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Il Sindaco Occhiuto inaugura la mostra "Cosenza, un tesoro di città, dipinta da Antonio Sciacca"

sindaco occhiuto inaugura mostra di antonio sciacc
22 ott 2013

C’è la Cosenza di ieri e quella di oggi nei trentasette dipinti olio su tela di Antonio Sciacca esposti da questa sera e fino al prossimo 23 novembre al Museo dei Brettii e degli Enotri.
37 opere che l’artista siciliano, tra i nomi più significativi dell’arte figurativa in Italia, molto apprezzato all’estero e tra i propugnatori di quel movimento artistico che va sotto il nome di Metropolismo, ha dedicato alla città dei Bruzi e che sono raccolte nella mostra “Cosenza, un tesoro di città”, inaugurata questa sera nel complesso monumentale di S.Agostino, alla presenza del Sindaco Mario Occhiuto.
Al vernissage della mostra, promossa dal Comune di Cosenza con l’assistenza organizzativa della Galleria d’Arte Marano, ha partecipato, oltre al Sindaco Occhiuto (assente l’artista Antonio Sciacca, trattenuto a Roma per impegni dell’ultimo momento, ma dovrebbe essere a Cosenza il prossimo 16 novembre), il critico d’arte Tiziana Vommaro cui è toccato il compito di presentare i dipinti dell’artista siciliano dedicati alla città dei Bruzi.
“La mostra di Sciacca – ha detto il Sindaco nel suo intervento – è oltremodo interessante perché ha colto alcuni aspetti della città legati all’idea strategica che stiamo portando avanti. Gli sforzi che stiamo profondendo – ha aggiunto Occhiuto – vanno nella direzione di migliorare anche l’estetica della città. Può sembrare un paradosso parlare di estetica in un momento di crisi come quello attuale – ha detto ancora il primo cittadino – ma il percorso che stiamo seguendo ci deve proiettare nel riconoscere alla nostra città una valenza culturale che venga percepita dai cittadini ed anche dalle nuove generazioni come un elemento in grado di caratterizzare la nostra identità. Abbiamo un insieme di visioni strategiche e di filoni. Accanto alla città sostenibile, nella quale implementare buone pratiche urbane e migliorare i processi di formazione della coscienza civica – ha spiegato Occhiuto – la città che abbiamo in mente è anche una città-opera d’arte, una sorta di fabbrica creativa che funga da forte elemento attrattore di flussi turistici. In questa direzione vanno la Piazza Museo Bilotti con il suo Museo virtuale collegato al Mab, il Museo di Alarico e le sue botteghe, fino alla via degli Artisti, con 27 box-art polivalenti, e al Museo del Gusto che dislocheremo nel quartiere S.Lucia. Molto puntiamo sul brand di Alarico che deve diventare il trait d’union per rendere riconoscibile Cosenza nel resto del Paese.
Ecco che in una visione strategica del genere ben si colloca la mostra che Antonio Sciacca ha realizzato su Cosenza, avendo come riferimento alcune fotografie di Ercole Scorza e Francesco Tosti.”
Ad illustrare, con l’aiuto di alcune slides, le opere di Sciacca, prima che il numeroso pubblico accorso al Museo dei Brettii potesse ammirarle dal vivo, è stata il critico d’arte Tiziana Vommaro.
“I luoghi descritti da Sciacca profumano di storia e di memoria ed accrescono il senso di identità dei cosentini – ha spiegato la Vommaro. Uno dei tratti distintivi della mostra di Sciacca è dato dal fatto che tanti notturni messi insieme in una sola esposizione forse non si erano mai visti. Sono opere che vivono di luce propria, nonostante la luce stessa sia stata tenuta dall’artista volutamente soffusa.”
L’artista siciliano ha fissato sulle sue tele le istantanee delle trasformazioni degli spazi urbani che la città ha conosciuto negli ultimi tempi. Una trasformazione tesa da una parte a valorizzare sempre di più l’esistente e, dall’altra, a creare spazi per una fruibilità della città del tutto nuova (si pensi ai temporary store disseminati lungo tutto Corso Telesio o al Lungo Fiume Boulevard, al Museo all’aperto Bilotti con le opere en plein air dei maggiori artisti del XX secolo).
Sciacca reinterpreta lo spirito della città, cogliendo l’atmosfera che si respira nei nuovi spazi urbani, ma trasfondendo nelle sue tele anche la poesia che trasuda da ogni angolo e scorcio del centro storico. Nella mostra una suggestione particolare avvolge “La sepoltura di Alarico”, l’opera con la quale viene evocata la leggenda del Re dei Goti, morto a Cosenza nel 410 D.C. e seppellito con il suo tesoro, come leggenda vuole, nel letto del fiume Busento, uno dei misteri irrisolti più affascinanti da cui è stata attraversata la città di Cosenza.
Ma il tesoro di città evocato dal titolo della mostra di Sciacca è anche quello contenuto nelle immagini, fissate su tela, che ritraggono il Castello Svevo, la Cattedrale o le altre Chiese cosentine, così come quelle che fissano una Cosenza colta all’imbrunire o di notte, bella nella sua quotidianità. Una Cosenza contemporanea, ma anche una Cosenza che non ha reciso il suo cordone ombelicale con il suo passato e che torna, imperiosa, con tutto il suo patrimonio storico e culturale.
E’ la Cosenza che ora entra nel carniere di Sciacca, uno dei nomi più prestigiosi della pittura italiana, di cui hanno scritto i maggiori critici d’arte, come Achille Bonito Oliva o Vittorio Sgarbi, che ha catturato l’attenzione di Pierre Restany e l’amicizia di Alberto Burri.
Ed è questa Cosenza, investita da una sorta di trasmutazione, elemento ricorrente nell’artista siciliano, da sempre affascinato dal trascorrere del tempo, che potrà essere
apprezzata al Museo dei Brettii e degli Enotri fino al prossimo 23 novembre.











 

Autore: Giuseppe Di Donna