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Sabato 5 novembre l'inaugurazione della scultura di Alarico. Occhiuto: "Cosenza con la sua Storia sempre più Capitale della Cultura"

Posizionamento Statua di Alarico
04 nov 2016

Sabato 5 novembre, alle 12, presso la confluenza dei fiumi Crati e Busento, ai piedi del Centro storico di Cosenza tra gli scorci più suggestivi della città, il sindaco Mario Occhiuto inaugurerà alla presenza di autorità, giornalisti e cittadini la scultura che raffigura Alarico sul cavallo e rievoca un immaginario misto di storia e leggenda. La statua dell’artista Paolo Grassino, anch’egli presente all’evento.
Parteciperanno: il sottosegretario ai Beni Culturali Dorina Bianchi, il prefetto Gianfranco Tomao, il presidente della Fondazione Carical che ha finanziato l’opera Mario Bozzo, e la curatrice archeologa dei Musei Capitolini Marina Mattei.
“La bellissima scultura realizzata da Paolo Grassino, raffigurante Alarico sul cavallo, rappresenta un recupero della Storia al cui interno Cosenza ha un ruolo fondamentale proprio perché custodisce il tesoro del precursore della distruzione dell’Impero Romano”. Lo afferma il sindaco Mario Occhiuto introducendo all’iniziativa in programma domani. “Alarico fu prima, però – aggiunge Occhiuto - magister mylitum, nominato dall’imperatore Onorio. La storia millenaria non si giudica ma si rispetta e si valorizza in maniera indissolubile proprio legandola al territorio. L’Amministrazione comunale in questi anni – precisa ancora – ha già operato una riscoperta dissotterrando il mito che aveva subito una rimozione pregiudiziale. La statua di Grassino sospende adesso il re dei Visigoti sul suo cavallo come un fatto immanente: ha una staticità che ricorda, per il continuum tra passato, presente e futuro, un’opera munchiana. Von Platen e Carducci omaggiarono Alarico ricordandone il saccheggio, per tale motivo la Storia si giudica esclusivamente nel contesto degli avvenimenti, poiché altrimenti Alessandro Magno, ad esempio, oggi sarebbe definito non un grande generale ma un predatore che bruciava i villaggi per conquistarli. Cosenza, dunque, è anche la città di Alarico, di Telesio e Serra, di Parrasio, delle tracce federiciane, dei fratelli Bandiera, di Alfonso Rendano, Nicola Misasi e Luigi Gullo, così come del più importante Museo all’aperto di arte contemporanea. Il suo Pantheon storico le consente – conclude Occhiuto - di aspirare a diventare Capitale della Cultura italiana 2018 attraendo decine di migliaia di turisti a favore del territorio e dei suoi abitanti”.

Autore: Iole Perito