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Presentato alla Città dei Ragazzi, alla presenza del Sindaco Mario Occhiuto, il libro "Voglio un orso" - I bambini di Cosenza scrivono a Babbo Natale

copertina libro voglio un orso
20 dic 2012


Un libro che predispone l’animo all’arrivo del Natale e a coglierne il significato più profondo. Un libro dalla parte dei bambini, scritto da loro, ma che apre spazi di riflessione autentica anche per gli adulti.
Stiamo parlando di “Voglio un orso”  – I bambini di Cosenza scrivono a Babbo Natale, presentato questa sera alla Città dei Ragazzi, alla presenza del Sindaco di Cosenza Mario Occhiuto.
Il volume, pubblicato dall’editore Rubbettino, raccoglie circa 200 lettere, scritte dai bambini della città, selezionate tra le oltre mille imbucate nel dicembre 2011, esattamente un anno fa, nelle cassette postali di Babbo Natale dislocate in città e nelle scuole primarie di Cosenza. Il titolo del libro, la cui edizione è stata curata dall’Assessore alla scuola e alla città a misura di bambino Marina Machì che si è sobbarcata il piacevole onere di leggere una per una tutte le mille lettere, è proprio l’incipit di una delle lettere scritte da un bambino di Cosenza a Babbo Natale.
Una lettera nella quale il bimbo chiede di ricevere per dono “un orso, e che sia bianco, tenero, elegante, un orso buono e non cattivo, né neutro”.
E’ una delle tante richieste che si sommano ai desideri e alle speranze contenute nelle lettere, in molte delle quali sorprendenti lampi di saggezza, di cui gli adulti dovrebbero far tesoro, si alternano ad autentiche perle di umorismo.
Con tanto di errori e strafalcioni volutamente non corretti, un po’ come accadeva per i temi dei bambini della scuola elementare di Arzano, vicino Napoli, che hanno ispirato il bestseller del 1990 “Io speriamo che me la cavo” del maestro elementare Marcello D’Orta. Alla presentazione del libro, che sarà da domani disponibile nelle librerie cosentine e, subito dopo, distribuito nelle scuole primarie della città, hanno partecipato, oltre al Sindaco Mario Occhiuto e all’Assessore alla scuola Marina Machì, l’editore Florindo Rubbettino e, inoltre, Francesco Garritano, docente del dipartimento di studi umanistici all’Università della Calabria, il giovane dottore di ricerca Andrea Amoroso, studioso di poesia, e la scrittrice di fiabe per bambini Rosanna Reda che ha letto alcune delle lettere contenute nel libro.
A passarle in rassegna c’è solo l’imbarazzo della scelta: c’è la lettera del bambino che vuol farsi assumere da Babbo Natale come aiutante per non scontentare nella consegna dei regali nessuno dei bimbi più piccoli, soprattutto i più poveri, e c’è la piccola candidata a diventare una contribuente modello, perché chiede a Babbo Natale uno stipendio più alto per il padre che così potrà pagare le tasse.
In un'altra delle 200 lettere si chiede di cambiare il mondo “perché è sbagliato”. Molte quelle toccanti, come quella del bimbo non vedente, scritta in braille, che rivolgendosi al vecchio sulla slitta trainata dalle renne gli domanda: “ti voglio chiedere di chiedere in giro nel mondo se qualcuno mi può aiutare a vedere”. E ancora l’altra del bambino in affido che chiede un computer per poter parlare con i componenti della famiglia che ancora non conosce.
Difficile trattenere l’emozione di fronte alle lettere di “Voglio un orso” perché sono piene di poesia, di amore, di sentimenti autentici.
“Leggendo questo libro – ha detto nel suo intervento il Sindaco Mario Occhiuto – ci si immerge in un’analisi riflessiva nella quale i bambini vanno al sodo, non chiedono per se stessi, ma per le loro famiglie, consapevoli dell’attuale stato di necessità che li fa diventare più altruisti e pensare alle difficoltà che ci sono. Immaginare una città che possa essere rivolta non solo ai bambini, ma anche ai loro sentimenti e alla genuinità che esprimono, è importante in tutte le questioni che riguardano la vita, compresa la capacità di progettare o costruire una piazza pensando a quel che vi si svolge attorno. E’ questo il processo di costruzione, che abbiamo avviato, di una città che pensa sì agli utenti disagiati, ma anche a quello che può essere il futuro dei nostri bambini che è uno dei presupposti fondamentali non solo per la crescita della città, ma della stessa società in cui viviamo”
Soddisfazione per la pubblicazione del libro è stata espressa poi dall’Assessore alla scuola Marina Machì.
“Scartare più di mille letterine per me è stato come scartare un dono – ha detto la Machì. E’ stato questo il mio regalo di Natale. Se un filo conduttore c’è nelle lettere pubblicate, anche nella diversità degli approcci e degli argomenti trattati, questo è la scrittura diretta e spontanea, sembra quasi di sentirli parlare i nostri bambini. Lo spaccato sociologico che emerge è estremamente interessante, specchio anche del difficile momento di crisi economica che stiamo vivendo. Altre lettere ci parlano del multiculturalismo e della città che cambia; sono tante, infatti, le lettere di bambini stranieri che vivono a Cosenza.”
Per l’editore Florindo Rubbettino il libro è “un caleidoscopio di pensieri, di sensazioni. E’ un libro ad altezza di bambini, visto dalla loro prospettiva, rispetto ad una serie di argomenti e problematiche che noi adulti non sempre siamo in grado di cogliere e vedere. Ma è soprattutto un libro per gli adulti perché non riusciamo sempre ad entrare nel loro mondo, fatto di leggerezza e ironia, ma anche di quel lato più profondo e toccante che riguarda il disagio ed anche la povertà.”


 

Autore: Giuseppe Di Donna