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Lunedì 12 maggio al "Rendano" la premiazione del concorso letterario "Diamo vita alle parole" per ricordare Romano Marino

la giuria del concorso diamo vita alle parole
09 mag 2014

Ultimo atto lunedì 12 maggio, alle ore 17,30, nella Sala “Quintieri” del Teatro Rendano di Cosenza, della seconda edizione del Concorso letterario “Diamo vita alle parole (I racconti di un amico)”, organizzato dall'Associazione Culturale “Romano Marino” con il patrocinio del Comune di Cosenza, la partecipazione della Provincia di Cosenza e la collaborazione dell'Ufficio scolastico provinciale.
Al “Rendano”, infatti, è in programma la cerimonia di premiazione del Concorso che ha visto impegnati gli studenti di terza media di Cosenza e Rende nell'elaborazione di un racconto breve e di una ricerca scientifica sulla Sindrome da attivazione macrofagica, patologia classificata nelle istiocitosi e che, nel 2010, colpì Romano Marino, studente di terza media della scuola “Zumbini” di Cosenza, scomparso proprio a causa di questa malattia.
L’ufficializzazione della cerimonia di premiazione è avvenuta in occasione della conferenza stampa svoltasi alla Casa delle Culture e che ha visto la partecipazione di Maria Donata Giardini, Presidente dell’Associazione Culturale che ha organizzato il concorso e mamma di Romano Marino, del padre, Cesare Marino, e ancora, di alcuni membri della giuria: Alessandra Santelli, Nella Fanello, Mariarosaria Vaccaro, Francesca Florio, Emanuele Ruvio e Anastasia Carcello.
Ai vincitori andranno un Mac Book 13 offerto dall'Associazione, un I Pad mini offerto dal Key Store One di Cosenza e dei libri offerti dalla Libreria Mondadori di Cosenza.
“Questa seconda edizione del concorso – ha sottolineato durante la conferenza stampa Maria Donata Giardini - ha sottoposto i ragazzi ad una prova più impegnativa rispetto allo scorso anno. Infatti, mentre la traccia del 2013 chiedeva di elaborare un racconto che avesse come protagonista un ragazzo di nome Romano, quest'anno gli studenti si sono dovuti misurare su un terreno per certi versi delimitato e maggiormente complesso. “Se la vita è scoperta, la morte è un faro”, questa la traccia prescelta. Una traccia che in prima battuta poteva apparire ostica da approcciare, ma che invece i giovani autori hanno affrontato ed interpretato in modo sorprendente. Con la grazia, il candore e la brillantezza delle loro giovani menti sono riusciti non solo ad afferrare pienamente l'oggetto, cioè costruire dal nulla una vita vissuta e ripercorsa attraversando i ricordi, ma hanno dato corpo tangibile alle emozioni, dando vita alle parole: esattamente ciò che è stato loro chiesto di fare.”
Sorprendente la qualità complessiva degli elaborati. “Ogni racconto- ha affermato ancora Maria Donata Giardini - è divenuto parte imprescindibile di un mosaico, di un’orchestra di emozioni, ognuna con il suo tono distintivo ed insostituibile”.

 

Autore: Giuseppe Di Donna