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Anche la città di Cosenza nel film "In viaggio con Dante" di Lamberto Lambertini, in programma l'11 giugno per iniziativa della Società "Dante Alighieri"

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31 mag 2018

C'è anche la città di Cosenza nel film-maratona di Lamberto Lambertini “In viaggio con Dante”, il progetto cinematografico che ripercorre integralmente il poema della Divina Commedia, nato dalla volontà di leggere Dante sulle immagini dell’Italia di oggi, dal Nord al Sud, dal Centro alle Isole, nel tentativo di rappresentare un’Italia unita proprio dalla lingua del poeta fiorentino. Cosenza è presente nel film, con il teatro “Rendano”, il Castello Svevo e con lo Stadio San Vito-Marulla, nelle immagini che accompagnano il XXIV e XXVIII canto dell'Inferno ed il XII canto del Paradiso.
Articolato in cento episodi di circa dodici minuti l’uno, il film è patrocinato dalla Società “Dante Alighieri” e sarà proiettato, ad iniziativa della sezione cosentina della stessa società, il prossimo 11 giugno al Parco degli Enotri di Mendicino, alle ore 18,30.
L'evento è promosso dal comitato di Cosenza della Società “Dante Alighieri”, in collaborazione con la Fondazione Carical e con il patrocinio del Comune di Cosenza.
La serata sarà introdotta dalla Presidente del comitato cosentino della “Dante”, Maria Cristina Parise Martirano. Previsti gli interventi di Mario Bozzo, Presidente della Fondazione Carical, di Salvatore Italia, Sovrintendente ai Conti della Società “Dante Alighieri” e dello stesso regista del film Lamberto Lambertini cui si deve l'idea del progetto insieme a Paolo Peluffo. Coordinerà, la giornalista Rosa Cardillo.
“In viaggio con Dante” vede la luce dopo ben sette anni di lavoro con lo scopo di rintracciare ancora, a quasi settecento anni dalla morte del poeta, la polimorfa identità italiana nei versi dell’autore della Commedia.
Paolo Peluffo, ideatore della pellicola insieme a Lambertini, racconta: “se guardiamo a questi sette anni del nostro viaggio, eccole le tracce di una comunità così antica, ma ancora vivente… … …segni di un’antica dignità borghese diffusa nelle nostre città, di un benessere distrutto dalla finanziarizzazione del mondo di oggi”.
Secondo le intenzioni del regista, le immagini del mondo moderno hanno il compito di attualizzare Dante “liberandolo dalle consuete muffe”, mentre ai suoi versi spetta il dovere di nobilitare “la volgarità del presente”. È così che in molti mesi di riprese sono state realizzate le tre cantiche, in luoghi diversi, di vita e di lavoro, uno per ogni canto. E in quest’ottica, se il mondo infernale con i suoi dannati ci appare nel mondo che conosciamo, anche Beatrice, nell’ultima cantica, appare nelle vesti di alunne straniere del corso di lingua italiana della Società Dante Alighieri.

 

Autore: Giuseppe Di Donna