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Il Sindaco Occhiuto sul sequestro di Piazza Bilotti: "Mai istigato nessuno a compiere dei falsi! Ogni mia sollecitazione a completare i lavori ha avuto come obiettivo solo il bene della collettività"

il Sindaco Mario Occhiuto davanti Palazzo dei Bruz
25 apr 2020

“Il fatto che io abbia sollecitato ed incalzato i soggetti preposti alla realizzazione delle opere per la città, non è un fatto eccezionale. Lo faccio sempre ed abitualmente perché è l’unico modo per realizzare opere ed attività, ma questo non è stato mai fatto a discapito della sicurezza e della incolumità dei cittadini e certamente senza mai ricorrere, come si evince oggi da alcuni articoli di stampa, all’istigazione a compiere dei falsi. Ogni mio comportamento posto in essere per accelerare le attività e la conclusione delle opere ha avuto come unico e solo obiettivo il bene della collettività”.
Interviene nuovamente il Sindaco Mario Occhiuto sulla vicenda del sequestro di Piazza Bilotti, in riferimento anche al contenuto, riportato questa mattina dalla stampa, di alcune intercettazioni telefoniche.
“Riguardo alle intercettazioni che vengono richiamate dalla stampa – sottolinea Occhiuto - mi corre l’obbligo di far rilevare che con riferimento all’intercettazione da cui si evince che io abbia detto “va bene” in riferimento ad alcune certificazioni mancanti (che dovevano essere presentate prima, per la data della inaugurazione) c’è solo confusione, perché si adopera il termine “certificazioni” in riferimento a più elaborati. E, infatti, il direttore dei lavori specifica, subito dopo, che la “certificazione” a cui si fa riferimento è quella in cui espressamente dichiara che non sono state effettuate ancora le prove sulle travi. Il mio “va bene” contenuto nella intercettazione è un riferimento alla sua certificazione, a quella, cioè, del direttore dei lavori. Non è assolutamente un cenno di approvazione perché l’avrebbe presentata in modo fasullo. Gli chiedo semplicemente se le prove siano state eseguite dopo la presentazione del suo certificato. Il certificato, infatti, non attestava questo e l’agibilità era parziale. Il direttore dei lavori mi dice (a posteriori) che aveva presentato i certificati prima delle prove sui materiali della trave. Ma il certificato di cui parla non è quello sui materiali della trave, ma il suo certificato con cui autorizza (insieme al collaudatore e al Rup) l’utilizzo della piazza in attesa del rilascio del certificato di collaudo. C’è, dunque – ribadisce Occhiuto - solo confusione (creata soprattutto da chi ha denunciato e dai testimoni utilizzati) ma, anche da quello che leggo negli atti dell’inchiesta, non c’è stata nessuna falsificazione. I tecnici (Rup, direttore dei lavori, collaudatori) si sono assunti la responsabilità di concedere l’uso parziale della piazza per l’inaugurazione, in attesa del rilascio della certificazione di collaudo finale che è avvenuta dieci giorni dopo ed è completa di tutte le certificazioni occorrenti, anche quelle sui materiali e sulla trave oggetto dell’indagine. Lo hanno fatto perché avevano realizzato prove di carico alternative e perché la struttura era completata (mancavano lavorazioni accessorie e certificazioni formali, e alcuni adempimenti). Peraltro, in ogni lavoro pubblico avviene normalmente che ci siano prescrizioni e adempimenti richiesti successivamente dai collaudatori e ulteriori integrazioni, sempre e comunque a vantaggio della sicurezza. Se ingegneri, Rup, progettisti, direttori dei lavori e collaudatori si mettessero a fare carte false per compiacere un sindaco, sarebbe un atteggiamento da folli. Si sono assunti solo la responsabilità, nel convincimento che fosse tutto a posto sul piano strutturale ed hanno concesso una consegna parziale prima del collaudo avvenuto dieci giorni dopo. Nel verbale di consegna parziale sono, infatti, contenuti alcune prescrizioni e divieti (temporanei), proprio per la massima cautela prima del rilascio del certificato di collaudo. D’altra parte e in ogni caso – prosegue il Sindaco Occhiuto - il collaudo definitivo è comprensivo di tutti gli atti e le certificazioni occorrenti. La piazza è ormai in funzione da quattro anni e ha ospitato tantissimi eventi con la presenza di numerose persone. Quest’anno c’è stato, inoltre, un terremoto di intensità notevole e la struttura non ha subito nessun cedimento e nessuna lesione. Devo constatare, con molta amarezza – conclude Occhiuto - che, purtroppo, a causa di denunce continue, sempre da parte dei soliti noti e con l’utilizzo improprio di persone da me denunciate alle autorità giudiziarie per gravi reati e che anche in questa inchiesta vengono utilizzate come testi contrari, a Cosenza siamo costretti a subire disagi e continui blocchi dei lavori. È successo già per piazza Bilotti, con i famosi “pali” e anche con la denuncia sui palazzi che sarebbero crollati; è accaduto con il blocco dei lavori del museo di Alarico (adesso ripresi), con quelli della pavimentazione di corso Mazzini per la fontana di Giugno, per le opere di rinaturalizzazione del fiume che erano state bloccate, per il Castello, per i finanziamenti Cipe di 90 milioni sul centro storico (bloccati anche quelli) e persino per il Planetario e per il ponte di Calatrava che hanno tentato di bloccare con denunce sulla mancanza del parere paesaggistico e poi anche delle risorse utilizzate (che sarebbero stati fondi ex gescal, sic!)”.