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In Commissione cultura Pina Brenner, la poetessa dell'immagine

pina brenner in commissione cultura
01 lug 2013

La commissione cultura di Palazzo dei Bruzi, presieduta da Claudio Nigro, ha consegnato un riconoscimento a Pina Brenner, artista cosentina, considerata per il lirismo che trasuda dai suoi dipinti, ma anche dalle sue fotografie, una vera e propria poetessa dell’immagine.
La cerimonia di consegna del riconoscimento si è svolta in un affollatissimo foyer del teatro “Rendano”, presenti, oltre al Presidente Nigro, anche gli altri componenti della commissione cultura. L’ospite è stata introdotta dalla consigliere relatrice Maria Lucente, vice presidente dell’organismo consiliare. Tra gli intervenuti, anche il consigliere Mimmo Frammartino.
L’artista cosentina è figlia di Gustav Brenner, ebreo austriaco arrestato ed internato nel 1940 a Ferramonti di Tarsia, mentre lavorava a Milano presso una casa editrice.
Nel campo di concentramento cosentino, Gustav Brenner si guadagnò la stima di tutti per le sue doti di onestà e saggezza, al punto da essere autorizzato nel ’43 a recarsi nei paesi vicini per acquistare generi di prima necessità.
In una di queste sortite conobbe, a Roggiano Gravina, la moglie Emilia Iaconianni che sposò quattro anni più tardi.
Gustav Brenner a Cosenza aprì prima l’omonima libreria, per fondare nel 1950 una casa editrice, “La casa del libro”, volta al recupero del patrimonio culturale calabrese. Opera proseguita, dopo la sua morte, dall’altro figlio Walter sotto la denominazione di “Edizioni Brenner”.
Allieva di Cesare Baccelli e Raffaele Crovara, Pina Brenner è un’artista a 360 gradi.
Dai disegni ai carboncini, dai pastelli agli olii, agli acquerelli, quel che traspare è un grande amore per la sua città d’origine: Cosenza.
Lo ha ben sottolineato Maria Lucente nella sua relazione introduttiva. “Un amore – ha rimarcato la Lucente - manifestato attraverso suggestive immagini del centro storico, utilizzando una tecnica particolare, con sovrapposizioni che rendono le sue foto una vera poesia. Ecco perché per lei la definizione più appropriata è proprio quella di poetessa dell’immagine.”
La sua dedizione per Cosenza è stata una delle motivazioni che ha spinto la Commissione cultura di Palazzo dei Bruzi a tributarle un doveroso omaggio.
Per Pina Brenner, infatti, Cosenza ha un’importanza preponderante. Non è solo la città d’origine, ma è senz’altro qualcosa di più: un microcosmo che racchiude la sua realtà vissuta e sognata e le sue impressioni infantili e adolescenziali. Un universo nostalgico che si intreccia con quegli affetti familiari lontani segnati dalla crudeltà della guerra. Un diario per immagini delle cose perdute che tornano in una realtà trasfigurata che suscita un misto di commozione e meraviglia.
In Pina Brenner alto è, infatti, il senso della famiglia, quasi una sorta di rispettosa devozione, come testimoniato dal ritratto dedicato al padre, fondatore della storica libreria Brenner di Cosenza.
Molti, come quello dedicato al padre, i dipinti dal carattere dichiaratamente autobiografico. Sono molto spesso i ricordi ad affiorare, a testimonianza di un mondo interiore che spinge per uscire allo scoperto. Le sue pennellate somigliano a delle carezze, altre volte diventano graffi. In un caso e nell’altro sono percorse da un anelito di trasformazione dei colori in poesia.
E poi le piccole sculture modellate in pasta di sale e acquerellate a mano. E’ questo il suo Magicomondo cui si affianca, all’inizio del 2000, l’incontro con la fotografia, quasi una folgorazione. Quella di cui sono intessuti i magnifici scorci del centro storico dove la realtà convive con immagini virate in color seppia e raffiguranti personaggi femminili del passato.
La Cosenza di ieri si intreccia, nelle creazioni della Brenner, con quella di oggi.
Dalla sua prima personale, curata da Raffaele Crovara, datata 1975 e allestita in Sila, a Lorica, di tempo ne è passato, ma l’amore di Pina Brenner per Cosenza è rimasto inalterato, da quando aprì il suo piccolo atelier di pittura nei pressi di Piazza dei Bruzi.
Significativo che proprio dal Comune arrivi un riconoscimento al suo impegno di artista a tutto tondo.




 

Autore: Giuseppe Di Donna