una delle sedute dedicate alla valorizzazione degli scrittori calabresi.
Dopo la consueta introduzione del Presidente Claudio Nigro, a presentare Ernestina Garofalo Sirianni è stata la Vice Presidente della Commissione Maria Lucente.
“Ernestina Garofalo Sirianni – ha sottolineato la Lucente - regala nei suoi versi e nei suoi racconti lampi di vita e di saggezza, sa leggere gli stati d’animo e non riesce ad essere aggressiva. E’ una persona gioiosa, simpatica e che non vede intaccata la sua solarità neppure quando si lascia andare a profonde riflessioni sul senso della vita. Riflessioni che sembrano virare verso una visione malinconica e pessimista, ma che trasmettono, alla lunga, un messaggio di speranza che infonde tanta gioia di vivere. La poesia di Ernestina – ha detto ancora la Lucente - rende a loro volta poetici anche i commenti dei critici”.
Tra i racconti di Ernestina Garofalo spicca la raccolta “Terra Margia”, edita da “Iride”, nella quale la scrittrice compie un viaggio all’indietro nel tempo, rispolverando storie e personaggi che hanno fatto parte del suo vissuto e che tira fuori dai cassetti della sua memoria. E in questi racconti, ventisei in tutto, torna il passato segnato dalla guerra e dalla povertà, ma anche dai tanti sacrifici che si son dovuti sopportare, compreso quello sostenuto per poter frequentare la scuola.
La storia personale della scrittrice, attraverso l’alter ego di una bambina impaurita, si mescola a quella del Paese, dal dopoguerra agli anni di piombo e, sullo sfondo, si staglia la Calabria, terra selvaggia, ma dalla quale è praticamente impossibile separarsi.
Una sorta di diario personale vergato per conservare la memoria degli affetti e delle persone care che hanno lasciato un segno indelebile nella vita dell’autrice, ma anche per raccontare l’amore smisurato per un mestiere, quello della maestra, svolto per anni con grande passione e dedizione.
Molte, infatti, le poesie che la Garofalo dedica al mondo scolastico, alcune in lingua, altre in vernacolo. Una realtà, quella della scuola, che ha assunto prestissimo un ruolo predominante nella sua esistenza, sin da quando, giovane insegnante elementare, muoveva i primi timidi passi in un universo che le avrebbe poi dato molte soddisfazioni. Un microcosmo, quello dell’insegnante Ernestina Garofalo, che ricorda quello del maestro Manzi e della fortunata serie televisiva degli anni sessanta “Non è mai troppo tardi”, quando la scuola era piena di valori e lo studio veniva percepito come un’esigenza imprenscindibile per colmare adeguatamente i deficit cognitivi di un Paese che rinasceva dalle macerie del dopoguerra e si apprestava a vivere la felice stagione del boom economico.
Ne “I racconti del cuore”, edito da Rubbettino, dal sapore dichiaratamente autobiografico, Ernestina Garofalo si rivela e svela col cuore i suoi sentimenti di figlia, madre, moglie, nonna, amica, donandoli a chi affettivamente le sta vicino. Un vero e proprio forziere da custodire gelosamente e da aprire davanti alle persone più care.
La donna è una costante dei suoi versi, sia la figura materna, siano le donne che innaffiano gli orti o che stendono il bucato, sia la donna che incarna la generosità e l’accoglienza e che aveva il compito di impreziosire le lettere di altre donne che scrivevano ai loro mariti, soldati al fronte.
Ma la poesia di Ernestina Garofalo è anche impegno sociale ed un richiamo ai valori perduti. E’ così che la poetessa ricorda le guerre per ammonire ed il fascismo e gli orrori per non dimenticare.
Nel corso della seduta della Commissione cultura sono intervenuti anche i consiglieri Giovanni Quintieri che ha apprezzato i versi della Garofalo “che contengono – ha detto – un vero e proprio inno alla gentilezza” e Mimmo Frammartino, rimasto particolarmente colpito dalla descrizione che l’autrice compie dei sentimenti e soprattutto del valore dell’amicizia.
Con il garbo e la gentilezza che ha eletto a suo modus vivendi, Ernestina Garofalo si è poi detta sbalordita da tanto onore, non immaginando, prima d’ora, di poter avere questa possibilità di attenzione da parte di un’istituzione come il Comune di Cosenza. Una vera gratificazione, quanto il piacere di scrivere, che in gioventù avveniva di nascosto. E ricorda della prima volta che scrisse una poesia: era dedicata alla madre che compiva 80 anni. Un ricordo sempre vivo che l’ha indotta a riproporla e a declamarla davanti ai componenti della commissione cultura, insieme ad un’altra dedicata ai figli (“La valigia”) e a qualche altro verso in dialetto.
Quindi, quasi confusa e timida, ritira il riconoscimento attribuitole dalla Commissione.
E forse anche su questo scriverà un’altra poesia.










 

Autore: Giuseppe Di Donna