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Il saggista e scrittore Emilio Tarditi ospite della Commissione cultura al Teatro "Rendano"

emilio tarditi in commissione cultura
14 mag 2013

Quel che si dice un cittadino attivo, da sempre. Emilio Tarditi, saggista e scrittore di lungo corso, ha tratto ispirazione per i suoi innumerevoli scritti dalla sua irrinunciabile cosentinità e dal suo essere legato a filo doppio alle sue origini, alla cultura, alle tradizioni e alle istituzioni della città dove è nato e che ama di un amore viscerale, al punto da dedicarle buona parte della sua produzione letteraria.
Un cursus honorum non da poco e che ha fatto scattare nella commissione cultura di Palazzo dei Bruzi la scintilla di una seduta straordinaria, tenutasi, sotto la Presidenza del consigliere comunale Claudio Nigro e con i componenti l’organo consiliare al gran completo, nella buvette del Teatro “Rendano”, quasi a solennizzare l’occasione.
Strenuo sostenitore del revisionismo storico, “la storia va riscritta e riletta più volte”, teorizzatore all’infinito dell’osmosi tra amministratori e cittadinanza, “uno degli obiettivi fondamentali della vita pubblica”, Tarditi ha più di un cruccio, un concentrato di idee che, se accolte, avrebbero una portata rivoluzionaria, pur nella loro normalità e semplicità di enunciazione, anche se tradurle in fatti concreti è molto più difficile di quanto non si creda.
Considera la questione meridionale “una dannazione” e il turismo in Calabria “un’occasione sprecata”. Quest’ultima vexata quaestio l’ha messa a fuoco nel suo saggio “L’illusione turistica”, del 2005, nel quale ha raccolto le lezioni tenute all’Università della Calabria al corso di Scienze turistiche.
Della sua Cosenza si è occupato più volte. Più di dieci anni fa nel volume “Cosenza città continovata”, un titolo dal sapore rinascimentale, mutuato da una definizione che della città dei Bruzi diede Leandro Alberti, immaginandola come una città che continua anche oltre i suoi naturali confini, in un abbraccio con i Casali e gli altri comuni vicini. E quel libro, infarcito di rimandi a figure illustri della città (Giacomo Mancini, Florindo Antoniozzi, Luigi Gullo, Salvatore Giuliani, ecc.) è stato ricordato, nell’apertura dell’incontro al teatro “Rendano”, sia dal Presidente della Commissione cultura Claudio Nigro, sia dal consigliere comunale Mimmo Frammartino che ha proposto di tributare ad Emilio Tarditi l’omaggio per la sua produzione letteraria che ha in Cosenza il leit-motiv dominante.
“Con la sua penna – ha detto Frammartino – Emilio Tarditi, da sempre attento all’evoluzione urbanistica della città, ferma alcuni scorci di vita cittadina come quando si sofferma a descrivere piazze, strade e vicoli della sua Cosenza, persino i suoi fiumi: il Busento che per Tarditi è fiume misterioso, ed il Crati che è senza enigma. O quando ancora descrive i seminaristi malinconici all’uscita dal seminario cosentino nel cuore del centro storico.”
Spaccati di storia urbana cosentina non sganciati dalla vita civile. Quelli che ritroviamo anche nella sua ultima fatica “Dal Volga al Busento- Cronache cosentine di fine millennio”, pubblicato dall’editore Pellegrini, che sarà presentato ufficialmente in settembre, ma di cui ieri al “Rendano” si è parlato abbondantemente in anteprima.
“Un vero e proprio omaggio alla città – ha detto ancora Frammartino- e che gli amministratori dovrebbero leggere tutto d’un fiato.
“Dal Volga al Busento, - lo ha spiegato lo stesso Tarditi – è un titolo scelto per sottolineare il movimento dei tanti cittadini dell’Est verso l’Italia subito dopo la caduta del muro di Berlino. Una migrazione alla quale non fu estranea neanche Cosenza che nelle sue piazze e nelle sue strade accolse i tanti “esuli” russi e polacchi arrivati a bordo di vecchie carcasse di autobus a vendere per strada mercanzie della più diversa estrazione. La prefazione del libro è di Walter Lupi, unico normalista dell’Università della Calabria.
Tarditi nel suo nuovo libro delinea anche una città urbanisticamente possibile, quella Cosenza protesa a diventare una città diversa, “piccola, ma aggraziata – dice l’autore - aperta alle innovazioni e alla modernità, in cui una nuova urbanità possa concepire soddisfacenti modelli di comportamento ed una più raffinata civiltà possa affermarsi.”
Per Tarditi la vera novità della Cosenza di oggi è il Mab, il Museo all’aperto fortemente voluto da Carlo ed Enzo Bilotti, e per il quale lo scrittore cosentino delinea anche un accostamento che potrebbe sembrare fuori misura, ma in effetti non lo è. Tarditi immagina che le opere en plein air collocate nel salotto buono della città bruzia, per la portata metafisica di alcune di esse, soprattutto quelle di De Chirico, possano ricordare in parte la città di Ferrara.
Nel libro edito da Pellegrini le cronache della storia urbana di Cosenza si intrecciano poi con le memorie dei viaggiatori. “Dal Volga al Busento” sembra, infatti, attraversato da un’aura da Grand tour, se è vero come è vero che alle cronache di storia urbana si affiancano i ricordi dei grandi viaggiatori del passato che incrociarono Cosenza sul loro cammino: da George Gissing a Duret de Tavel, da Giacomo Casanova ad Alexandre Dumas padre.
Non sempre positivi i giudizi che di Cosenza danno i grandi viaggiatori. Per lo più si tratta di giudizi tranchant. E se l’ufficiale napoleonico De Tavel non è affatto tenero per delle annotazioni di costume che, se possono non piacere, sono comunque lo specchio abbastanza fedele della stratificazione sociale della città, non va meglio con Casanova che, pur attratto dalle belle donne cosentine, dipinge gli abitanti di Cosenza come bruti. Nel volume c’è anche spazio per un’altra “magnifica ossessione” di Emilio Tarditi, consegnata dalla commissione direttamente all’attenzione del Sindaco Occhiuto: la battaglia di civiltà per l’abbattimento dell’ex Jolly. Una bruttura che deturpa il centro storico e che lo scrittore cosentino vorrebbe si eliminasse del tutto.
Apprezzamento per il lavoro svolto da Emilio Tarditi ha espresso anche la Vice Presidente della Commissione Maria Lucente per il quale lo scrittore “è un intellettuale serio, sobrio, dotato di grande sensibilità ed anche semplicità, così come è anche saggista e poeta attento e scrupoloso.”
Palpabile l’emozione e la soddisfazione di Tarditi per il tributo riservatogli dalla commissione cultura.
“Nella propria città – ha detto - non sempre c’è il riscontro positivo all’azione degli uomini che si impegnano nel silenzio e con modestia, confrontandosi con la realtà quotidiana.”
Ecco perchè il riconoscimento del Comune gli arriva particolarmente gradito, soprattutto perché ha un sapore diverso, avendo egli operato in assoluta libertà, al di là di ogni appartenenza, di logiche di schieramento o, peggio ancora, di faziosità.
A Tarditi ha sempre premuto fare la parte del cittadino, propositivo e non fazioso. Una scelta di campo che ne ha contrassegnato sempre l’agire, diventando quasi una sua cifra di riconoscibilità.





 

Autore: Giuseppe Di Donna